giovedì 31 marzo 2022

Verso le elezioni comunali: M come Montagne. Un'"Alta via dei Monti Goriziani?

Montagne impregnate di Storia e di Natura. Le alture sopra Gorici (sempre il duale per le due Gorizia) hanno conquistato l'onore di farsi chiamare "monti", pur non superando i 700 metri sul livello del mare.

Alcune cime possono essere raggiunte in un'unica giornata di cammino, per chi abita in centro, uscendo di casa la mattina e rientrandovi la sera. E' un'autentica e assai interessante immersione nella cultura di un territorio unico nel suo genere e nella bellezza di paesaggi mozzafiato. Senza trascurare le acquisizioni archeologiche protostoriche o le suggestioni dell'epoca romana e soprattutto medievale oppure ancora il classico tessuto urbanistico asburgico, è il Novecento a suscitare la più intensa attenzione. Si salgono i due colli del Castello e della Kostanjevica, si attraversa l'intera Nova Gorica e si sale al Kekec e da lì alla vetta del San Gabriele, con la sua caratteristica torretta di ferro che rende possibile spaziare su un panorama molto ampio. Si scende verso Ravnica e si risale al boscoso San Daniele, sempre accompagnati dal pensiero di quante vite siano state cancellate da squallidi interessi di pochi e da ordini di generali macellai. La lunga discesa verso Grgar consente ulteriori riflessioni dello stesso genere, prima di risalire ripidamente lungo le serpentine tra la vegetazione che conducono fino al santuario di Sveta Gora. Altri sguardi, altri incontri, altra spiritualità della Cultura. Si scende poi a Salcano su tracce di antiche mulattiere di guerra, si attraversa l'Isonzo/Soča lanciando un'occhiata al famoso ponte, l'arco di pietra su linea ferroviaria più ampio del mondo, si percorre un tratto della bellissima ciclabile che costeggia il fiume e poi si affronta l'erta che conduce ai rifugi del

Le Gorica e l'Isonzo, dalla O di TITO
Sabotino. Nell'ultimo tratto, tra rocce strapiombanti, si ha l'impressione di non essere a due passi dal tessuto cittadino, ma sotto qualche impervia vetta delle Dolomiti. Bellissima è l'aerea cresta che attraversa tutto il crinale e, superata la quota 609, permette di raggiungere i ruderi del suggestivo eremo diroccato ma moto ben restauato di San Valentino. Si scende ora velocemente, attraversando la scritta TITO, tenendo sotto gli occhi la città, da qui chiaramente unica nelle sue diversità. Si attraversano San Mauro e Pevma e si rientra verso il centro della vecchia Gorizia, non senza aver prestato un po' di interesse ai suoi straordinari monumenti. 

Un altro tour, sempre per chi si può permettere di camminare, è quello che consente di conoscere meglio la zona di Oslavia e San Floriano, scendendo poi in Groina e risalendo al Calvario, un altro itinerario tra memorie della prima guerra mondiale, affreschi di Tone Kralj, assaggi di vini prelibati nelle numerose aziende agricole, incontri fruttuosi e costruttivi, zone archeologiche con resti di chiesette che un tempo punteggiavano il crinale. Chi lo desidera, può avventurarsi anche dalla parte opposta della conca punteggiata da più o meno grandi insediamenti abitativi e percorrere la lunga dorsale del Monte Trstelj- Fajt, senza dimenticare i due campanili sull'isolata collina sopra Merna e l'imponente monumento alla pace di Cerje.

Si può prevedere anche un percorso di più giorni, una decina a piedi, tre o quattro in bicicletta. Si tratta di un anello circolare, da Gorici a Gorici, raggiungendo via via le cime di Calvario, Sabotino, Sveta Gora, San Gabriele, San Daniele, Čaven, Otljca, Nanos, poi Trstelj, Cerje e San Michele. I sentieri e gli sterrati per robuste ma anche semplici biciclette, sono tutti molto ben tenuti e segnalati, grazie alla cura del Club Alpino, del Planinsko Društvo e di molte altre realtà composte da appassionati di cammini e di cicloturismo. Ci sono anche numerosi punti di appoggio, ottimi rifugi lungo tutti gli itinerari. Potrebbe essere denominata l'"Alta via dei monti goriziani", tutto intorno alla meravigliosa Vipavška dolina.

Cosa c'entra tutto questo con le elezioni comunali? C'entra e molto, perché quella dei "monti goriziani" è una risorsa straordinaria, da valorizzare in ogni modo, mantenendo intatta la bellezza naturale, rendendo più accessibili i monumenti storici e sostenendo la cura dei sentieri  delle vie ciclabili. L'appuntamento del 2025 potrà attrarre in città non solo i cultori del turismo "mordi e fuggi", ma anche i sempre più numerosi cercatori di un altro modo di conoscere luoghi e persone, quello appunto che consente un contatto costante e diretto con il paesaggio naturale e antropico. Non si dimentichi questo aspetto, ricordando anche che Nova Gorica e Gorizia potrebbero essere un incrocio internazionale di "vie", da nord a sud sulla direttrice dell'Isonzo e da est a ovest su quella della Vipava e poi della Pedemontana friulana. Là dove c'è stato il coraggio di investire energie e finanze sul "turismo lento", sono rinate tante attività e nei casi più eclatanti - vedi Camino de Santiago o Via Francigena - sono letteralmente rinati dei paesi precedentemente abbandonati.

La viandanza è rispetto dei luoghi e delle persone, è essenzialità nelle relazioni, è aria buona che si respira e conoscenza di storie antiche e vicende attuali interessanti... Meditate genti, meditate! 

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