Oggi un post un po' più personale, al termine di una giornata che mi ha riempito di gratitudine, anche per le tante persone carissime che hanno voluto rendersi presenti, con una parola, con un augurio, con un abbraccio.
Si ricorda sant'Andrea. La statua a lato, per chi non l'avesse riconosciuta, si trova sulla facciata della chiesa dell'Immacolata in via Garibaldi a Gorizia.
Era un bel tipo.
Intanto aveva un bel nome. L'etimologia greca richiama la forza, il coraggio, la creatività costruttiva. Poi, da quello che scrivono i vangeli, in particolare i Sinottici, è stato il primo a seguire Gesù, lasciando barca e reti per andare incontro a un'avventura iniziata nel più semplice dei modi e poi divenuta addirittura la cifra sulla quale si calcola lo scorrere degli anni e dei secoli. E' stato un "apostolo", cioè un inviato ad annunciare il vangelo della libertà, della giustizia e della vita. Ed è stato per questo anche un "martire", cioè un testimone arrivato fino al sacrificio della propria esistenza pur di rimanere fedele ai suoi ideali e alla sua coscienza. Non si sa bene che cosa abbia fatto dopo la dispersione seguita alla prima Pasqua, non si sa bene neppure dove sia avvenuta la morte - in Crimea o in Bitinia - anche se la tradizione ci ha tramandato quella che tutti conosciamo come "croce di Sant'Andrea", se non altro perché l'abbiamo vista nei pressi dei passaggi a livello ferroviari. Ci sono tante e complesse leggende sul suo conto, una ha ispirato uno straordinario ciclo di affreschi, nell'abside della chiesetta di Sant'Andrea a Gris, la "Cappella Sistina" del Friuli. Merita un pomeriggio di visita!
Ma oltre a ciò, personalmente ricordo anche il 63mo passaggio della terra, nello stesso punto in cui era rispetto al Sole nell'istante in cui sono venuto al mondo. Sì, tutto è relativo, è ovvio che nel frattempo il Sistema solare si è spostato di miliardi di chilometri nel suo ruotare intorno al centro della Galassia. Robe da far girare la testa, se pensiamo che anche la Galassia ruota a velocità vertiginosa intorno a qualcosa d'altro che a sua volta ruota... ecc. ecc. Tutto ciò per dire che sono felice di questi 63 anni di vita, nei quali ho vissuto e vivo tutto ciò che di più bello può vivere un essere umano. Mi rattrista solo il pensiero di tanta gente che soffre, i poveri che sono annichiliti dalle guerre e dalla fame, le persone che sono costrette a lasciare la loro terra per cercare un avvenire migliore e rischiano ogni giorno di morire, coloro che sono ammalati e vivono il dramma di un sistema sanitario sempre più strutturalmente in difficoltà nonostante la grande buona volontà degli operatori, gli anziani che hanno sempre meno prospettive di una dignitosa vecchiaia, il lavoratori e le famiglie che non riescono ad avere la giusta mercede, cioè semplicemente il necessario per poter vivere, non sopravvivere. Se penso a loro, mi sento un privilegiato e sento la responsabilità di non aver fatto abbastanza per lottare per la giustizia e per la vera pace, per cambiare un sistema iniquo, per costruire una Cultura accogliente, per tracciare una linea di collegamento tra i nostri simili vissuti nei meandri della Storia e ognuno di noi. Ogni volta che entro nella Basilica di Aquileia o mi aggiro per le rovine del porto o della case romane, mi sembra di sentire le voci delle donne e degli uomini di quel tempo, le grida gioiose o terrorizzate dei bambini, il loro giochi o le loro paure. E sento che loro, da lontano, ci affidano un testimone. Ci dicono che se sappiamo mettere la tessera della nostra vita al posto giusto, si edificherà un magnifico mosaico. Ma se ciascuno vorrà tenere la propria tesserina solo per sé, tutto sarà disperso e svanirà nel maestoso fluire della Storia.
Eccomi dunque, un'umile tesserina della Storia. Non mi resta che sperare che almeno un frammento di essa possa comporre il più meraviglioso dei mosaici, quello che definisce perfino il vero nome di Dio, il mistero affascinante, personale e universale, spirituale e carnale, fragile e potente, dell'Amore.