C'è stato molto tempo a disposizione per andare oltre ai tempi della zona franca di confine e della presenza di numerose caserme e attività militari, che fino a trent'anni fa avevano dato a Gorizia un'immagine di prosperità non corrispondente alla realtà dei fatti. L'indipendenza della Slovenia e il successivo ingresso nell'Unione Europea hanno giustamente rimescolato le carte, ma il lungo periodo di avvicinamento alla "fine" dei controlli frontalieri non è stato sufficiente a un ampio e coordinato ripensamento delle realtà industriali, agricole e commerciali della zona.
Il "punto" era ed è uno, quello di immaginare il futuro insieme, Nova Gorica e Gorizia. Solo la traduzione in termini di economia della visione culturale sottesa alla "capitale europea 2025" può offrire una chance - e che chance! - di profondo rinnovamento. Una città divisa in due parti, una antica e una moderna, può cercare di procedere valorizzando proprio la differenza, sottolineando le caratteristiche della tradizione contemporaneamente a quelle della modernità e post modernità. Si potrebbe anche pensare a una configurazione istituzionale originale e innovativa, determinata proprio dall'essere zona divisa da una duplice appartenenza statale. Il GECT/EZPS potrebbe essere solo un'anticipazione di quello che potrebbe diventare un Punto Franco internazionale, in un luogo che anche geograficamente si configura come vero e proprio crocevia d'Europa. Si potrebbe pensare a un'assemblea permanente di rappresentanti di tutte le attività produttive - lavoratori, sindacati, imprenditori, ordini professionali, ecc. - dell'intero circondario transfrontaliero, un tavolo di discussione e confronto intorno al quale immaginare insieme un roseo futuro?
Gorizia da sola conta sempre meno nello scacchiere regionale del FVG e ancora meno in quello italiano. Anche Nova Gorica (e dintorni) è abbastanza marginale nelle politiche della Slovenia. Insieme, Nova Gorica e Gorizia, possono diventare un polo di grandissimo interesse a livello europeo e mondiale, soprattutto se ritengono di poter sviluppare insieme nuove forme di imprenditoria. In particolare, si potrebbe essere all'avanguardia in alcuni settori, soprattutto quelli che prevedono una simbiotica integrazione tra diritto universale al lavoro e salvaguardia dell'ambiente, tra promozione della salute e diritto a un'adeguata e giustamente retribuita occupazione. Certo, occorre anche migliorare le infrastrutture e le potenzialità ricettive, soprattutto per ciò che concerne il trasporto ferroviario, di fatto ancorato addirittura alle intuizioni dei Ritter nella seconda metà dell'Ottocento e all'allora straordinario impresa tecnologica che è stata la costruzione della ferrovia Transalpina, inaugurata all'inizio del Novecento. Nova Gorica e Gorizia insieme possono dotarsi di strumenti operativi e tecnici importanti, ma anche trovare le strade più adeguate per favorire chiunque voglia investire su un territorio davvero unico nel suo genere, in termini di attività caratterizzate da un forte valore ecologico e di rispetto dei diritti dei lavoratori. La dismissione di realtà che producono inquinamento ambientale o giganteschi abbandoni di rifiuti, come il co-inceneritore di Anhovo o i tanti magazzini riempiti di scorie prodotte da fallimenti successivi, dovrebbe andare di pari passo con la valorizzazione di nuove e antitetiche forme di produzione del tutto alternative a quelle che hanno ferito e a volte devastato il meraviglioso paesaggio del Goriziano.
Due realtà dovrebbero inoltre trovare uno spazio autonomo e forse prioritario, ma meritano un discorso specifico alla lettera corrispondente. Si tratta del Turismo, attività da sempre invocata ma raramente affrontata in tutte le sue straordinarie potenzialità, anche per ciò che concerne la specificità delle attività produttive e delle Università presenti a Nova Gorica e a Gorizia, ma anche a Cormons e Ajdovščina, certamente una delle più belle e significative "invenzioni" degli ultimi trent'anni, mai pienamente inserite nell'ordinarietà di una vita cittadina che dalla presenza di tanti studenti e qualificati docenti potrebbe essere radicalmente e beneficamente trasformata. Con il loro aiuto si potrebbe veramente impostare e realizzare quel centro internazionale, laboratorio di costruzione di pace e giustizia che potrebbe tradurre in modo efficace la vera vocazione storica e attuale del Goriziano/Goriška.
Nessun commento:
Posta un commento