giovedì 30 aprile 2020

Grati a Greta...

Un pensiero rapido oggi va a Greta Thunberg, riapparsa sulla scena mondiale, come al solito con importanti parole supportate dal dono di 100.000 euro derivati da un premio ricevuto per la sua grande attività a favore della salvaguardia del Pianeta: "Come la crisi climatica, la pandemia di coronavirus è una crisi dei diritti dell'infanzia", ha affermato la giovane attivista svedese, secondo Bbc News online. La pandemia, ha aggiunto, "colpirà tutti i bambini, ora e nel lungo periodo, i gruppi più vulnerabili saranno maggiormente colpiti. Chiedo a tutti di farsi avanti e unirsi a me a sostegno del lavoro vitale dell'Unicef per salvare la vita dei bambini, proteggere la salute e continuare l'istruzione". Grazie a Greta e a noi il compito, ancora una volta, di raccogliere la sua sempre più potente e credibile voce.

mercoledì 29 aprile 2020

Milioni di anni dopo...

"Incredibile, ci sono riuscito!" Gridò l'archeologo che tutti chiamavano 1arch. I colleghi, colpiti dall'entusiasmo traboccante dalla voce, lasciarono immediatamente il loro lavoro e corsero dal vecchio studioso. "Come pensavo, questo disco incrostato è artificiale!" Era la prova cercata da millenni di giri di Sole intorno al Pianeta, da quando cioè era sbarcata su quel vero e proprio pezzo di paradiso la grande astronave che aveva portato i superstiti provenienti dal satellite esploso. Insomma, 1arch aveva in mano la prova: non c'erano stati solo piante e animaletti mansueti, ma era esistita una civiltà di esseri intelligenti, capaci di comunicare tra loro con mezzi rudimentali, ma efficaci. Quanto tempo prima? Forse qualche milione di anni o anche più. Qualche misterioso motivo aveva posto fine e cancellato i segni di quella forma di vita, ma ora, per la prima volta, si era in possesso di un manufatto di quei tempi dispersi negli abissi profondi di una Storia che non apparteneva agli attuali discendenti dei primi pacifici colonizzatori. Avvicinando il disco al sintetizzatore, ammutolì il vecchio archeologo e rimasero senza fiato i suoi collaboratori. Si formarono nell'aria figure incredibili, esseri con quattro protuberanze e stranissimi vestiti, edifici altissimi non privi di un certo fascino, immagini evidentemente realizzate da quegli esseri, alcune delle quali in grado ancora di trasmettere un indiscutibile fascino. All'improvviso si udì anche un suono, decisamente piacevole e armonioso, una musica potente alla quale da un certo punto in poi si unì un insieme straordinario di tante voci... "Insomma, prima di noi c'era già qualcuno su questa sfera". "Già - osservò 2arch con molto rispetto - forse tutti si sono estinti a causa di un cataclisma, al quale non erano preparati". "Sì - disse con intuito femminile 3arch - non sono riusciti a fuggire in tempo come i nostri antenati, chissà che tragedia per delle specie così evolute e, lasciatemelo dire, non prive di charme". Intanto le figure evanescenti continuavano a danzare nell'aria, non dimostrando alcun particolare timore. Si vedevano le stelle del cielo, una, del tutto sconosciuta, sembrava ingrandirsi e avvicinarsi rapidamente. Prima che la trasmissione si interrompesse, riuscirono a segnare un numero strano, sempre presente da quando il disco aveva cominciato a svelare i suoi interni segreti: 29042020.

Un appello al dialogo, oltre le opposte tifoserie...

Ci sono due contendenti numericamente e mediaticamente rilevanti. Da una parte la compassata maggioranza governativa, o meglio il Presidente del Consiglio Conte, porta avanti un programma di "limitazione delle libertà costituzionali" (così Di Maio in un'intervista del 24 aprile), "sparando" a ritmo incessante DPDC sempre più complicati e necessitanti di continue spiegazioni. Se qualcuno osa esprimere qualche dubbio sulla scelta degli "esperti" che sembra influenzino in modo determinante il Governo, immediatamente viene tacciato di terrapiattismo, sostegno a fake news, quando non "allora vuoi che vincano Salvini o la Meloni". I quali peraltro, dalla parte opposta, cercano squallidamente di approfittare della situazione saltando su tutti i carri possibili, dicendo tutto e il contrario di tutto, pur di potersi collocare in pole position nell'accaparrarsi le conseguenze del crescente disagio dei cittadini.
Così accade anche in altri Paesi europei, la maggioranza - di destra o di centro sinistra - porta avanti una linea, la minoranza - di destra o di centro sinistra - la contesta radicalmente, ovviamente con scambio di reciproche accuse di ignoranza, incompetenza e incoscienza.
Questa situazione è davvero assurda e di fatto vanifica il dibattito democratico, dove la ricerca dei percorsi - sia pur nella diversità delle responsabilità - non dovrebbe essere una continua battaglia tra eserciti contrapposti, ma un persistente e leale dialogo tra maggioranza e minoranze. Invece si assiste all'utilizzo forzato di numeri esorbitanti ma non sempre attendibili, dati i diversi criteri adottati nei diversi Paesi per stabilire contagiati, controllati, deceduti, ma anche al conseguente scontro tra titani che vede opporsi in modo quasi violento politici, scienziati, economisti, giornalisti che si esaltano o sconfessano a vicenda, ponendo le loro intelligenze al servizio di chi comanda o di chi si oppone.
Tra le opposte tifoserie le persone soffrono: chi perché colpito dal virus e abbandonato al suo destino - compresi tanti medici, infermieri, oss, operatori eroici nelle case di riposo -; chi perché ha perso definitivamente il lavoro e non ha di fronte un roseo futuro; chi perché comincia a dimostrare forti segni di disagio psichico dopo due mesi di reclusione nell'appartamento cella d'alveare negli enormi caseggiati delle periferie urbane; chi perché impossibilitato a incontrare i propri cari, ecc. In queste e tante altre condizioni, è bene cercare le voci sommerse, quelle di cui si parla meno, al di fuori delle difese d'ufficio della maggioranza e delle accuse "a prescindere" di chi si contrappone. Oggi ri-propongo una di queste voci, tanto per cominciare...
"Non c’è stato nessun vuoto decisionale - aveva dichiarato il 21 aprile al Corriere della Sera Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute -. Già dal 20 gennaio avevamo pronto un piano secretato e quel piano abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio". E' una dichiarazione molto grave, poco commentata sui media nei giorni successivi. Significa che il Festival di Sanremo, gli stadi pieni, la funesta Atalanta-Valencia, le località sciistiche prese d'assalto, i vari carnevali in giro per l'Italia, i treni affollati, le fabbriche aperte a oltranza, gli ospedali senza presidi, le case di riposo aperte al pubblico fino a metà marzo, gli aperitivi perché "la mia città resta aperta" dei sindaci di destra e di sinistra, ecc. ecc. Tutto questo - sempre che il direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute abbia dichiarato il vero - si è svolto quando alcuni "sapevano" e l'hanno tenuto nascosto "per non spaventare la popolazione". E' fin troppo evidente che un minimo di comunicazione in più avrebbe contenuto molti danni e di conseguenza si sarebbe potuto evitare la catastrofe perfetta, soprattutto quella lombardo-veneto-piemontese-emiliano romagnola, con tutti i suoi derivati. Oppure no?

domenica 26 aprile 2020

1984

Il romanzo 1984 di Orwell capitò fra le mie mani prima del 1984, lo comprai dopo aver letto La fattoria degli animali e lasciò in me un'impressione indelebile. In quel momento il controllo ossessivo sulle persone, la manipolazione dell'informazione, gli schieramenti che variavano da un giorno all'altra, tutti da una parte o tutti dall'altra, la storia d'amore clandestina con disastroso finale... tutto ciò solleticava con forza l'immaginazione di un appassionato di fantascienza.
Poi ci fu la pessima idea - a questo punto non tanto "pessima" quanto deliberatamente "venefica" - di chiamare "Grande Fratello" una trasmissione televisiva simbolo dell'era del rincoglionimento sistematico dei telespettatori italiani (e non solo). In questo modo l'inquietante profezia di Orwell si era disinnescata e trasformata in una specie di gioco, a metà tra incentivo a farsi gli affari altrui e invidia nei confronti di pochi nullafacenti matricolati.
Questo spostamento d'attenzione ha portato a dimenticare l'originale, nonostante la diffusione, per la verità tra un pubblico abbastanza selezionato, di alcune stupende trasposizione cinematografiche (la prima, del 1956 è l'indimenticabile Nel 2000 non sorge il sole, poi proprio nel 1984 1984, nel 1985 Brazil e nel 2002 Equilibrium).
Rileggendo 1984 lo scorso anno, è sembrata svanire la proiezione verso il futuro che rendeva così affascinante il romanzo, ma l'assurda società descritta prendeva clamorosamente i contorni del contesto attuale. Decine di satelliti ruotano incessantemente sulla testa di ciascuno di noi, tracciano continuamente i nostri percorsi, ci possono vedere con semplici ingrandimenti, tramite i cellulari (anche quando sono spenti) siamo seguiti in tutti i nostri spostamenti, le ricerche su internet fanno conoscere gusti e orientamenti, le carte elettroniche identificano i conti correnti e gli acquisti, i vari mezzi di comunicazione sono interconnessi. Se racconto al telefono di voler trascorrere qualche giorno in Toscana, la mia posta elettronica si riempie immediatamente di proposte di alloggi, visite e ricerche, ordinariamente corrispondenti ai miei effettivi desideri o stili di vita.
Adesso ci si mette anche Immuni, applicazione chiaramente liberticida che sarà imposto di scegliere "liberamente", ovviamente per la nostra salute, per la nostra sicurezza, per la nostra felicità (proprio come diceva il Grande Fratello). Che differenza c'è rispetto al già pressoché totale controllo da parte del Potere che già ora sarebbe in grado di realizzare ciò che l'app si prefigge? Una sola, a differenza di tutti gli altri strumenti che ci seguono senza chiederci il permesso, Immuni deve essere richiesta dal soggetto che vuole auto-imporsela. Insomma, non solo controllati, ma anche riconoscere che "il Potere che lo impone è buono".
Guarda un po', come non pensare alle ultime parole di 1984? Winston Smith, dopo tutte le vicissitudini che lo hanno portato a ribellarsi, dopo essere stato ricondotto alla totale osservanza e cancellazione delle idee e dei sentimenti, è finalmente felice: Egli era riuscito vincitore su se medesimo. Amava il Grande Fratello. 

venerdì 24 aprile 2020

No, non è andato niente bene...

Dove è finito il libero pensiero? Nel diluvio di parole che caratterizza questo finalmente tramontante periodo di reclusione forzata, il sistema maggioritario sembra funzionare purtroppo molto bene. L'Italia si divide in due schieramenti, i "pro" e i "contro", ciascuno con i propri politici scienziati giornalisti economisti da una parte o dall'altra. La piccola percentuale dei "non allineati", quella che ragione esclusivamente con la propria testa, si trova proprio malgrado a essere iscritta d'ufficio al gruppo degli uni o degli altri, quasi veramente non fosse possibile percorrere una propria libera strada, frutto di constatazioni e non di opinioni. Oppure viene azzittita a malo modo e relegata nella cerchia dei complottisti, terrapiattisti, sostenitori del non sbarco dell'uomo sulla Luna e così via...
Qual che esempio: se si ascolta il Nobel Montagnier che incrementa il sospetto di un collegamento fra i laboratori di Wuhan e la partenza dell'epidemia da Wuhan, sul carro salta Salvini con i suoi, gli avversari si scatenano contro lo scienziato "rincoglionito" e i sostenitori della sua tesi perché "altrimenti si rafforza Salvini". A questo punto, se qualcuno - anche il più scatenato bolscevico comunista - osa ragionevolmente sottolineare che sia almeno un'incredibile coincidenza che il virus si diffonda a partire proprio dal mercato della città dove si studia nei laboratori il coronavirus, questo viene tacciato inevitabilmente di essere collaborazionista della Lega.
Se si concorda con Sgarbi che riporta i dati dell'ISS che sconfessano i 25.000 morti "per coronavirus" e si sottolinea la necessità di una ripartenza diversificata tra Regioni che hanno situazioni estremamente diverse, qualcuno subito ti dice: "allora sei d'accordo con Forza Italia e con quel malandrino di Sgarbi".
No, io, uomo di parte, dichiaratamente schierato non nel centro sinistra ma a sinistra, voglio essere libero di dire che le coincidenze sono impressionanti - come se un asteroide colpisse esattamente la sede della Nasa che studia gli asteroidi, che le riviste scientifiche non hanno negato la "possibilità", ma la "probabilità" che il virus sia partito proprio da Wuhan. E voglio essere libero di dirlo da internazionalista convinto, non certo perché ce l'abbia con un popolo meraviglioso come quello cinese, non me ne frega proprio niente se il virus sia nato in Cina o in Bessarabia, ma perché è necessario capire perché e da dove sia partito per combatterlo tutti insieme. 
Voglio essere libero di attraversare il confine tra Italia e Slovenia e tutti gli altri confini di Europa. Voglio essere libero io, come voglio che siano liberi di attraversare i confini tutti coloro che fuggono da fame guerra e persecuzioni. E voglio che gli italiani - tutti indistintamente - non siano considerati un pericolo planetario perché in Lombardia (e non solo, ahimé) sono stati mandati al massacro operatori sanitari, ospiti di case di riposo e anziani afflitti da tante malattie. Oppure perché - lo dice la Direzione del Ministero della Salute, con buona pace del Ministro Speranza, di sinistra - dal 20 gennaio al 10 marzo si è lasciato andare la gente allo stadio, a sciare, nelle fabbriche e negli ospedali senza presidi "perché si temeva di creare il panico".
No, io voglio che siano tolte le barriere di confine che abbiamo fatto tanta fatica ad abbattere e voglio essere libero di dire che in tutta questa storia non c'è destra o sinistra, ma (poca) coscienza e (molta) incoscienza. e che non è giusto che per l'incoscienza di pochi si debba "pagare tutti".
Infine, il 10 aprile (il 10 aprile!!!!!) si è creata la task force (che orribile termine!) per la fase 2. E prima non si è fatto nulla? Un altro team (altra espressione orribile) di esperti, selezionati accuratamente, nessuno sa e saprà mai con quali criteri, decideranno come dovrà "ripartire" l'economia. Mentre il precedente team di scienziati non ci spiega perché un mese e mezzo di reclusione non abbia prodotto che scarsi risultati, stando almeno ai numeri che un team di statistici ci hanno propinato per due mesi senza alcuna logica tecnica e scientifica.
No, davvero, non è andato niente bene!

mercoledì 22 aprile 2020

Confini aperti, odprte meje

Il secondo post è una lettera ai sindaci di Nova Gorica e Gorizia, invocando l'apertura dei confini...


Gentili Sindaci di Nova Gorica e Gorizia, Klemen Miklavič e Rodolfo Ziberna,
vi scriviamo come cittadini goriziani ed operatori culturali, ringraziandovi anzitutto per lo sforzo che state realizzando per raggiungere il grande obiettivo della “Nova Gorica - capitale europea della Cultura 2025”.
Abbiamo seguito i Vostri sforzi, in questi giorni, per chiedere almeno l’apertura di alcuni varchi ciclo-pedonali per non interrompere del tutto le relazioni tra le due Gorizie e Šempeter – Vrtojba.
Purtroppo è forte il timore che la situazione di difficoltà provocata dal coronavirus perduri ancora a lungo nel tempo. Le restrizioni che colpiscono tutti gli sloveni e gli italiani probabilmente continueranno, sia pur allentate e c’è un serio rischio che la nostra zona “di confine” risulti particolarmente penalizzata.
Riteniamo che sia necessario un ulteriore e più grande sforzo e vi chiediamo che vi rivolgiate di nuovo, a nome di tutti noi, ai Governi Sloveno e Italiano, affinché siano facilitate quanto più possibile le relazioni lavorative, culturali, sportive e interpersonali tra le popolazioni che vivono sul nostro territorio.
Nel caso in cui perdurasse la situazione di sospensione della libera circolazione tra gli Stati dell’Unione Europea, si potrebbe immediatamente pensare al ripristino di valichi secondari, anche soltanto pedonali oppure anche di permessi simili alla “vecchia propustnica”, riservati a cittadini che vivono nei Comuni di Gorizia, Nova Gorica, Šempeter – Vrtojba, come anche in tutti i comuni lungo il confine italo-sloveno.
Sarebbe inoltre opportuno, in un secondo tempo, immaginare una specie di “punto franco” transfrontaliero, coinvolgendo da una parte tutti i Comuni della Primorska (parte slovena da Bovec -  Plezzo a Piran - Pirano), dall’altra quelli dei territori della Regione FVG lungo in confine (da Muggia alla Val Canale, comprendendo anche il territorio aquileiese, precedentemente nell’ex provincia di Udine), con un preciso comune compito, quello di studiare e realizzare insieme progetti riguardanti ambiente, lavoro, attività produttive, cantieristiche e portuali, turismo, cultura ecc.
Con un cordiale saluto


Spoštovana župana Nove Gorice in Gorice, Klemen Miklavič in Rodolfo Ziberna,
na vas se obračamo kot meščani in kulturni akterji dveh Goric (Gorice in Nove Gorice) in se vama najprej zahvaljujemo za napore, ki jih vlagata, da bi dosegli skupni cilji,  da bi Nova Gorica s podporo Gorice  postala leta 2025 Evropska prestolnica kulture.
V teh dneh aktivno spremljamo tudi vajina prizadevanja, da bi se odprli mejnih prehodi vsaj za pešce in kolesarje, tako da se stiki med obema Goricama (ter Šempetrom in sosednjimi kraji) ne bi povsem prekinili.
Nad nami lebdi bojazen, da se bo zaskrbljujoča situacija zaradi korona virusa še dolgo nadaljevala in da se bodo omejitve, ki so že tako hudo prizadele prebivalce obeh držav, verjetno podaljšale, čeprav v milejši obliki, skozi celo letošnje leto. Iz tega izhaja upravičena skrb, da bo naše obmejno področje še posebej prizadeto in osamljeno.
V tem kočljivem trenutku pa smo trdno prepričani, da so potrebni še posebej vajini nadaljnji skupni napori za odpiranje našega goriškega prostora. Zatorej se na Vaju obračamo s prošnjo , da se ponovno, v imenu vseh prebivalcev obeh Goric, obrneta na vladi Republike Slovenije in Republike Italije, da bi čim prej omogočili medsebojne stike, ne le na delovni, pač pa tudi na kulturni in medosebni ravni med ljudmi, ki bivajo na našem področju. Naj goriški prostor zadiha tudi v tem nadvse kočljivem trenutku odprteje, a še vedno v skladu z zdravstvenimi pravili, veljavnimi v  obeh državah.
Če bi se namreč omejevanje svobodnega pretoka ljudi med državami EU nadaljevalo, bi kazalo razmisliti o ponovni uvedbi mejnih prehodov za obmejni promet. Dovoljenja, ki bi bila morda slična nekdanjim »propustnicam«, bi omogočila prebivalcem občin Gorice, Nove Gorice, Šempetra – Vrtojbe, kot tudi vseh preostalih obmejnih občin na obeh straneh državne meje med Slovenijo in Italijo.
Pri nadaljnjih korakih bi bilo morda na mestu uvesti neke vrste »čezmejno prosto cono« , ki bi obsegala po eni strani vse občine Primorske (od Bovca do Pirana) in po drugi strani obmejni pas od Miljskih hribov do Kanalske doline (z vključitvijo ozemlja bivšega Oglejskega patriarhata, ki je del Goriške, oz. Videmske pokrajine), z zadolžitvijo, da pričnemo konkretno preučevati skupnih nam načrtov, ki se nanašajo na okolje, gospodarstvo, proizvodnjo, gradbeno in pristaniške dejavnosti, kulturo, turizem, itd.
S spoštovanjem,
Andrea Bellavite, občan Gorice in župan Aiella del Friuli (ndrbll@gmail.com, +39 339 638 2180)
Pavla Jarc, direktorica Kulturnega doma Nova Gorica
Igor Komel, predsednik Kulturnega doma Gorica
Gorica – Nova Gorica, 21 .4.2020

Lettera aperta alle/ai Sindache e Sindaci del Friuli-Venezia Giulia

Oggi condivido due lettere aperte. La prima è la seguente, scritta dalla rete Dasi del F-VG e dedicata ad amministratrici e amministratori della Regione...


Lettera aperta alle/ai Sindache e Sindaci del Friuli-Venezia Giulia

Gentili Amministratrici e Amministratori,
vi sappiamo impegnate/i in questo difficile periodo nell’assistenza alla popolazione provata dal coronavirus e dai vari Decreti e Ordinanze che si sono succeduti negli ultimi due mesi.
Seguiamo con attenzione il vostro prezioso lavoro e per questo ci permettiamo, come Rete DASI FVG (un coordinamento tra associazioni e persone che si occupano di Diritti, Accoglienza e Solidarietà Internazionale, che si incontrano a Zugliano (UD) c/o il Centro di Accoglienza "E. Balducci"), di proporvi alcune considerazioni sulla distribuzione dei buoni spesa e sulla condizione in generale delle persone indigenti, tra cui i senza fissa dimora.
Facciamo presente che la specifica Ordinanza della Prot. Cvile (658 del 29 marzo) individua tra i beneficiari del provvedimento "i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19 e quelli in stato di bisogno, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali....", mai limitando l'acceso a questo contributo ai soli residenti, come purtroppo registriamo nei Comuni del FVG.
Abbiamo notato anche una grande diversità tra un Comune e l’altro, tra un ambito socio-sanitario e l’altro, in rapporto ai criteri scelti per discernere i potenziali utilizzatori del servizio. Mentre ruolo fondamentale è svolto dagli Uffici dei Servizi Sociali dei Comuni o delle aggregazioni di Comuni, riteniamo che le scelte fondamentali debbano competere alla politica, in particolare ai rappresentanti scelti dalle Comunità.
Queste ci sembrano le questioni controverse, intorno alle quali vorremmo chiedervi di intervenire, anche integrando i moduli già predisposti per le indicazioni per ricevere i buoni spesa:
Il criterio della SOLA Residenza. La logica del Decreto istitutivo è quella di dare un aiuto alle persone in difficoltà, intorno a un diritto naturale fondamentale, quello di poter mangiare e accedere ai beni di prima necessità. Non è possibile distinguere la necessità di alimentarsi delle persone che sono state penalizzate dalla mancanza di lavoro provocata dalle restrizioni seguite al virus da quella di tutte le altre persone che vivono in modo cronico o contingente situazioni di particolare difficoltà. In questo senso, riferimento ineludibile, come peraltro proposto dalla citata Ordinanza, è fare riferimento alla possibilità per i Comuni di appoggiarsi agli strumenti del FEAD (fondo europeo agli indigenti) che individua tra le principali linee di azione i SENZA FISSA DIMORA e comunque le persone che si trovano nella vostra realtà lontano dalla loro residenza, per motivi di lavoro, studio, transito, rientranti nella condizione di "necessità", senza dimora. Per persone senza dimora si intendono le persone che: a) vivono in strada o in sistemazioni di fortuna; b) ricorrono a dormitori o strutture di accoglienza notturna; c) sono ospiti di strutture apposite, anche per soggiorni di lunga durata; d) sono in procinto di uscire da strutture di protezione, cura o detenzione, e non dispongono di una soluzione abitativa.
Oggetto degli acquisti con i buoni spesa. Tenuto presente della diversità di approcci dei vari Comuni, proponiamo sia garantita a tutti i beneficiari la possibilità di acquistare alimenti e generi di prima necessità, senza previe preclusioni, lasciando a essi la possibilità di decidere dove e che cosa acquistare, evitando la distinzione tra i generi di prima necessità, in quanto l’acquisto e la distribuzione sarebbe affidata alla mediazione delle associazioni di volontariato e del terzo settore, anche in collegamento con produttori locali (agricoltori, panificatori, farmacisti.....) che potrebbero così avere una loro parte nell'iniziativa.
Provvedimenti urgenti e indifferibili poiché venga prestata adeguata e tempestiva attenzione ai dormitori, ai cittadini che ne fruiscono, oltre a coloro che, ogni giorno lavorano all’interno e ne permettono il funzionamento (gli operatori del pubblico e privato sociale). Infatti, ad oggi, molte organizzazioni di terzo settore e i loro operatori, pur avendo adottato misure straordinarie per affrontare questa emergenza sanitaria da Covid-19, non hanno comunque la possibilità, se lasciate sole, di superare la crisi. L’eccezionalità della situazione impone l’adozione di misure, atti e comportamenti ulteriori; come anche è stato ben ricordato dal Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, occorre immediatamente rafforzare le misure di tutela sanitaria a favore delle persone senza dimora e garantire adeguati sistemi di sorveglianza sanitaria per gli operatori sociali coinvolti nell’erogazione di servizi ricordando come questo è peraltro già stato previsto dalla Circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali del 28 marzo 2020 relativa alla gestione del “Sistema dei Servizi Sociali –Emergenza Coronavirus” che chiarisce, agli enti locali ed alle Regioni, la responsabilità di garantire la tutela dei diritti fondamentali di tutti, anche e soprattutto assicurando e garantendo i servizi per le persone più vulnerabili.
Auspichiamo che siano dunque incentivate le soluzioni alloggiative emergenziali, facendo ricorso ad alberghi o altre strutture predisposte ad hoc su disposizione di Sindaci e Prefetti, permettendo quindi di accogliere le persone senza dimora che devono rimanere in quarantena, oppure le persone positive non sintomatiche o in via di negativizzazione. Infine si chiede, a fronte di tutto quanto sopra riportato e argomentato, di avere particolare cautela ed attenzione nel dare indicazione ai preposti organi di accertamento di porre attenzione, nelle operazioni di controllo del territorio, alle persone senza dimora per il solo fatto che sono in strada e non a casa, poiché pare chiaro che esse non siano messe nelle condizioni di ottemperare alle disposizioni vigenti.
Certi di trovare ascolto, e disponili ad un confronto, inviamo cordiali saluti.
Zugliano 21 aprile 2020

Pierluigi DI Piazza (Centro Balducci), Annalisa Comuzzi (Donne in nero), Gianfranco Schiavone (ICS), Anita Zucchi (Ospiti in arrivo)
per la Rete DASI FVG (Diritti, Accoglienza, Solidarietà Internazionale)
c/o Centro E. Balducci, piazza Della Chiesa, 1 Zugliano/Pozzuolo del Friuli (UD)
mail: retedirittifvg@gmail.com ; tel 3384475550

martedì 21 aprile 2020

"Immuni" dalla democrazia, in nomine Securitatis

"Non c’è stato nessun vuoto decisionale - dichiara al Corriere della Sera Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute -. Già dal 20 gennaio avevamo pronto un piano secretato e quel piano abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio".
Davvero sembra di essere in uno di quei film horror tanto di moda alcuni anni fa. Il virus che si diffonde, il Potere che sa e che tiene il segreto per non far spaventare la gente, i provvedimenti presi quando è ormai tardi, perché l'eroe di turno ha svelato i retroscena.
60 milioni di italiani, appartenenti allo stato con la più bella Costituzione al mondo, trattati come bambini incapaci di intendere e di volere. E dal 20 gennaio al 10 marzo, cosa hanno fatto, "per contenere il contagio?
Hanno lasciato Ospedali, Case di Cura, Case di Riposo totalmente impreparate, in mano alle decisioni di sindaci o direttori costretti a prendere da soli decisioni difficili, con le conseguenze tragiche che sono sotto gli occhi di tutti. Hanno consentito feste di popolo e dichiarazioni incoscienti, sulla base dell'infantile principio dell'"andrà tutto bene", brindisi in piazza organizzati da (probabilmente) ignare amministrazioni di destra e di sinistra, hanno lasciato tranquillamente svolgere partite di calcio nazionali e internazionali, con stadi strapieni di spettatori, hanno permesso di continuare a lavorare fianco a fianco nelle fabbriche lombarde e piemontesi, senza alcuna protezione, hanno incentivato il turismo al punto che una Regione come il Friuli-Venezia Giulia offriva skipass gratis a chi avrebbe voluto passare sullo Zoncolan o a Tarvisio la domenica 8 marzo (sì, due giorni prima della chiusura della maggior parte della attività!).
E si potrebbe continuare ancora a lungo, con buona pace dei quasi 150.000 contagiati "ufficiali" e dei 25mila morti (una percentuale record assoluto del mondo in quanto a morti in rapporto al numero dei contagiati), provocati anche dalla "linea di non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio".
Certo, le dichiarazioni dell'alto esponente del Ministero della Sanità al Corriere della Sera si spera siano quanto prima smentite e attribuite - come si fa di solito - alla cattiva comprensione del giornalista. Perché se non fosse così, sarebbe una grave ferita della democrazia. I cittadini tenuti ignari dei rischi che corrono, ora vengono invitati a farsi "tracciare" dalla app Immuni, in modo che il Potere possa sempre sapere dove si trovino, possa assumersi in proprio l'onere di decidere al posto loro, possa determinare che cosa debbano o non debbano fare nella vita.
Naturalmente, tutto per "garantire la loro sicurezza".
Non si sa se pensare alla figura del Grande Inquisitore di Dostoevskij, alla confraternita di O'Brien di Orwell, a qualche sogno di Cankar, o al geniale cartone Minivip di Bruno Bozzetto...

lunedì 20 aprile 2020

Verso il 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo

Il XX secolo ha testimoniato due modi opposti per uscire dai grandi momenti di crisi internazionale.
Dopo la guerra 1914-18 le difficili condizioni di vita hanno portato alla diffusione del veleno liberticida e razzista, incarnato soprattutto nelle dittature. E’ stato un dopoguerra cupo, aggravato prima dall’epidemia “spagnola” e dalla presa di potere da parte di Mussolini in Italia, poi nel 1929 dal crollo di Wall Street e successivamente, soprattutto dall’ascesa di Hitler nella Germania nazista. L’esito, spaventoso, è stata l’incredibile violenza razzista, la seconda guerra mondiale, con tutto il suo carico di orrori, decine di milioni di morti, il male assoluto dei campi di sterminio, le città rase al suolo dai bombardamenti a tappeto, Hiroshima… In tutto questo c’è stato chi ha difeso l’onore di una Nazione infangata da un ventennio di dittatura fascista, dalla vergognosa proclamazione delle leggi razziste, dall’entrata in guerra a fianco dei criminali nazisti, dalle infinite sofferenze inflitte alle inermi popolazioni slovene durante l’occupazione della loro terra: si tratta dei partigiani che hanno rischiato e spesso perduto la loro vita per combattere contro gli oppressori e per guadagnare ai posteri un futuro di libertà, di giustizia, di pacifica e rispettosa convivenza tra i popoli.
Dopo la guerra 1939-45, almeno in Italia, la ricostruzione ha portato grandi ed entusiasmanti novità, radicate nel terreno della lotta partigiana. La scelta repubblicana, la bella Costituzione, l’adesione alla Dichiarazione universale dei diritti della persona umana, la partecipazione alla nuova Organizzazione delle Nazioni Unite hanno consentito la nascita una nuova Italia, libera, democratica, fondata sul lavoro e su un potere “appartenente al popolo”. La Nazione ha saputo imparare la lezione della guerra e, grazie all’intuizione di alcuni intellettuali confinati nell’isola di Ventotene, è stata tra le protagoniste nell’edificazione della nuova Europa. Si è realizzato così un lungo periodo di benessere e di pace, forse il più lungo del quale hanno potuto godere degli esseri umani nel corso della storia dell’umanità. E’ vero, tutto ciò ha riguardato una piccola parte del mondo, nel resto del pianeta sono nel frattempo continuate a esistere fame, malattie, miseria e guerra. Il percorso verso una nuova umanità, non più divisa da confini e da terribili ingiustizie, è ancora molto lungo e ha trovato nella crisi di questi giorni un momento di enorme importanza.
Come usciremo dal coronavirus? Il ricordo delle tante persone che si sono ammalate, di quelle – troppe! – che hanno perso la vita a causa del morbo ma anche di tanti errori e interessi di parte, porterà a una catastrofe peggiore, come accaduto dopo il 1918? Oppure, come e più di quanto accaduto dopo il 1945, sarà invece l’inizio di un nuovo modo di concepire il tempo, gli spazi, il rapporto con l’ambiente, le relazioni interpersonali, quelle fra le Nazioni? Questo tempo di silenzio e di sostanziale reclusione, sarà l’inizio di un mondo nuovo, dove la sofferenza condivisa ci farà sentire tutti parte di una più vera e fraterna umanità? Raggiungeremo gli obiettivi di una solidarietà universale, della centralità della persona rispetto al profitto economico, di un’autentica uguaglianza nei diritti, di una libera circolazione delle persone ovunque? Si fermeranno le industrie e i commerci delle armi, sostituiti da enormi investimenti per la salute, per l’alfabetizzazione, per un lavoro e una giustizia sociale compatibili con la salvaguardia e il rispetto della nostra terra madre?
La risposta a queste domande dipende anche da ciascuna e ciascuno di noi.

domenica 19 aprile 2020

Per una società che non uccida Socrate...

Ecco per oggi un bell'intervento di Luca Bagnarol, che molto volentieri viene qua riproposto:

Forse presto finirà la quarantena e potremo gradualmente riprendere la nostra vita ordinaria, cosa rimarrà di questo, dei lutti, delle sofferenze, della crisi affrontata... Affronteremo il mondo in modo diverso o ci sentiremo sempre più minacciati? Anche senza virus nel mondo si continua a morire, ma quelli sono diversi, forse che non siamo tutti diversi? E tra noi non ci sono forse anche i neurodiversi, emarginati eppure spesso capaci di estrarre le soluzioni più impensabili? Abbiamo una grande occasione per ripartire, riprendere da dove avevamo sbagliato all'inizio del millennio... Abbiamo, risorse, tecnologie e immaginazione per fare un salto di qualità ma per farlo serve una nuova società, globale, aperta, integrante... Capace di realizzare l'auspicio di Popper per una società che non uccide Socrate.
Luca Bagnarol

sabato 18 aprile 2020

Come uscire "bene" dalla crisi? Le proposte di Diem25

Più che mai in questo momento è necessario credere in un'Unione Europea solidale e coesa. Anche se i segnali, a livello inter-nazionale e ancora maggiormente nazionale, non inducono a facili ottimismi, c'è chi propone strade concrete per uscire da questa situazione in modo costruttivo e non distruttivo. Sembra utile richiamare la posizione dell'ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis e del movimento transnazionale per la democrazia in Europa Diem25. I "tre punti" per la ripartenza sono degli enunciati che devono essere riempiti di azioni, ma indicano indubbiamente una via alternativa alla riproposizione di un capitalismo selvaggio o di un pernicioso sovranismo. Ecco qua, la proposta, immediata e precisa (peraltro in parte già "cassata" dal voto del Parlamento Europeo di ieri, con incredibile autolesionista voto determinante di Lega e Forza Italia!):
  1. Emissione di 1000 miliardi di euro in Eurobond da parte della BCE

  2. Erogazione di un Sussidio di Solidarietà Europeo di 2000 miliardi di euro

  3. Introduzione di un Programma Europeo di Ripresa e Investimento Verdi

Sì, già si possono intuire le obiezioni: belle parole, pure illusioni, utopie di una sinistra ideologica, ecc. Non è così, la posizione di Diem25 guarda all'Europa ma il suo sguardo la travalica e si proietta verso una visione planetaria, cogliendo la drammatica situazione determinata dal coronavirus come un'occasione per "inventare" un futuro non più incentrato sugli interessi macroeconomici multinazionali, ma sulla giustizia sociale, sulla salvaguardia e tutela dell'ambiente e sulla centralità dei diritti di ogni Persona. E a questo forte progetto lavorano da decenni - finora sostanzialmente inascoltati - scienziati, politici, economisti, filosofi, espressione di grandi movimenti popolari diffusi in tutto il Mondo. La violenta repressione dei moti di Genova 2001 e il silenziamento di milioni di pacifisti contrari alla seconda guerra in Iraq del 2003 furono atti che dimostrarono quanto l'establishment capitalista tema tuttora la forza di un Popolo coeso e competente. Quella volta finì come tutti si sa, ma questa volta la crisi è planetaria e quindi, se non ora quando?

venerdì 17 aprile 2020

Fra Verità assoluta e relative opinioni...

E' sempre ovviamente un parere personale, ma stavolta sento necessario premettere un forte "secondo me..."
...Secondo me, nel diluvio di informazioni, notizie, conferenze stampa, talk show di questo periodo prende progressivamente forma una grave minaccia, quella rivolta al libero pensiero e alla possibilità di esprimere opinioni. In nome della "dea sicurezza" si configura perfino l'idea della costituzione di "commissioni" per smascherare le fake news, ritenute pericolose forme di destabilizzazione dell'umana convivenza. In tutto questo ci sono molti "ma"...
Anzitutto il presupposto è quello che esista una "Verità" ufficiale, contraria a qualsiasi diversa posizione ritenuta "falsa". E chi è il depositario della Verità ufficiale? Genericamente si risponde con il gruppo degli "esperti" oppure, in modo che vorrebbe cancellare qualsiasi possibile dubbio, "la comunità scientifica". Ora, è fin troppo facile constatare che i più noti "esperti" nel caso del coronavirus hanno sbagliato tutte le previsioni, prima di diventare indiscutibili soloni dai quali dipende il nostro destino e che in ogni caso non hanno affatto posizioni univoche. In quanto alla "comunità scientifica", essa non solo in realtà è divisa da percorsi e orientamenti molto distanti gli uni dagli altri, ma anche nel tempo si è resa garante della "stabilità delle acquisizioni", facendo passare tempi molto duri a chiunque avesse proposto qualcosa di diverso. Del resto, qualsiasi nuova scoperta o conquista della scienza ha avuto bisogno di persone considerate sul momento del tutto insane di mente, che hanno avuto il coraggio di mettere in discussione ciò che sembrava ovvio. basti pensare alla rivoluzione copernicana, alla teoria evoluzionistica, al vaccino contro il vaiuolo, alla teoria della relatività, giusto per portare qualche esempio eclatante.
Si potrebbe obiettare che la "falsa notizia" potrebbe danneggiare gravemente qualcuno o addirittura l'intera collettività. Questo è vero, purtroppo le fake news sono sempre state utilizzate dal Potere per scatenare guerre assurde, accusando i "nemici" di qualsiasi nefandezza. Ma, appunto, è sempre stato un atto del Potere quello di determinare la verità o la falsità delle affermazioni procedendo dai propri interessi e l'inganno venefico è stato rilevato - fino a spesso tragica prova contraria - dai pochi "resistenti" che hanno spesso pagato con la vita la loro opposizione al pensiero dominante.
Non si può lasciare a nessun Potere il compito di stabilire la "Verità", perché essa non esiste, esistono solo le opinioni. In uno Stato democratico la convivenza è tutelata dal pacifico concorso e dal serrato dialogo tra le diverse visioni del mondo, oltre che dalle garanzie determinate dalla Magistratura. Se una notizia è diffamatoria, non è una fake news ma un crimine che deve essere riconosciuto e sanzionato dopo regolare processo. E se una notizia tende a favorire movimenti neofascisti, azioni di stampo razzista o mette in discussione i diritti fondamentali della persona, essa non è una fake news, ma un atto eversivo che contrasta con la Costituzione e le Leggi dello Stato e come tale deve essere perseguita.
Tutto il resto è libera opinione, libertà di ricerca ed esercizio attivo dell'autentica Democrazia.

giovedì 16 aprile 2020

In memoria di Luis Sepulveda

Luis Sepulveda ci ha lasciato. E' stato uno scrittore straordinario, ci ha lasciato testi belli e ricchi di umanità, per adulti e per ragazzi. Ma è stato anche un uomo resistente, molto giovane è stato accanto a Salvador Allende, travolto dal colpo di stato di Pinochet nel 1973 e due volte rinchiuso nelle prigioni cilene, prima di esser espulso dalla sua Nazione. Tra America del Sud ed Europa, ha trascorso la sua esistenza inviando, con il suo stile appassionante e semplice, messaggi di pace, di ricerca di una simbiosi tra cultura e natura. Sempre partecipe delle lotte per la giustizia sociale, è stato un coerente testimone in questo tormentato tempo. La sua morte, dentro l'ampio contesto della malattia globale, assume quasi un valore simbolico, indicando egli la strada ineludibile della fraternità universale come quella da seguire per uscire in modo positivo e costruttivo da questo lungo e misterioso tempo di riflessione. Già solo il suo ricordo ha consentito un vero e proprio balzo di qualità, nell'oceano di parole che stanno soffocando ogni anelito di libertà e di vita e l'autentica Cultura è improvvisamente entrata nello spazio angusto dei media e dei social. Un uomo da solo può trasformare il mondo, con il suo vivere e con il suo morire. Riposi in pace.

mercoledì 15 aprile 2020

Tempi duri per i viandanti...

La caccia al runner, con elicotteri e droni, potrebbe forse apparire come l'episodio più ridicolo di questo periodo drammatico. In realtà non c'è niente da ridere, la corsa disperata di quegli individui solitari braccati è inquietante, fa pensare a uno Stato di polizia e non più di diritto.
Da quelle immagini, abbondantemente diffuse dalla televisione, sorgono tante domande, alcune delle quali non dovrebbero essere troppo difficili.
Anzitutto, dopo un mese e mezzo di reclusione forzata, il numero quotidiano di casi di nuovi contagi è relativamente ancora molto alto, come pure purtroppo quello dei decessi. E' possibile sapere la tipologia "sociale" di queste migliaia di persone colpite dal virus, in particolare dopo il 24 marzo (14 giorni dopo la chiusura quasi totale dell'Italia)? Si tratta soltanto di coloro che sono stato costretti a continuare la propria vita ordinaria in condizioni rischiose, come operatori sanitari, operai nelle fabbriche ancora aperte, esercenti di commercio alimentare, ecc.? Se sì, perché non sono stati sufficientemente tutelati? Se no, occorre ammettere che le restrizioni non sono servite e niente e di conseguenza la "caccia al runner" altro non è che un desolante simbolo di un fallimento...
In realtà le inchieste stanno portando alla luce una tragica connessione tra squallidi interessi economici e incapacità politica, soprattutto in Lombardia, dove le testimonianze - in particolare dalle Case di Riposo - raccontano di situazioni che non possono essere riportate all'incoscienza bensì al vero e proprio crimine. Altro che "eccellenza lombarda" o esaltazione delle privatizzazioni!
Inoltre, si parla di fase 1 e fase 2. Il Presidente del Consiglio, solennemente, un paio di giorni prima di Pasqua dichiara di aver costituito la "task force" (come si dice oggi) per la ripresa economica e produttiva dopo la fase emergenziale. Ma vivaddio, davvero si è aspettato dalla proclamazione dello stato d'emergenza (inizio febbraio) alla metà di aprile per preoccuparsi di organizzare un "dopo" non basato sull'assistenzialismo ma su scelte e decisioni portatrici di un futuro possibile?
Ci sarebbe da dire molto anche sull'informazione, ormai praticamente a senso unico, quella di destra a difendere l'indifendibile nelle scelte soprattutto lombardo-venete, quella di centro sinistra a nascondere la sostanziale assenza di progettualità e la confusione creata da decine di decreti del presidente del consiglio ai limiti della costituzionalità e dal mancato coordinamento con le regioni, produttrici di altrettante ordinanze spesso contraddittorie rispetto a quelle nazionali. E chi non si allinea con la "versione ufficiale" viene tacciato di essere seminatore di dubbi, disfattista, costruttore di fake news. E forse, presto, potrà anche essere azzittito dalle "commissioni ad hoc" che si sostituiranno ai cittadini nel distinguere il falso dal vero.
Insomma, ci sono molte nubi nel cielo del coronavirus.  Facile criticare dal di fuori, senza riconoscere che gli italiani ce la stanno mettendo tutta per venirne fuori meglio possibile? Sarà anche così, ma uno Stato che - giusto o sbagliato che sia - decide in toto sulla vita dei cittadini senza che essi possano almeno esprimere un parere, non è uno Stato democratico. E dei Governi - nazionali o regionali - che derogano dal dovere di decidere secondo i percorsi costituzionali e si limitano soltanto a selezionare accuratamente gli scienziati ai quali affidare il destino di tutti i cittadini, non possono essere considerati Governi politici.   

martedì 14 aprile 2020

APRITE I PORTI! SUBITO...

Fa rabbrividire il pensiero che centinaia di persone si trovino in balia delle intemperie tra i flutti del Mediterraneo! Non c'è posto per loro nell'Unione Europea, focalizzata soltanto sulle proprie ferite, non c'è posto nei Paesi dove infuria la guerra, non possono neppure tornare indietro. Di loro si cura qualche ong, per questo "bombardata" da tante critiche ignoranti e incoscienti, ma apprezzata da Papa Francesco, il quale sembra essere purtroppo l'ultimo baluardo di umanità tra i Potenti della Terra preoccupati di blindare i propri interessi nel marasma generale che si è verificato.
Quante persone sono state inghiottite dal mare in questi giorni? Perché dovrebbero avere un minor "diritto alla vita" rispetto a coloro che sono stati colpiti dal coronavirus? Davvero si ritiene che la politica dei "porti chiusi" possa in qualche modo rallentare i contagi? Non è invece un'altra conferma di come questa situazione di emergenza venga utilizzata anche per compiere scelte che in altri tempi verrebbero ritenute sciagurate?
Anche i reclusi nei Centri Per il Rimpatrio, i detenuti nelle affollate italiche carceri, gli operai costretti a lavorare senza protezioni, hanno legittimamente paura e invocano attenzione e rispetto.
Non sia mai che una situazione di disagio come quella attuale, invece di portare con sé senso di fraternità e solidarietà universali, liberi i peggiori istinti egoistici e faccia dimenticare la verità più volte proclamata nei giorni pasquali, "non ci si può salvare da soli!"

lunedì 13 aprile 2020

AAA Cercasi Politici in grado di tradurre in scelte i progetti delineati da Francesco

Abolizione del debito, stop alla produzione e vendita d'armi, Europa solidale, reddito universale di base, rispetto e difesa della Terra, libera circolazione delle persone, sostegno alle missioni ong nel Mediterraneo...
Si potrebbe continuare ancora molto, quello proposto in questi giorni pasquali non è un generico invito a vivere senza perdere tempo questo momento di restrizioni, bensì un vero e proprio programma politico per un futuro sostenibile del nostro Pianeta.
Chi è l'autore di questo progetto? Lo sanno tutti, è Francesco, il vescovo di Roma, l'unico che riesce a sottrarre almeno per un po' i riflettori agli eserciti di vacui opinionisti, influencer, "esperti" di ogni sorta, politici e politicanti di destra e di sinistra,
Ascoltando il suo messaggio pasquale e leggendo gli scritti di questi giorni, nasce nel cuore un profondo desiderio. La speranza (ultima dea!) è che esista una nuova classe d governanti, libera dai vincoli di quella precedente e attuale, in grado di tradurre le alte parole del Papa in concrete decisioni autenticamente Politiche.
E' possibile che questo accada? E' un  programma troppo impegnativo? No, è lo stesso - anche se aggiornato - che aveva entusiasmato milioni di giovani negli anni della contestazione al G8 di Genova del 2001 e della grande manifestazione pacifista contro la guerra in Iraq del 2003. "Un altro mondo è possibile", era il tema che aveva coinvolto le folle, sostenute e aiutate da grandi teorici dell'economia e delle strategie di cooperazione e partenariato internazionale.
La violenta repressione dei moti di Genova, l'attentato alle Twin Tower e la guerra infinita scatenata da Bush avevano soffocato quell'anelito giovanile e avviato due decenni di stagnazione.
Il superamento del coronavirus, drammatica occasione per ri-centrare gli autentici valori e gli equilibri di forza planetari, sarà il momento in cui riprendere quel cammino interrotto, procedendo dai forti, accorati, attuali e solidamente convincenti appelli di papa Francesco?

sabato 11 aprile 2020

Buona Pasqua, "attraverso" tutto... (dedicato ai naufraghi dell'Alan Kurdi)

Tanti, in questi giorni, dicono: "Buona Pasqua, nonostante tutto".
E' un'affermazione essenzialmente contraddittoria, al contrario forse quest'anno c'è la possibilità di comprendere quale sia il messaggio della Pasqua dei cristiani.
La Risurrezione è un mistero della fede, anche i racconti evangelici preferiscono allontanarsi dal percorso della razionalità per avventurarsi nello spazio inesplorabile del simbolo interiore.
In ogni caso, come in ogni ri-nascita, si presuppone la morte, sia quella di Osiride, di Mitra o più semplicemente quella della natura in ogni primavera.
La Risurrezione non avviene "nonostante la morte", ma proprio "attraverso la morte". Non a caso la liturgia cristiana congiunge in un unico atto la sera della memoria (giovedì santo), la contemplazione della croce (venerdì santo), il grande silenzio (sabato santo) e l'annuncio gioioso della nuova Vita, la notte pasquale.
Quindi l'augurio di "Buona Pasqua" quest'anno si configura come speranza di rinascita "dentro" la sofferenza del tempo presente. Ciò è stato sempre chiaro nei luoghi in cui le festività pasquali sono state celebrate dove dilagano le malattie, le guerre, le morti per fame e per stenti. La Pasqua era un grido di speranza e nel contempo un'inascoltata invocazione di aiuto.
C'è voluto un virus che si è diffuso nelle terre dell'opulenza per riscoprire il vero senso di questa festa, la gioia non "nonostante", bensì "dentro" la normalità della vita e della morte.
Ma forse anche questa sveglia non è sufficiente, se per i poveri Cristi sull'Alan Kurdi non c'è un porto sicuro che li accolga. E' lì, sul Mare Mediterraneo, il Triduo Pasquale 2020, nella speranza che a quel lungo venerdì santo succeda quanto prima la domenica dell'accoglienza e della liberazione.

venerdì 10 aprile 2020

Era circa l'ora terza...

E' un racconto un po' lungo, ritrovato tra le letture di questo tempo di silenzio. Lo propongo sperando che possa essere utile come spunto di riflessione, in questo particolare venerdì santo dell'anno 2020. Il quadro è dell'artista aiellese Alida Virgolini. Buona lettura...
ab





Erano le 9 del mattino ma il caldo e la puzza erano già insopportabili nella cella scavata dentro la roccia occupata da Disham e da altri tre prigionieri. Uno era stato arrestato insieme a lui un paio di giorni prima durante una rappresaglia per il lancio di un missile “Katyusha” che aveva distrutto una casa colonica disabitata tre quattro chilometri oltre il confine: si conoscevano di vista ma da quando erano lì non si erano scambiati neppure uno sguardo, forse per non aggravare una situazione peraltro già compromessa dopo il sommario processo dall’esito scontato. Gli altri due erano personaggi piuttosto noti dalle cronache del tempo e incutevano una certa soggezione: i loro nomi di battaglia erano Bar Abbah e Jeshua Hanozri, quest’ultimo disteso in un angolo sopra gli escrementi emetteva un sottile gemito da quando i soldati l’avevano spinto a terra con un ultimo calcio sulla faccia. Era ridotto proprio male, una specie di spina gli feriva la fronte e il sangue dal corpo flagellato creava strane macchie sulla tunica sdrucita.
Quando la pesante porta di legno si aprì una cascata di luce si riversò nell’antro e i quattro istintivamente si coprirono gli occhi per non essere accecati. “Exite!”, ordinò con voce minacciosa quello che doveva essere un capo delle guardie; non ottenendo alcun risultato scese trattenendo il respiro e con la punta della lancia punse Hanozri costringendolo ad alzarsi. “Exite! Tertia est, viae crucis hora!” Tutti rabbrividirono e senza guardare il militare che li minacciava con l’arma uscirono trascinando le catene, uno dopo l’altro: il solo Bar Abbah fu respinto con violenza e precipitò indietro bestemmiando.
Non erano preparati a quella scena: si trovavano in un cortile quadrato dove erano schierati in tenuta antisommossa un centinaio di poliziotti che alla loro uscita cominciarono a battere ritmicamente il manganello contro gli scudi di plexigas. Il fragore era impressionante e Disham si sentì mancare, anche a causa del fumo dei lacrimogeni utilizzati per disperdere la folla che pretendeva di essere pagata: avevano buttato via un mucchio di tempo per andare davanti al palazzo pretorio a gridare il nome del condannato da salvare e ora venivano dispersi come cani randagi, senza neppure i soldi per un caffè…
In fila sei soldati si avvicinarono ai condannati, tenevano alle estremità tre tronchi levigati: con un certo sforzo li sollevarono cercando di posizionare il baricentro poco sotto il collo dei malfattori. Disham cadde subito a terra e fu rialzato di peso non senza aver assaggiato la frusta; Jeshua vacillò ma per il momento non fu tradito dalle ginocchia vacillanti; il terzo, con lo sguardo perso nel vuoto, non sembrò neppure accorgersi del peso che gli era stato collocato sulle spalle. “Satis est!” ordinò il centurione e cessò il frastuono, anche se si sentivano ancora lontano gli echi delle colluttazioni. I suoi nove subalterni impartirono qualche ulteriore istruzione, ordinarono ai militi di mettersi in fila per due, trenta davanti per aprire il passaggio tra la folla impegnata negli acquisti del giorno prima del Grande Shabbat, trenta dietro per impedire la fuga, trenta intorno ai tre per proteggerli da qualche eventuale tentativo di linciaggio. Ancora un attimo di silenzio e poi “Avanti, marsh!”
Anche se si vedeva che Hanozri era stato selvaggiamente picchiato quello che sembrava più affaticato era proprio Disham, il terzo invece si era prontamente portato avanti per non inciampare. Passarono sotto un basso arco di pietra, attraversarono la hall dell’hotel e furono proiettati negli incredibili vicoli dell’antica Jerushalaim: scene, voci, colori, sensazioni, profumi, emozioni nei quali ogni pellegrino o turista nel corso della storia avrebbe voluto tuffarsi! Ma in quel momento non c’era tempo per pensare ai pacchetti da “trattare” con le agenzie, neppure – a dire il vero – a come evitare i consueti bagni di sangue che si verificavano al tempo della Crociate. C’era solo da accompagnare il povero Disham, e con lui gli altri due condannati, fino al sinistro luogo del Cranio, il famoso Golgho thà…
Ciò che infastidiva maggiormente era l’assoluta indifferenza della gente: sì, poteva anche essere spiegata dal fatto che lo spettacolo non era raro, almeno un paio di giorni la settimana si ripeteva quella processione, manipolo davanti e dietro, in mezzo i poveri condannati preoccupati soprattutto di non cadere. Indifferenza di tutti? No, proprio di tutti no; ecco un tizio uscire da un negozio, poggiare sul banco la merce appena acquistata e avvicinarsi a Disham: “vuoi una mano? Se non ti offendi ti porto per qualche centinaio di metri la croce…” Il tempo di riscuotersi dallo stupore, un pensiero a svignarsela clamorosamente come nella scena consimile del film Brian di Nazareth e il tronco era già sulle spalle dell’uomo di Cirene; solo che non era il suo, bensì quello di Hanozri, più rapido nell’acconsentire alla richiesta del mercante. No, proprio di tutti no; ecco un gruppo di donne, dal velo sgorgano occhi limpidi e belli; una sembra molto giovane e accorre… “Dio, se mi tergesse un po’ di sudore!” Niente da fare, anche quella fanciulla sembra non accorgersi della sua presenza e sfuggendo alla presa delle guardie raggiunge in fretta Joshua, stende un fazzoletto sul suo viso e poi resta come impietrita a contemplare i segni del sangue rimasti impressi sul lino.
“Almeno la madre mi degnerà di uno sguardo!” Trattenute a stento dai soldati tre donne cercavano di raggiungere i condannati: la prima interruppe ben presto i suoi sforzi, il figlio che procedeva spedito davanti agli altri, incurante del peso che gravava sulle sue spalle, le aveva lanciato uno sguardo carico di odio prima di riprendere con grande dignità il cammino; la seconda aveva intessuto una breve ma dolcissima  conversazione senza parole con Hanozri; niente da fare, la madre di Disham aveva cominciato a inveire contro di lui, definendolo la rovina della famiglia per non essere riuscito a portare a termine con successo la missione che gli era stata affidata.
“Meno male che per me non sono previsti i chiodi!” pensava Disham mentre sentiva le urla del compagno di sventura mentre i ferri acuminati facevano a brandelli pelle tessuti e muscoli delle mani e dei piedi. “L’unico vantaggio è che morirà prima e dovrà sopportare per meno tempo questo supplizio”. Si lasciò docilmente legare - ormai non c’era proprio più niente da fare – e fu issato sulla croce: non ebbe certo il tempo e la voglia di ammirare dall’alto lo straordinario panorama della grande città le cui mura risaltavano particolarmente, sullo sfondo il cielo azzurro. Cercò la posizione migliore ma ogni sforzo provocava atroci dolori; nonostante ciò volle guardare gli altri due, in fondo erano accomunati dalla stessa terribile morte. Accanto a lui c’era Jeshua che sembrava assopito, forse – beato lui! - era svenuto per il dolore dei chiodi e per la lenta ma costante perdita di sangue dalle ferite recenti; più in là il terzo malfattore continuava a ostentare sicurezza e prendeva in giro i romani che peraltro non sembravano prendersela più di tanto. Fino a quel momento l’aveva ammirato per la forza e il coraggio che aveva dimostrato, ma ora Disham pensò che prima di morire forse sarebbe stato meglio recitare con il cuore qualche preghiera piuttosto che esalare l’ultimo respiro bestemmiando contro tutto e contro tutti; quando poi il terzo condannato se la prese addirittura con il vicino Hanozri accusandolo di essere un vigliacco, egli trovò le ultime energie per invitarlo a tacere e a rispettare “chi era coinvolto nella stessa pena”. Tanto più che quel poveraccio sembrava davvero incapace di fare del male a qualcuno, mentre invece loro due…
Oltre alla sofferenza c’era l’umiliazione della nudità: l’esposizione del corpo e il dileggio dei soldati ma anche di molti passanti senza pietà provocavano più sofferenza degli arti stiracchiati dai lacci. Almeno davanti a Jeshua c’erano qualche donna e un giovanotto imberbe che piangevano talmente rumorosamente da allontanare i curiosi e gli impertinenti. Forse fu proprio quella presenza amorevole a risvegliare il condannato dal torpore: aveva cominciato a dire qualcosa, ma era molto difficile capire il senso delle sue parole. Disham fu sorpreso dai suoi occhi - non avrebbe mai pensato che ci fosse ancora in lui la forza di muovere la testa sollevando un nugolo di mosche che bevevano il sangue senza alcuna devozione; non c’era alcun dubbio, erano occhi tanto buoni così come buona era la voce che emetteva una specie di mugolio indistinto. Riuscì ad afferrare soltanto “oggi stesso sarai con me in paradiso!”; non ebbe il tempo di pensare cosa volesse dire, in quel momento la terra sembrò sussultare ai piedi della croce, si fece buio ovunque e si udì un sinistro frastuono di macerie provenire dalla zona del Tempio.

giovedì 9 aprile 2020

Se l'Essere fosse un Sogno...

Nel momento in cui l'Imperatore aveva alzato la mano, il silenzio era calato sull'immenso anfiteatro. La lotta nella sabbia insanguinata era appena terminata e il Vincitore, tenendo il piede sullo stomaco dello sconfitto, attendeva il segnale per il colpo di grazia. Con esasperante lentezza il pollice indicò la terra e lo Sconfitto fece in tempo soltanto a fissare gli occhi, umidi di disprezzo e di terrore, in quelli grassocci e soddisfatti del Sovrano. Mentre la sua testa rotolava mestamente nell'arena, la folla scatenata sentì chiaramente un misterioso tintinnio e tutti trasalirono...
Nel cuore dell'Inquisitore si scontravano due sentimenti divergenti. Sapeva di essere nel giusto e di difendere l'Istituzione alla quale aveva regalato la sua intera esistenza. Ma il suo cuore aveva ancora qualche battito umano e lo sguardo di quella donna terrorizzata suscitava nel suo intimo emozioni da sempre soffocate. Prevalse il ruolo e quando gli fu offerta la torcia non esitò. La fiamma si alzò e le vesti della povera Indovina divennero fiamme crepitanti, in grado di soffocare l'ultimo grido, pieno di stupore e di dolore. Ma i presenti sentirono bene, forte e chiaro, un misterioso tintinnio e trasalirono...
Lei si chiamava Giulietta e lui Romeo. Ma potevano benissimo essere Piramo e Tisbe, Francesco e Giovanni, Anna e Laura. Condividevano un Amore che coinvolgeva tutto il loro essere e il loro Desiderio era più forte della paura della morte. Venne il Genitore, garante del Tempo e della Tradizione. Vide che avrebbero potuto congiungersi in un immenso Piacere, i Montecchi e i Capuleti, i figli e le figlie degli eterni nemici, i maschi con i maschi, le femmine con le femmine. Dovevano essere puniti, davanti a un'immensa platea. Li condusse sul monte del Golgothà e i suoi soldati crocifissero insieme amanti e amati, arsi dal caldo Sole della primavera incipiente. C'era anche un Profeta che stava proferendo le sue ultime parole. E con esse si sentì distintamente un misterioso tintinnio e tutti trasalirono...
Rideva l'Aviatore con i suoi colleghi, mentre sorvolava il Territorio avverso. Aspettavano di giungere sopra l'obiettivo per adempiere l'Ordine. Iniziò il conto alla rovescia, meno tre, meno due, meno uno. Johnny premette il bottone e la bomba discese pian piano, verso il fiume, verso i palazzi, verso i parchi della città. E fu mattina e fu sera. E fu notte. Ma in ogni parte del mondo tutti, improvvisamente, sentirono un forte, misterioso tintinnio e trasalirono...
...il tintinnio della sveglia riuscì finalmente ad avere la meglio e Dio si risvegliò, ricordandosi che in quel primo giorno avrebbe dovuto iniziare a creare l'Universo. Tornarono per un momento le immagini che avevano turbato il suo sonno - l'Imperatore, l'Inquisitore, il Genitore, l'Aviatore... - e stiracchiandosi pensò: "Meno male, era soltanto un sogno". E disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
   

mercoledì 8 aprile 2020

Adoratori "in spirito e verità"

E' logicamente giusto - e lo sa anche chi incoscientemente cavalca l'argomento per mera propaganda partitica - che non si celebrino le liturgie nelle chiese durante le festività pasquali. Ma il segnale "obbligato" forse può essere interpretato anche come un segno dei tempi e l'occasione per ritornare al più esplicito e nel contempo disatteso degli insegnamenti evangelici: l'eliminazione delle barriere fra persone, spazi e tempi sacri e profani.
Alla Samaritana che gli chiedeva se il luogo della preghiera fosse Gerusalemme o il monte Garizim, Gesù aveva risposto: "Nè da una parte né dall'altra. E' venuto il tempo in cui i veri adoratori, adoreranno Dio in spirito e verità." (cfr. Gv.4,21-23)
Ci sono voluti due millenni e un coronavirus perché questa affermazione del Maestro fosse presa in considerazione dai rappresentanti di quella Chiesa se-dicente "cattolica" che lungo tutto questo tempo ha preteso di esserne l'unica interprete autorizzata.
Per la prima volta nella storia del cattolicesimo il magistero afferma che i sacramenti sono soltanto dei simboli e che a decretarne la validità non è la forma bensì il desiderio. Non soltanto si può, ma si deve celebrare la Pasqua senza frequentare le chiese e senza partecipare a riti collettivi. Si può vivere una piena immersione nella relazione con il crocifisso risorto, aiutati dalle riflessioni portate nelle case dai media, ma soprattutto "in spirito e verità".
Al credente e al non credente che vive con intensità la sua fede o il suo ateismo (c'è poi tanta differenza?) appaiono imbarazzanti e insipienti gli sforzi di alcuni politici che ritengono la fede cristiana una specie di soprammobile da ostentare per riscuotere qualche voto in più. Di fronte a un Papa che cammina solo sotto la pioggia nel cuore di una piazza completamente vuota e al nuovo incontro con il trascendente che avviene nell'intimo del proprio cuore, invocare la possibilità di svolgere processioni non è soltanto pericoloso, ma anche ridicolo e improvvisamente anacronistico.
E' uno storico, inatteso ritorno alle origini, a quel colloquio tra una donna e Gesù presso il pozzo di Sichem, alla fede da vivere "in spirito e verità".
E' l'inizio della fine per la bimillenaria pretesa clericale di tenere sotto controllo la forza dello Spirito? E' l'inizio di una vera "cattolicità", consapevolezza dell'abbraccio universale e misericordioso del Mistero con tanti nomi e senza nome, a ogni essere umano, anzi a ogni essere vivente nell'Universo intero? E' la fine del Potere sulle coscienze di alcuni se-dicenti "donatori del sacro" (sacer-dotes) o costruttori di ponti tra l'umano e il divino (ponti-fices)? E' l'inizio di una rivoluzione delle coscienze, ritornate finalmente capaci di discernere liberamente il bene dal male?

martedì 7 aprile 2020

Le fake news si combattono pensando con la propria testa...

No, quella di costituire una Commissione per individuare le fake news e colpirne gli autori non è una buona idea. Non lo è perché in campo scientifico non è semplice distinguere la genialità dell'innovatore dall'immaginazione del falsario. Un gruppo di "controllori" dell'ortodossia assomiglia troppo all'inquisizione che in nome della "verità vera" si rifiuta di accettare le ipotesi in quel momento considerate fantascientifiche di chi la metteva in discussione. Ed è fin troppo facile passare dalla scienza alla politica, dove il Potere di turno potrebbe annichilire la rispettiva opposizione avendo i mezzi per definire "menzognero" chiunque cerchi di sottrarsi alla sua influenza.
E' sempre stato così, ogni guerra ha avuto bisogno di fake news per convincere generazioni di giovani a sbudellare tanti coetanei che non avrebbero avuto altrimenti alcun motivo per dichiararsi nemici. Tuttavia è innegabile come sia ancor più necessaria oggi una forte educazione al discernimento, a causa dell'alluvione di informazioni che sta travolgendo la cultura planetaria da un paio di decenni.
Rimanendo a esempi di questi giorni, chi capisce i criteri con i quali vengono "sparati" i numeri nelle criticatissime conferenze stampa quotidiane della Protezione Civile? Con quali strumenti, tra le migliaia di volti più o meno noti che affollano le tv, si possono distinguere i "falsi" dai "veri" scienziati? Come proteggersi dalla propaganda politica che cerca  per esempio di presentare come uno straordinario successo una catastrofe sanitaria - e forse anche un crimine - come quella verificatasi nel tragico marzo lombardo? Come impedire ai sindaci di trasformarsi da "garanti della giustizia" in volgari paternalisti se-dicenti educatori del popolo, ai cittadini onesti di diventare insopportabili delatori, ai capi partito di mettere i panni dei vescovi e ai preti di sostituirsi agli amministratori?
Un errore potrebbe essere quello di pensare che tutto ciò accada adesso e che il coronavirus abbia suscitato i peggiori istinti negli esseri umani. Non è così, semmai questo periodo porta all'evidenza ciò che non era a tutti chiaro. Trent'anni di formazione televisiva improntata al "non senso" della vita, al consumismo edonista più bieco, alla religione del Soldo e dell'effimero hanno provocato una malattia sociale profonda, dalla quale non sarà semplice guarire.
Un rimedio facile da usare, in questo tempo di inimmaginabili restrizioni, potrebbe essere semplicemente quello di spegnere la tv e scoprire di quanti insondabili e sorprendenti pensieri è capace l'umano intelletto e quali meravigliose emozioni possono albergare ancora nel cuore di ognuno.    

lunedì 6 aprile 2020

Yes, we can! Maria Chiara dottoressa, gioia e speranza...

La dottoressa Maria Chiara Coco è un'amica goriziana che da tanti anni studia, scrive poesie e trasmette a tutti profondi messaggi, pieni di bellezza, di umanità e di verità. La sua laurea - online a causa delle note restrizioni legate alla diffusione del coronavirus - è una tappa importante di un percorso di studi vissuto con grande impegno e non senza difficoltà, anche da parte di alcune istituzioni scolastiche, non sempre abituate a relazionarsi con chi - come scrive lei nel bel blog personale dellapoesiaealtro.it - "ha un cromosoma in più". Molto interessante è l'argomento della tesi sostenuta, uno studio sulla storia di Piramo e Tisbe, una sorta di Giulietta e Romeo dei remoti tempi dell'antichità greca, resa poi celebre dalle Metamorfosi di Ovidio. Un sincero "in bocca al lupo" per il prossimo futuro e un grazie a Maria Chiara che mi autorizza a pubblicare la sua riflessione all'indomani dell'importante risultato raggiunto. ab 





Il mio sogno si è avverato finalmente. In vari momenti del mio percorso scolastico ho temuto che gli ostacoli delle istituzioni avessero partita vinta e non potessi ottenere un diploma regolare. Con tanta tenacia ho lottato sostenuta dalla famiglia per trovare una scuola che mi desse questa opportunità. Accolta con disponibilità da un istituto di Treviso, ecco che il diploma è arrivato e con grande gioia ho potuto iscrivermi all’Università. I timori iniziali di incontrare nuovamente pregiudizi sono stati subito fugati dalla grande apertura mentale e dalla modalità inclusiva con cui ogni studente viene accolto, che garantisce che ciascuno possa contare sui supporti di cui ha necessità. Dalle prime lezioni mi sono immersa in un mare infinito di saperi, un continuo e stimolante arricchimento culturale per la mia mente.
A cose fatte, un ringraziamento è doveroso a tutti i docenti per la sensibile disponibilità che mi ha permesso di svolgere gli esami con serenità dando il meglio.
La mia grande passione per il mondo antico mi ha guidato nella scelta dell’argomento della tesi. Quale migliore spunto se non Ovidio, con il grande poema Metamorfosi? E tra tutti i miti narrati in esso, mi sono sentita attratta dalla triste vicenda di Piramo e Tisbe, giovani amanti sfortunati che ispirarono storie simili, una fra tutte Romeo e Giulietta. La triste vicenda dei due amanti infelici, attraente per la carica di drammaticità e romanticismo che la pervade, mi è piaciuta anche perché in essa la morte è destinata a soccombere ineluttabilmente di fronte alla vita, con la pace restituita alle due famiglie un tempo nemiche.
L’arte figurativa dedica moltissime opere a questo mito, con vari mezzi espressivi, rivelando come il racconto di Ovidio abbia sempre esercitato un profondo interesse in ogni epoca. La commozione che questa sventurata storia suscita non poteva lasciare indifferenti gli animi sensibili degli artisti, infatti si trasmette a chi osserva le tante raffigurazioni, molte delle quali si concentrano sulla scena finale, nella quale si raggiunge l’apice del pathos, con il suicidio della ragazza sul corpo di Piramo ormai morto.
La discussione della tesi, a lungo immaginata secondo tradizione, in una grande aula davanti alla commissione, con alle spalle un silenzioso gruppo di parenti e amici per festeggiarmi si è svolta invece, causa l’emergenza sanitaria, on line, dal salotto di casa. I professori virtualmente presenti sullo schermo, il mio viso in un riquadro piccolo, le voci un po’ modificate, rendevano il tutto surreale, ma genuina era l’emozione di una cerimonia comunque ufficiale.
La cosa bella, di cui dobbiamo essere grati alla tecnologia, è stata il poter concludere in questo modo un ciclo di studi e la possibilità di avere un folto gruppo di persone che hanno potuto collegarsi e seguire in diretta. Naturalmente il momento più emozionante è stato la proclamazione, in cui, stando in piedi solennemente, il presidente della commissione mi ha dichiarato dottore in lettere con 110 e lode.
In questi anni, oltre a lottare per me affinché il mio diritto allo studio venisse garantito, ho sempre sentito fortemente che la resilienza era la qualità più necessaria per sostenere una battaglia civile per il riconoscimento dello stesso diritto che a molti miei compagni di avventura con disabilità è calpestato. Allora mi sono sentita stimolata a proseguire in questo percorso che a me ha dato immensa soddisfazione, e allo stesso tempo poteva aprire la strada ad altri. Debbo ringraziare infinitamente una grande quantità di persone se a questo traguardo il mio percorso di studio è arrivato, vera sfida a tanti pregiudizi tuttora purtroppo difficili da domare. In ogni battaglia sociale e civile si deve saper guardare lontano, oltre gli ostacoli, conservando il proprio cuore forte senza tentennamenti, possibilmente con una squadra di persone che condividono il sogno di un cambiamento.
Maria Chiara Coco, dellapoesiaealtro.it

domenica 5 aprile 2020

No agli assembramenti, sì alle camminate solitarie...

Quale è il problema?
Il possibile contagio fra le persone asintomatiche e portatrici del virus e quelle non ancora colpite. Per evitare questo, in particolare per impedire l'intasamento degli ospedali e delle rianimazioni, l'unica via è quella di ridurre al minimo i contatti fisici interpersonali.
Le prescrizioni che hanno chiuso in casa centinaia di milioni di persone in Italia e nel mondo, sono dettate dalla necessità di diminuire più possibile il numero degli ammalati, soprattutto di quelli più deboli, i quali a causa del numero esorbitante di ricoveri rischiano e troppo spesso perdono la vita. L'auspicata discesa dei numeri è anche invocata per andare incontro al personale sanitario, oltremodo provato dalle tragedie connesse al coronavirus. Onore a chi ha perso la vita per salvare quella dei propri simili!
Dunque, il problema è quello di non essere troppo vicini gli uni agli altri, come nel regolamento sulla spesa nei supermercati, dove è richiesta la distanza di almeno un metro e possibilmente l'utilizzo delle mascherine chirurgiche.
Ma se le cose stanno così - e come non essere d'accordo con queste proposte precauzionali? - perché impedire alle persone la camminata solitaria, l'uscita all'aria aperta, il bagno di sole, la contemplazione del rifiorire della natura? Perché minare la salute e fiaccare il morale, rubando a tutti un'intera primavera? Quale pericolo può portare passeggiare da soli in un bosco, sui sentieri della montagna, sulle strade bianche tra i campi?
La risposta a questa domanda è che troppa gente non rispetta le regole e che per questo è indispensabile che tutti continuino a rimanere tappati tra le mura di casa (a eccezione naturalmente dei ricchi proprietari di case con ampio giardino, come sempre privilegiati rispetto agli abitanti dei condomini...).
In Italia ogni anno si contano circa 3500 morti e oltre 200mila feriti a causa degli incidenti stradali, gran parte dei quali provocati dall'inosservanza del codice della strada. A nessuno verrebbe in mente di impedire a tutti di guidare l'auto per evitare che l'incoscienza di pochi porti a far crescere il numero degli incidenti. Piuttosto è meglio moltiplicare i controlli e sanzionare con la massima severità chi li trasgredisce.
Così nell'attuale situazione, non sarebbe meglio punire con severità chi non rispetta la distanza di sicurezza creando pericolosi - questi sì - assembramenti e contestualmente lasciare in pace i poveri camminatori solitari?

Come sarà la mobilità post COVID-19?

Ecco un'interessante riflessione di Nevio Costanzo, che ringrazio per l'autorizzazione a pubblicare, su un tema solo apparentemente al margine della discussione di questi giorni, in realtà molto vero e importante...

Come sarà la mobilità post COVID-19?

Mi viene da pensare che, per un periodo sperabilmente limitato, si valuterà attentamente se usare o meno i mezzi pubblici, sempre che non vengano presi adeguati provvedimenti funzionali, come massimo numero passeggeri in bus o in vagone ferroviario, tolti sedili, uso di mascherine  - non usate e riusate - e chissà cosa.

Forse aumenterà l’uso del mezzo privato, anche da chi, timidamente, si stava approcciando all’uso della bici, nonostante la carenza cronica di ciclabili ecc.. ecc…

Ma questo aumenterà l’innalzamento dell’inquinamento atmosferico, ma soprattutto acustico. Mi è stato fatto notare, a questo proposito, che su un gruppo FB, più di una persona si è meravigliata di aver sentito sabato, alle ore dodici, suonare una sirena. È la sirena che ogni primo sabato del mese viene azionata in Slovenia per verificare la funzionalità della stessa  e pro memoria ai cittadini. (È un retaggio della Yugoslavia, come anche la tabelle esplicativa sul significato dei suoni  e del ritmo del suono della sirena collocati in molti esercizi commerciali, es. supermercati).

L’inquinamento acustico è poco considerato, ma la testimonianza che ci sia, è scritta sopra, quindi sarebbe necessario evidenziarlo. Non c’è praticamente traffico!

Quindi è quanto mai necessario insistere affinché vengano redatti al più presto, a livello comunale, piani del traffico e sue declinazioni quali il piano urbano per la mobilità sostenibile, e a livello regionale, il completamento ed ampliamento della rete ciclabile, altrimenti sarà ancor più difficile usare e “far” usare la bici, proprio adesso che ci si sta rendendo conto quanto .

Nevio Costanzo

L'ora della crisi, per i Nord del mondo. Ritrovare il silenzio, dentro l'alluvione delle parole...

Di certo, nei prossimi decenni, si parlerà di questo periodo come di un tempo che avrà diviso la storia tra un "prima" e un "dopo". Ante virus e post virus. Ciò non avverrà soltanto a causa dell'epidemia, ce ne sono state tante nel passato, anche recente e nella loro drammaticità non hanno determinato un "salto" storico. Accadrà soprattutto perché questo mese - forse anche più di uno - ha di fatto quasi paralizzato la vita ordinaria di più di un miliardo di persone. Sì, si tratta circa di un quinto della popolazione mondiale, quel famoso 20% che usufruisce nell'insieme dell'80% delle risorse disponibili sul Pianeta Terra. E' questo ciò che sta accadendo ed è per questo che la segregazione generale di questi giorni segnerà la coscienza dell'umanità più di quello che ordinariamente - e con situazioni, ovviamente generali e non individuali, ben più tragiche di questa - viene vissuto nel Grande Silenzio dal restante 80%. Ciò accade perché circa il 99% (proprio così, avete letto bene!) delle agenzie di informazione hanno sede e operano nel cosiddetto Nord del Mondo ed è quindi logico che il 99% delle notizie di questo periodo riguardino ciò che sta accadendo nella parte più ricca del Pianeta e che di conseguenza sembra che tutti, indistintamente, percepiscano una specie generale apocalisse. In realtà non si tratta della "fine del mondo", ma della possibile conclusione di una fase del percorso economico-politico-sociale dei Paesi appartenenti al Capitalismo dominante. E (purtroppo, mi permetto di aggiungere) non si tratta di un tempo di Silenzio, anche se le automobili sono ferme e non si sente l'ordinario chiacchiericcio sulle strade. E' invece in atto una vera e propria alluvione di parole e immagini: un'ininterrotta serie di trasmissioni televisive, le linee telefoniche intasate da milioni di filmati condivisi sui social network, la necessità di trasmettere non i propri pensieri - la libera opinione dell'individuo è sempre pericolosa - ma quelli di una marea di opinionisti, sedicenti o reali filosofi, teologi, politici e politicanti e via dicendo. Per cogliere l'occasione e partecipare consapevolmente a quella che potrebbe essere proprio una vera rivoluzione "post virus" dalla parte dei Paesi del benessere e dell'opulenza, occorre ritrovare nella situazione difficile la potenza del Silenzio e del proprio libero pensiero, sentirsi parte di un'intera - e non solo di una parte - umanità minacciata e ritrovare quel senso di universale sororità e fraternità che sola ci potrebbe far sperare in un futuro possibile. Ciò non significa negarsi all'informazione o all'opinione dei sedicenti "esperti", ma viverle con capacità di discernimento e senso della misura, ricordando che il cambiamento del mondo non avverrà perché ci si affiderà al potente o all'intelligente di turno, ma perché ognuno eserciterà la sublime e individuale arte del pensare, del proporre, dello scegliere, dell'edificare, insieme agli altri, un Pianeta migliore.

venerdì 3 aprile 2020

Basta! Camminiamo da soli, ma camminiamo...

E' arrivata questa sera l'ordinanza quasi quotidiana. E' dalla Regione Friuli-Venezia Giulia e ribadisce che il duo Fedriga-Riccardi ha deciso di inasprire ulteriormente le regole. D'accordo,bisogna pensare a quelli che stanno peggio, soprattutto in Lombardia, in Emilia Romagna e in Veneto. D'accordo, dopo quasi un mese di chiusura generale la gente comincia a dare segni di stanchezza. D'accordo, bisogna prudentemente evitare gli assembramenti. Certo che si è d'accordo!
Ma da dove viene tutta questa sicurezza che impedendo qualsiasi minimo spazio di autogestione si impedisca il contagio? In particolare, qualche scienziato potrebbe spiegare perché una passeggiata solitaria, in un  bosco, sulle colline o nei campi potrebbe essere un grave rischio per la propria e altrui salute. Non sarà piuttosto vero il contrario, che l'essere cioè privati del movimento, del respiro dell'aria nella Natura, dell'inebriarsi al sole della primavera, della rinascita della vegetazione, questo sì che possa danneggiare fortemente i sistemi immunitari, il morale, l'entusiasmo per la vita? Tanta gente è privata delle più importanti relazioni interpersonali, con genitori anziani reclusi nelle case di riposo, compagne e compagni di vita separati dalle nuove alte barriere confinarie, figli dispersi nei meandri delle grandi città. Insomma, in mezzo a tanta ansia e dolore, con così forti privazioni degli affetti più cari, impediti perfino di stare accanto ai moribondi e di partecipare all'estremo saluto... in mezzo a tutto ciò, la negazione di una camminata solitaria non sembra essere una volontaria provocazione per condurre tutti a un'esasperazione che - questa sì - potrebbe essere molto pericolosa?
Del resto, il F-VG attuale è sorprendente: il giorno prima, l'8 marzo, regala lo skipass a tutti gli sciatori invitandoli sulle belle piste di sci delle Giulie, due giorni dopo minaccia di sanzioni inenarrabili chi cerca di fare quattro passi solitari in un bosco.
Davvero tutto ciò è stato ed è deciso sulla base del parere scientifico degli "esperti"? O non sono forse gli esperti costretti a esprimere una posizione sulla base del parere politico degli amministratori?

giovedì 2 aprile 2020

Aiello del Friuli, ovvero il welfare di comunità...

Oggi parlo di Aiello, il Comune del quale sono Sindaco.
E una volta tanto parlo in prima persona, quasi come in una lettera aperta e non in un semplice post su un blog.
Sono molto colpito dalla straordinaria vitalità degli abitanti di Aiello e della frazione Joannis. in questi giorni è in corso una vera e propria gara di disponibilità. Naturalmente anzitutto si constata un forte impegno a ottemperare alle restrizioni previste dai vari decreti e ordinanze che si sono succeduti, chi rimanendo a casa e chi dedicandosi ai lavori necessari alla sopravvivenza di tutti. Molti lavorano negli ospedali, in prima linea e le due Case di Riposo vedono gli operatori prodigarsi non solo come custodi ma anche come veri e propri sostituti dei familiari, in quanto gli ambienti sono per ovvi motivi preclusi alle visite. C'è chi si fa in quattro per i familiari più anziani o per i vicini di casa in difficoltà, chi perlustra i paesi per consegnare le mascherine regionali, chi vorrebbe organizzare un Banco Alimentare per le persone che hanno perso lavoro e reddito, chi impiega il proprio tempo aiutando i più piccoli a gestire le non ancora assimilate procedure della didattica a distanza. Anche gli amici ospiti del locale Sprar chiedono quotidianamente di essere impiegati nel dedicarsi alla gente del paese che è diventato in questi ultimi anni la loro dimora.
Insomma, tutti vorrebbero dedicarsi ad aiutare gli altri, anche coloro che teoricamente dovrebbero essere destinatari del sostegno, in particolare gli anziani che si dimostrano molto pazienti, sopportando i disagi con il sorriso sulla bocca e con la serenità dentro il cuore. Io non credo che solo il Comune di Aiello sia in queste condizioni, anche quelli vicini raccontano più o meno le stesse storie.
Tutto ciò non nasce dal nulla, il welfare di comunità e le intuizioni sulla cittadinanza terapeutica del grande Basaglia sono da anni di casa da queste parti, grazie soprattutto ai rapporti costruttivi tra azienda sanitaria, realtà amministrative, privato sociale e cooperative: tutti sono responsabili di tutto e il soggetto più debole insegna agli altri il valore delle relazioni interpersonali. Qui è nata l'intuizione dell'"infermiere di comunità" e qui si è sviluppata l'esperienza della fattoria sociale del Novacco, modello di convivenza e di fraternità. Questo modo di vivere il presente, proiettati al servizio degli altri e di guardare al futuro, attendendo la liberazione dagli impedimenti, potrebbe rendere di sicuro meno restrittive le norme per la sicurezza. Una comunità solidale non necessita di regole ferree, chi la vive dovrebbe avere la possibilità di muoversi un po' di più, di camminare sui viottoli dei bei campi solitari, di vedere consentite almeno alcune uscite quanto mai necessarie - con tutte le prudenze possibili - per evitare che questo tempo di privazione sia inteso come un tempo di reclusione.

mercoledì 1 aprile 2020

Cosa succede nel CPR? Dalla Rete Dasi...

Purtroppo la situazione al CPR di Gradisca non pare affatto sotto controllo, diversamente da quanto riportato nelle dichiarazioni della Prefettura di Gorizia.
Dall’interpellanza dell'onorevole Riccardo Magi, presentata l’altro ieri alla Camera, si evince che la persona contagiata è arrivata nella struttura di Gradisca lo scorso giovedì 19 marzo e posta subito in isolamento. Soltanto dopo alcuni giorni è stata effettuata la verifica del tampone, poi sono trascorsi  altri giorni prima dell’esito. In questo modo sono stati esposti al rischio  tutti i trattenuti oltre a coloro che vi lavorano. Tutto ciò desta ancor maggior preoccupazione, dal momento che da una parte la prima persona coinvolta è stata poi ricoverata in ospedale a Trieste, dall'altra circola da giorni la notizia di un nuovo caso. Tale nuova situazione, anche se non ufficialmente confermata, è avvalorata anche dalla diffusione di un video - riportato anche nell’interpellanza di Magi - dove è ripresa un’altra persona in evidente crisi respiratoria o epilettica, “portata via” in barella da operatori in tuta bianca, maschere, guanti.
Che la situazione nel CPR non sia “sotto controllo” lo sancisce di fatto anche il Tribunale di Trieste che ha “liberato” ch i avrebbe dovuto  essere inserito nel CPR in nome proprio dell’emergenza sanitaria. La stessa protesta dei reclusi contro i disagi derivanti dalle condizioni di vita nel CPR, con gli incendi appiccati nei giorni scorsi, testimonia quanto la s ituazione sia preoccupante .  
Come ha giustamente rilevato l'onorevole Magi, ma come anche dimostrato dalla logica dei provvedimenti della Magistratura non c'è alcuna prospettiva ragionevole sul fatto che possano essere eseguite le espulsioni. Per questo chiediamo che il Governo adotti subito iniziative per l’immediata sospensione di ogni nuovo ingresso e l’attivazione urgente di misure alternative al trattenimento, anche utilizzando i centri di accoglienza secondo un programma concordato con le Autorità competenti e le associazioni che li gestiscono.
Rete DASI FVG
c/o Centro Balducci