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Isonzo/Soča dal ponte di Pevma |
Fiumi. Ce ne sono tanti di fiumi, tra Nova Gorica e Gorizia. Pur essendo testimonianze indiscutibili della bellezza del territorio, non si ha l'impressione che suscitino troppe attenzioni nell'ambito della politica locale.
Il più conosciuto è l'Isonzo/Soča, fiume sacro ai popoli d'Europa, come recitano i cartelli sull'autostrada. I suoi straordinari colori, i canyon che ha scavato, il passaggio tra i principali monti goriziani, le rapide che avvincono i canoisti, lo rendono un gioiello conosciuto ovunque. Non segna un confine, ma lo attraversa, portando un messaggio di pace e di bellezza là dove nel passato ci sono state tante guerre e si sono realizzate tante gravi ingiustizie. E' di questi giorni la notizia delle preoccupanti conseguenze della siccità, con migliaia di pesci morti nelle pozze rimaste senza acqua. Non è un problema nuovo, ma è stato poco affrontato nell'ovvia chiave internazionale. In territorio sloveno sono ben tre le dighe che interrompono il dolce fluire del fiume, Doblar, Ajba e Solkan. In Italia ci sono i canali che servono per l'irrigazione dei campi e il fiume, generoso, dispensa quanto può, ma la sua portata non è infinita. Sembrano proprio questi ultimi i responsabili della moria di questi giorni, dal momento che è bastato diminuire di poco il loro livello per ripristinare il minimo sufficiente per garantire la vita. E' urgente la sottoscrizione di nuovi accordi, che migliorino quelli previsti in passato, tenendo anche conto dei funesti cambiamenti climatici che interferiranno sempre più nella fondamentale disponibilità dell'elemento vitale per eccellenza. Ed è necessario che esista un'unica autorità transfrontaliera di fiume, che monitorizzi costantemente la situazione, in entrambi gli Stati, per rispondere con immediatezza ai problemi che probabilmente si verificheranno sempre più spesso. Altro capitolo delicato è quello del co-inceneritore di Anhovo, con i gravi problemi di salute legati all'inquinamento dell'aria e dell'acqua. La questione è essenzialmente politica e richiede una forte pressione sulle autorità slovene ed europee affinché i parametri delle emissioni siano calcolati sulla base della vita delle persone e non degli interessi di pochi. Ma urge un controllo anche da parte delle autorità italiane, perché i maggiori "produttori" provengono proprio dall'Italia e le amministrazioni dei Comuni attraversati devono attuare tutto il possibile perché la "Soška dolina" sia preservata nella sua meravigliosa specificità.
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Così si fa! (foto Nevio Costanzo) |
L'Isonzo/Soča è anche una straordinaria risorsa per un turismo innovativo, sostenibile, ecologico. E' indispensabile accelerare i tempi per la realizzazione dei tratti mancanti della ciclovia dalla foce alla sorgente. Non manca molto, ma alcuni tratti sono indispensabili per offrire ad amanti della bicicletta di tutto il mondo l'opportunità di percorrerli in tutta sicurezza e con grande soddisfazione. Per quanto riguarda Nova Gorica e Gorizia è evidente il clamoroso errore di valutazione che ha portato alla costruzione della (bella) passerella di Solkan prima di un'attenta analisi del terreno argilloso ai piedi del Sabotino. Lo si potrà risolvere o cementificando una parte del pendio o spostando il ponte, con ricadute immaginabili sia sul piano ambientale che su quello finanziario. Così come la vera e propria ignavia amministrativa ha reso per ora impraticabile la splendida idea del collegamento cittadino tra il quartiere della Campagnuzza e la stazione sud, attraverso il ponte sulla ferrovia e dalla stazione sud a quella nord (Transalpina) attraverso il centro di Gorizia. A quando la realizzazione del piano del traffico già da lungo tempo approvato?
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Koren/Corno nella "Valletta" (foto Pierluigi Bellavite) |
Il Koren/Corno è il vero fiume di Nova Gorica e Gorizia, quello che le attraversa e che ha visto da una parte nascere e crescere una nuova città sulle sue sponde, dall'altra non ha visto nulla perché per un tratto interrato sotto cumuli di cemento, per un altro in quella che fino a qualche mese fa era una specie di giungla impenetrabile. Si è fatto molto, in Slovenia e in Italia, per rendere di nuovo dignità al corso d'acqua, che fino a non molto tempo fa era maleodorante e nei rari casi in cui era in piena creava non pochi problemi agli abitanti della zona intorno al Palazzo Attems. Le sorgenti sono multiple, alcune sulle pendici del Monte San Gabriele, chi segue il sentiero principale per la vetta può gustare da un rubinetto le primizie. Altre sono risorgive collocate nel bel bosco del Panovec, uno spazio della Natura che i veterogoriziani stanno cominciando a riscoprire, per le bellissime passeggiate a piedi o in bicicletta che consente. Scorre poi nel terreno che un tempo era paludoso, lambendo le più antiche (1948) case di Nova Gorica, sotto il colle della Kostanjevica. Entra nel tunnel proprio sotto il valico confinario di Via San Gabriele, per tornare a scorrere di nuovo libero nella Valletta del Corno. Il grande lavoro di riqualificazione della zona non è stato ancora del tutto svelato ai cittadini, ma senz'altro sarà indispensabile che l'intero corso del Koren/Corno sia tutelato in tutti i modi possibili, creando un parco internazionale che consenta agli amanti della Natura di "entrarvi" con delicatezza e rispetto, senza motori o altri strumenti che potrebbero danneggiare la flora e la fauna che circondano un fiume straordinario. La foce, nell'Isonzo, è attualmente difficilmente raggiungibile, poco a sud dell'ex Safog. Lo si può vedere, costretto in un imbuto di cemento, da un ponticello e suscita una strana impressione, come del resto tutto il suo percorso. E' stato ferito nello scorrere degli anni, ma forse si è ancora in tempo per salvarlo.
Ce ne sono molti altri di corsi d'acqua. La Vrtojbica ha la sorgente sull'altro versante del Panovec, lambisce il cimitero ebraico di Rožna dolina, attraversa un paio di volte il confine prima di dirigersi verso Šempeter e Vrtojba e poi sfociare nella Vipava. La Pevmica si crea il suo piccolo canyon, sorge dalle pendici del Sabotino e entra nella Soča poco a nord del ponte. La Grojna crea una suggestiva valletta a nord del Calvario e lo stesso abitato di Podgora è attraversato da un torrente che raccoglie le acque del Calvario. Insomma, acqua non dovrebbe mancare, ma un utilizzo scriteriato dimostra che non si possono dormire sonni tranquilli. Le prossime amministrazioni comunali dovranno investire molto per tutelare quello che deve essere considerato il "bene comune" per eccellenza.
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