Manifestazione a Gorizia, i giovani per il clima |
Essere giovani non è semplice. Che Pianeta trovano, nel momento in cui iniziano ad assumere le prime responsabilità?
La Terra è a rischio, l'ora della catastrofe è sempre più vicina, come ci ricordano Greta Thunberg e i milioni di coetanei che sfilano nei "Venerdì per il Futuro" in tutte le strade delle città dell'occidente capitalista. Hanno una sensibilità forte e con la loro presenza gioiosa e nel contempo preoccupata, festosa ma anche molto seria, documentata e spontanea, richiamano gli individui e le istituzioni a non rimanere inerti. Quello delle piazze è uno spazio che si sono conquistati con le loro forze, a volte anche al caro prezzo della derisione e della persecuzione. Hanno colto nel segno, toccando i nervi scoperti della politica internazionale e locale, suscitando per questo grande interesse e partecipazione, insieme a denigrazioni e opposizioni. Il loro esserci dimostra il desiderio di non essere privati del dono della Vita, di offrire il loro richiamo a chi è chiamato a decidere sulle sorti di tutti.
Il virus prima e la guerra in Europa poi, hanno inoltre contribuito a creare solitudine e isolamento, oltre che un profondo senso di ansia e di paura. E' terribile per tutti sentirsi impotenti di fronte al deterioramento sempre più grave delle relazioni internazionali, figurarsi per dei ragazzi, totalmente dipendenti dalle decisioni di adulti che essi non hanno neppure potuto votare. La guerra è la negazione per eccellenza del futuro, quella nucleare la possibile tragica fine della storia degli esseri umani e più in generale dei viventi.
Allora, che fare in un contesto comunale? Occorre investire tempo ed energie in politiche giovanili adeguate. Purtroppo la maggior parte delle volte nei consessi decisionali si parla dei giovani quasi esclusivamente come consumatori di divertimento. Per molti adulti i diritti dei ragazzi e dei giovani sembrano ridursi alla pur necessaria individuazione di spazi e tempi nei quali essi possano trovare riposo dagli impegni scolastici. Invece, senza per questo negare le giuste esigenze di relazioni simpatetiche, due sono le questioni prioritarie da tenere presenti.
La prima è l'ascolto delle loro istanze, introducendoli all'importanza della partecipazione attiva. Questo è possibile, se i Comuni si dotano di strumenti già fortemente collaudati, quali, risalendo dai più piccoli ai più grandi, il Consiglio Comunale dei Ragazzi, il Governo dei Giovani, la Consulta dei Giovani. Sono organi di educazione alla democrazia, di conoscenza degli strumenti e del valore della rappresentatività, ma anche di forte pressione sulle Giunte e i Consigli Comunali, "costretti" a comprendere e valorizzare il loro punto di vista e le loro spesso sorprendenti intuizioni.
La seconda questione è il loro protagonismo nella "costruzione" della Cultura cittadina. L'esempio goriziano (staro e novo) è eclatante. Gorizia e Nova Gorica sono città universitarie. La presenza di centinaia di giovani, provenienti dall'Italia, dalla Slovenia, dall'Europa e dal resto del Mondo, è una ricchezza incredibile per l'intera comunità. Con loro ci sono docenti preparati e competenti che possono aiutare e sostenere scientificamente qualsiasi grande progetto di miglioramento e innalzamento della qualità della Vita. La realtà accademica ha consentito la realizzazione di grandi opportunità culturali, si pensi all'importanza delle attività legate al Cinema, con i percorsi di formazione, l'offerta artistica, il sempre più importante festival della sceneggiatura. Si potrebbe e si dovrebbe fare di più. Chi amministra Gorizia e Nova Gorica deve trovare il modo di inserire i giovani universitari nelle dinamiche più costruttive della vita cittadina, dare a essi gli strumenti per iniziare davvero a trasformare l'ormai decrepita "Nizza austriaca" in un ambiente internazionale e senza confini, laboratorio di elaborazione di una nuova Europa e di un nuovo Mondo.
I giovani e le Università sono la più grande chance di un'efficace utilizzo della grande occasione che è la Capitale Culturale dell'Europa 2025.
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