domenica 6 marzo 2022

Se invitassimo a Gorici ("le due Gorizia") i delegati russi e ucraini per trattare la pace?

L'iniziativa dei commercianti goriziani di raccogliere materiali da dedicare al sostegno ai profughi e alle popolazioni ucraine, è molto lodevole e otterrà sicuramente ottimi risultati, dal momento che la popolazione è in generale generosa, forse in questo caso maggiormente che in altri simili del recente passato. Sulla linea della loro proposta, si potrebbe immaginare un ruolo ancor più specifico e delicato per il nostro speciale territorio.

Gorici, le "due" Gorica/Gorizia. Il duale consente alla lingua slovena di unire in un'unica parola la vecchia e la nuova città, superando la difficoltà di parlare di due città che in realtà sono una o di una città che in realtà sono due.

Già questa osservazione di ordine linguistico introduce il tema di oggi. Perché Gorici potrebbe(ro) essere il luogo ideale per avviare le trattative di pace fra i popoli in guerra?

Prima di tutto perché la convivenza solidale tra persone che vivono da una parte e dall'altra di un confine attorno al quale si è sparso tanto sangue fraterno a causa delle guerre, può costituire oggi un'esperienza e un modello positivi e alquanto virtuosi. Pur dovendo percorrere ancora un po' di strada per raggiungere la piena simbiosi nella diversità, i "Goričani" parlano all'Europa e al mondo nella lingua dell'amicizia, della collaborazione e del costruttivo rispetto reciproco. E' un bel messaggio di speranza in un momento drammatico.

In secondo luogo a Gorici ci sono numerose facoltà universitarie, alcune specializzate proprio in diplomazia e scienze internazionali. I giovani provenienti da varie nazioni europee e i professori che li accompagnano nei percorsi di formazione, potrebbero portare il loro contributo scientifico e accademico, oltre che inserirsi "in diretta" nelle situazioni più complesse "là dove la terra brucia".

Gorici richiama(no) anche un luogo di relativa tranquillità, fuori dai grandi riflettori mediatici internazionali. Si tratta di un territorio ideale per consentire alle delegazioni che avviano i primi passi dell'ascolto reciproco, di agire con discrezione e senza particolari pressioni. E' già accaduto in passato e potrebbe tornare a essere così. Le "prime" delegazioni sono le meno visibili e le più importanti, non hanno alcun bisogno di fare o subire propaganda, preparano le fondamenta su cui edificare i trattati di pace che saranno alla fine sottoscritti dai capi dei vari governi belligeranti.

Istituti e centri di riferimento dove ospitare le delegazioni non mancano. Anzi, se si pensasse anche a un uso alternativo delle numerose caserme dismesse, in un futuro non troppo lontano Gorici, in Slovenia e in Italia, potrebbe(ro) essere anche il centro di addestramento dei corpi civili di pace europei. Si tratta di veri e propri corpi alternativi ai militari, preparati con le armi della ragione e della diplomazia, ad affrontare le situazioni di guerra con competenza scientifica e alto impegno professionale, in costante dipendenza dall'Organizzazione delle Nazioni Unite e dai settori pacificatori dell'Unione Europea.

C'è bisogno di iniziare. Perché non partire dal momento attuale, proponendo che proprio a Gorici si svolgano le prime trattative di pace fra ucraini e russi, sotto l'egida dei migliori diplomatici delle organizzazioni internazionali che hanno come loro ragione di essere il raggiungimento e il mantenimento della pace fra i popoli?

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