Due sono i principali antagonisti che puntano alla carica di Capo del Governo. Sono Robert Golob, illuminato imprenditore e volto nuovo della politica slovena e Janez Janša, camaleontico uomo forte nelle stanze del potere dai tempi della Jugoslavia, primo ministro uscente e nome di spicco della neo-destra europea. Non c'è un'elezione diretta. La Slovenia ha un sistema misto. Da una parte è repubblica presidenziale, dal momento che il Presidente viene eletto direttamente dal popolo (tra l'altro, quest'anno, nel mese di giugno). Dall'altra le prerogative del Presidente sono limitate come in una Repubblica parlamentare e il suo compito ordinario principale consiste proprio nella nomina del Capo del Governo, sulla base degli equilibri numerici che le elezioni assegnano al Parlamento.
Negli ultimi anni, dopo il cambio di maggioranza avvenuto all'inizio del 2020, il Governo Janša ha inanellato una serie di decisioni che hanno fortemente limitato alcuni aspetti della vita democratica e hanno reso molti settori produttivi dipendenti dall'estero, soprattutto dalla vicina Ungheria di Orban. Il sistematico attacco alla libertà di stampa e la sostituzione di personalità tecniche di grande competenza con altre "asservite" al potere in vari settori economici e culturali, hanno suscitato una lunga serie di proteste. Tra esse sono da ricordare quelle che da oltre due anni si ripetono ogni venerdì sera sulle strade e sulle piazze di Lubiana.
I sondaggi sembrano premiare la volontà di cambiamento. Il partito di Golob (Svoboda) sembra riuscire nell'intento di raggiungere la maggioranza relativa, seguito a distanza da quello di Janša (SDS). Se così fosse, dovrebbe farcela ad avere i numeri sufficienti, tenuto conto dell'appoggio diretto e convinto del partito Socialni Demokrati (SD, più o meno l'italiano Partito Democratico), dei già premier Marjan Šarec e Alenka Bratušek. La vera sorpresa, sempre secondo i sondaggi, sembra essere la Sinistra (Levica) che, guidata dal giovane e assai bravo Luka Mesec, potrebbe fare il botto assestandosi al terzo posto con oltre il 13% dei consensi. Se tale risultato fosse confermato, l'appoggio al nuovo premier potrebbe essere accompagnato dalla richiesta di una forte svolta nelle politiche del lavoro, dell'ambiente, della giustizia e della pace.
C'è molto territorio Goriziano, con buone possibilità di rappresentanza, nelle elezioni slovene. A sostegno del novogoričano premier in pectore Golob, si trova tra gli altri anche l'ex sindaco di Nova Gorica Matej Arčon.
Ma anche Levica propone due ottimi candidati, Marko Rusjan per la città e Andrej Pelicon per i dintorni, compagni e amici con i quali si è già compiuta un po' di strada insieme e ai quali anche da questo blog si invia un forte "in bocca al lupo". Una rappresentanza così significativa e umanamente coinvolgente come quella di Marko e Andrej in seno al Parlamento di Lubiana, potrebbe portare un'ulteriore contributo al cammino di autentica sinergia e collaborazione tra le due Gorizia (Gorici). Nell'anno super-elettorale sloveno è prevista anche la tornata amministrativa nei Comuni, in autunno. In questa luce assumerà ancor maggior interesse il nuovo assetto istituzionale che sarà determinato dalle scelte dei cittadini sloveni.
Non resta che aspettare domenica sera.
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