La manifestazione della Transalpina (Foto Nevio Costanzo) |
Non c'è pace nel mondo. E non certo soltanto adesso, quando i riflettori dei media sono incentrati sull'aggressione della Russia all'Ucraina. Sono morte in guerra più persone dal 1945 a oggi di quante hanno perso la vita nel terrificante secondo conflitto mondiale. Guerre in Africa, guerre in Asia, guerre in America, guerre in Europa. Nella maggior parte dei casi si tratta di battaglie dimenticate, nei luoghi dove gli interessi dei Paesi occidentali si scontrano fra loro sulla pelle e sul sangue di milioni di poveri, trascinati in combattimenti da pretesti etnici o religiosi che nascondono gli appetiti multinazionali. Come è accaduto in Ruanda, in Congo, in Sud Sudan, ma anche in Afghanistan, in Iraq, nel Kosovo, in Bosnia, nel Donbass, in Crimea e ora in Ucraina.
Nella manifestazione del 12 marzo, dalla piazza della Transalpina/Trg Evrope è stato lanciato un forte appello ai due sindaci, di Gorizia e Nova Gorica, affinché invitino i delegati di Ucraina e Russia a portare avanti le trattative di pace in una zona che nel passato è stata martoriata dalla guerra e ora si prepara a diventare capitale europea della Cultura, nella celebrazione dell'unità nella valorizzazione della diversità. A sentire il sindaco Ziberna, sembra che la richiesta sia stata presa in considerazione, se è vero quello che lui dice, ovvero l'intenzione di chiamare a Gorizia e Nova Gorica gli ambasciatori di Ucraina e Russia in Italia. Se sono fiori fioriranno, nel senso che se questo potrà contribuire a ritrovare un clima di dialogo e a far tacere l'urlo sinistro delle armi, si sarà centrato l'obiettivo che aveva portato circa trecento goriziani e goričani davanti all'antica stazione ferroviaria nord della città.
Questo era solo un tassello, di un progetto ben più ampio e con radici lontane, quello di trasformare il territorio in un vero e proprio laboratorio per la costruzione di percorsi di pace e giustizia, nel cuore dell'Europa, al servizio di tutto il mondo. Grazie al contributo scientifico delle facoltà di Diplomatica dell'Università di Trieste e di Relazioni Internazionali di quella di Udine, alla collaborazione degli istituti accademici di Nova Gorica e dei centri culturali di Gorizia, si potrebbe dare una base di alta formazione ai "corpi civili di pace europei". Giovani da tutta Europa potrebbero venire nel Goriziano e trovare un'adeguata preparazione professionale, per essere poi inviati ad avviare i percorsi diplomatici che consentono di superare la tentazione delle armi e di esercitare il nobile uso della ragione. La zona è strategica, non soltanto perciò che concerne la Storia passata, ma anche per i ruoli importanti rivestiti dai vicini porti, in primis Trieste e Koper/Capodistria, senza dimenticare quello di Monfalcone. Una delle mille caserme ormai destinate all'abbandono e alla rovina (se ne parlerà sotto la voce Servitù militari), potrebbe essere ristrutturata e diventare un bel centro di vita e di amicizia per il soggiorno degli studenti nel corso della loro permanenza. Sono evidenti le ricadute positive anche sulla vita cittadina, di qua e di là del vecchio confine, con un'iniezione di gioventù competente che farebbe del territorio una vera e propria "incubatrice di pace".
L'altro capitolo riguarda le trattative di pace portate avanti dai cosiddetti sherpa, cioè quei delegati straordinariamente importanti ma del tutto nascosti e sconosciuti, chiamati a iniziare - in luogo tranquillo e lontano dal fascino dei media - la strada che conduce dal cessate il fuoco alla solenne forma del trattato risolutivo di un conflitto. Era già accaduto a Gorizia, all'inizio degli anni '90 del secolo scorso, sotto la coperta dell'Università di Trieste si erano trovati i primi costruttori di accordi palestinesi e israeliani, il loro lavoro avrebbe portato agli accordi internazionali di Wye Plantation del 1998. Si potrebbe riprendere con passione ed entusiasmo quella strada, tenendo anche presenti le ottime strutture ricettive per gruppi di negoziatori che potrebbero essere messe a disposizione dagli istituti religiosi e dalle case dello studente. E si potrebbe finalmente dare un ruolo allo splendido Conference Center di Gorizia, costruito ormai oltre venti anni rimasto finora quasi del tutto inutilizzato.
Insomma, Nova Gorica e Gorizia - con il sostegno di Trieste e di Lubiana - potrebbero nobilitare l'appuntamento imperdibile del 2025 proponendosi come la cittadella internazionale della pace e dei corpi civili europei di intervento nonviolento. Quale miglior carta d'identità per una città "Capitale Culturale d'Europa"?
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