venerdì 29 aprile 2022

Le meraviglie di Sveti Ahac, a Prilesje pri Plavah

Chi percorre la bellissima ciclabile, sulla riva destra della Soča, che collega gli abitati di Plave e Solkan, non sempre si accorge di un piccolo gioiello seminascosto dagli alberi.

Il piccolo paese che si incontra poco prima del ponte si chiama Prilesje pri Plavah. Dista meno di dieci chilometri da Gorizia. Ci sono pochi abitanti, vivono presso il fiume in una zona silenziosa e pacifica, lontano dal traffico della Soška cesta, la statale che unisce Nova Gorica al passo del Predil. Accolgono volentieri il visitatore rispettoso delle persone e dell'ambiente, rispondendo con legittimo orgoglio alla domanda su dove si trovi la chiesetta di sant'Acazio. Chi custodisce le chiavi non soltanto spesso si offre gentilmente per accompagnare, ma anche è disponibile a fornire preziose indicazioni e informazioni.

Si tratta di una piccola cappella cimiteriale, graziosamente collocata con il presbiterio rivolto a oriente. Un piccolo atrio, un tempo dipinto, introduce all'aula principale. Il colpo d'occhio è impressionante, sembra di entrare in una cattedrale gotica in miniatura. Il ciclo di affreschi, tra i più importanti della Slovenia, risale alla fine del 1400 e segue la tipologia iconografica del cosiddetto "presbiterio carniolano". Sul retro-arco trionfale è rappresentato il Cristo benedicente, circondato da angeli musicanti e dai simboli degli evangelisti, sulla lunetta sud è inconfondibile sant'Elena con il ritrovamento della santa croce, su quella nord la scena del martirio di Sant'Acazio e dei suoi compagni, crudelmente infilzati sulle punte degli alberi. Attorno all'arco è da notare la singolare vicinanza - riscontrabile anche nelle pitture coeve della Valle dell'Isonzo/Soča e del Collio/Brda - tra la scena dell'Annunciazione a Maria e quella delle offerte di Caino e Abele. Sarebbe interessante scoprire le ragioni etiche e teologiche di tale frequente accostamento, forse il richiamo al Cristo come "nuovo Abele" che offre la vita come sacrificio gradito a Dio?

Volto di apostolo
La teoria degli apostoli circonda la base del presbiterio, quasi a sostenerlo come colonne viventi. Ciascuno ha l'attributo che lo contraddistingue, ma il deterioramento dell'opera non rende facile l'identificazione. Ciò vale anche per le sante martiri che circondano l'arco principale, delle quali è riconoscibile solo Caterina d'Alessandria, con la corona regale e (forse) la ruota, secondo un'iconografia abbastanza tradizionale che allude alla dignità nobile e allo strumento di supplizio della santa. I volti sono tratteggiati con delicatezza e precisione, segno della presenza di maestranze esperte, collegate con i pittori italiani e transalpini. L'impianto generale suscita un senso di profonda suggestione e devozione, là dove le dimensioni esigue ma ben proporzionate dell'aula e del presbiterio invitano a inchinarsi davanti alla bellezza dell'arte e al fascino della storia da essa rappresentata.

Data la grande importanza di questa gemma preziosa, sarebbe forse opportuno immaginare un adeguato e rispettoso restauro, anche in vista dell'appuntamento del 2025 che potrebbe consentire a tanti di avvicinarsi a questi segni di una fede popolare che fa parte della cultura di questo straordinario territorio inter-nazionale.

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