sabato 21 marzo 2020

Nell'Europa unita contro il virus, che senso hanno i confini?

Va bene, ma una volta che tutti gli Stati confinanti adottano le medesime misure - e chissà perché ciò non è accaduto, un'altra sconfitta dell'Europa! - perché si devono innalzare e poi mantenere le barriere confinarie? Il divieto di uscire di casa vale per tutti, quindi non è possibile "approfittare" dei privilegi dell'altro perché i bar sono chiusi, bisogna comunque andare nel negozio più vicino a casa per fare la spesa, non c'è la possibilità di andare al cinema o al teatro. Si faciliterebbero invece gli scambi online tra amministratori confinanti per condividere proposte e idee per il presente e per il futuro. Non si penalizzerebbero in modo molto grave i trasporti, più che mai necessari in questo periodo per poter garantire la sopravvivenza a tutti e non si creerebbero problemi ai numerosi lavoratori transfrontalieri, che così potrebbero evitare lunghi percorsi per svolgere il loro quotidiano e improrogabile dovere. E i controlli? I controlli si effettuerebbero sui territori, ciascuno per la propria parte, senza dover creare enormi disagi nei pochissimi posti in cui ancora è possibile attraversare le frontiere. E se Gorizia e Nova Gorica cominciassero, chiedendo ai rispettivi governi nazionali la possibilità di realizzare un esperimento di questo genere, una volta uniformate le normative europee? Potrebbero cominciare da subito a combattere insieme la diffusione del virus e a pensare al prossimo futuro, quando la rinascita e la ricostruzione della zona richiederanno sicuramente un comune impegno e una condivisa visione. Questo sì che garantirebbe la scelta della "Capitale europea della Cultura"! Perché no, zakaj ne?

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