D'accordo, è bello vedere la gente che si affaccia alle finestre per cantare o per battere le mani agli eroici medici, infermieri e oss che, rischiando la vita, curano coloro che sono stati colpiti dal coronavirus.
Quello che francamente sembra esagerato e inopportuno è il tentativo di usare l'occasione per rinfocolare lo spirito patriottico, presentando questa vicenda come una guerra dell'Italia contro tutti coloro che la vorrebbero ostacolare. Così Austria e Slovenia chiudono i confini perché ce l'hanno con gli italiani e Fedriga invoca l'incidente diplomatico, le "solite Francia e Germania" vogliono male al Bel Paese e rifiutano qualsiasi aiuto, non si parli poi della Gran Bretagna, perfida Albione. Per fortuna ci sono anche gli "amici" dei quali ricordarsi, anche se con un po' di sorpresa, i cinesi, "che però prima ci hanno portato il virus", i cubani e i venezuelani, "che hanno smesso di mangiare i bambini"...
E' invece un grande sbaglio, in tempi di globalizzazione, pensare che la battaglia contro il coronavirus sia combattuta dall'Italia contro alleati ingrati e insensibili. La Lagarde, ma anche la Merkel o Macron, non ce l'hanno con l'Italia, le loro parole e le loro scelte non sono contro gli italiani, ma sostengono la civitas del Capitalismo planetario, obbediscono alla logica dei mercati che, mai come nei tempi di qualunque tipo di guerra, si manifesta opposta a quella della centralità della persona. E questo vale anche per la stessa Italia, dove le giuste regole che il Governo ha imposto riusciranno senz'altro a rallentare e speriamo presto fermare il contagio, ma non preserveranno dalla crisi economica mondiale che attenderà tutti dopo la fine di questo incubo.
No, il nemico in questo misterioso conflitto non è soltanto il virus e non sono gli altri stati dell'Unione Europea o degli altri Continenti, neppure - come addirittura qualcuno ancora osa affermare - i poveri che fuggono da guerra fame e persecuzioni. Il nemico è il Capitalismo trionfante, del quale la BCE è una, ma non l'unica espressione, come dimostrato anche dal fatto che le uniche realtà non paralizzate sono i servizi europei di polizia per respingere i profughi sui confini turco-greci e le esercitazioni militari della NATO, sia pur leggermente ridimensionate.
E tutti, cantando una volta in meno l'inno di Mameli e una volta in più l'Internazionale, dovremmo sentirci parte di un'unica umanità, stretta nella lotta contro ciò che minaccia l'esistenza della Vita sulla Terra. Oggi il virus, domani gli effetti del riscaldamento globale, un terremoto, un'inondazione o la caduta imprevista di un asteroide...
Acutissima analisi!!!!
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