Si vive nello spazio e nel tempo, per questo c'è bisogno di stabilire delle coordinate a tutto ciò che si sperimenta. Così in questo giorno si ricorda l'inizio di un viaggio straordinario, per la verità non l'unico nella storia della letteratura mondiale, senz'altro uno dei più conosciuti, studiati e apprezzati.
Dante Alighieri, con la potenza della sua intelligenza spirituale, politica e artistica, si mette in cammino e si avvia a scandagliare i più remoti recessi del Mistero, "l'Amor che move il cielo e l'altre stelle" fonte fondamento di tutto ciò che esiste e "la nostra effige" di creature "pinte" nel cerchio stesso della suprema Luce. Con il sommo poeta si scende nei recessi del male, attraversando le cerchie infernali che rispecchiano l'umana debolezza, senza impedirci di provare una disperata compassione. Con lui ci si rivolge verso l'alto, incontrando chi risale faticosamente ma pieno di speranza la montagna delle sette balze. E sulle ali della divina onnipotenza si è proiettati verso l'infinito, quasi accecati dallo splendore della santità in un "mondo altro" dove la naturale fragilità viene trasformata in un eterno movimento di pace infinita. La ragione impersonata da Virgilio accompagna prudentemente il percorso fino al confine con il non-conoscibile, dove solo Beatrice può proseguire, ovvero l'appassionante riflesso femminile dell'Amore, pieno di Bellezza Bontà e Verità riconoscibili solo nell'orizzonte della fede trascendente. La novità dell'itinerario dantesco non sta tanto nell'attraversamento del regno dei morti, processo letterario già esperito da tanti prima e dopo di lui, quanto nella speculazione storico-filosofica a esso connessa. Il passato, il presente e il futuro si intrecciano in una danza etica e politica che dagli abissi della desolazione conduce, con un ritmo dolce e incalzante, allo sguardo estasiato verso le vette universali della Speranza, "termine fisso d'etterno consiglio".
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