venerdì 6 marzo 2020
L'Europa si è fermata a Καστανιες. Ma anche a Bihac e a Velika Kladuša
Quello che sta accadendo ai confini tra Turchia e Grecia segna un ulteriore passo verso la disumanità. E' disumano dire, come ha fatto Ursula van der Leyen, che un Paese è lo "scudo" che difende l'Europa dall'arrivo di migliaia di persone inermi in fuga dalla guerra. E' disumano dire che "in caso di necessità", si può usare la violenza per fermare i gommoni stracarichi di profughi provenienti da campi nelle isole greche dove, per esempio a Samo, sono "ospitati" 8000 esseri umani in tendopoli e baracche allestite per 800. E' disumano ritenere che l'unico modo per "fermare" i profughi è pagare lautamente il dittatore Erdogan affinché li custodisca nei suoi campi di concentramento. E' disumano soffocare l'esperienza dello SPRAR (oggi SIPROIMI), di fatto depotenziato dai Decreti sicurezza in Italia ancora in vigore, alternativa italiana ed europea alle deportazioni, con risultati di straordinaria accoglienza e integrazione reciproca nei paesi in cui è stato attuato. E' disumano tutto ciò, ma non nuovo. Se giustamente oggi una (piccola) parte di europei si ribella alla logica del respingimento attuata senza pietà dalla Grecia, quasi nessuno si interessa delle decine di migliaia di persone - comprese molte famiglie con bambini provenienti da tutte le zone di guerra - assiepate da almeno due anni sul confine tra Bosnia e Croazia. Esse ricevono il medesimo trattamento dei profughi siriani sui confini tra Turchia e Grecia, muoiono dello stesso gelo e soffocano in estate dello stesso caldo. E l'Europa tace, impotente, oppure accetta che si possano esprimere le Destre più scatenate che seminano diffidenza e paura, ricevendo in cambio ampi raccolti di un consenso razzista e ignorante (nel senso etimologico del termine). Insomma, il ricchissimo Vecchio Continente è messo in crisi da un manipolo (relativamente alla popolazione europea) di poveri che hanno perso tutto, il gigante dai piedi d'argilla sembra essersi fermato a Καστανιες. Come Cristo a Eboli...
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