Foto Joško Prinčič |
Circa 400 persone, provenienti da tutta la Regione, hanno partecipato a un momento molto intenso, nel quale le parole si sono intrecciate con il suono dell'arpa, la luce del giorno nascente con i messaggi simbolici dei mosaici e degli affreschi, il canto degli uccelli con lo scampanio festoso del mattino.
Con Angelo Floramo si è parlato di luce e di tenebre, di vita e di morte, di bene e di male, nel loro permanente generativo conflitto. Si sono ricordate le tradizioni culturali che nel corso dei millenni hanno sottolineato il particolare istante astronomico dell'equinozio primaverile. I volti dei presenti si sono rispecchiati in quelli che raccontano la loro storia dal tappeto musivo, la Dei genetrix ha celebrato la sua primazia sul potere patriarcale, rivelando dall'ogiva absidale la potenza della maternità e della figliolanza. Sul mare di Giona e sul ricordo dei troppi corpi di viventi inghiottiti dal Mare Nostrum/Mare Monstrum, è riecheggiato l'inaudito (nel senso di inascoltato) messaggio pasquale: perché cercare tra i morti colui che è vivo?
A loro modo hanno partecipato anche Giobbe, Giacomo Leopardi, un giovane poeta afghano, Apollonio Rodio con i suoi Argonauti e naturalmente Pachebel, Bach e gli altri grandi musicisti vivificati dall'arpa die Ester Pavlic.
Con Nella, Maria e Rossana |
Il Sole ormai è alto, la primavera è iniziata con il suo tripudio di colori e di profumi. Il rinascere della vita e della natura porti intelligenza e sapienza, perché ogni donna e ogni uomo sulla terra possa trovare pace, fraterna solidarietà, lavoro, amicizia, partecipazione alla bellezza universale. Non dimenticheremo facilmente questa esperienza in Basilica, questa prima alba di primavera dell'anno 2023.
Che bell articolo caro Andrea. Un grande abbraccio!
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