C'è chi ripete come un mantra il ritornello secondo il quale una non meglio precisata "sinistra" vorrebbe cambiare i nomi delle vie dedicate ai patrioti italiani.
E' un falso. Intanto la proposta non è di una generica "sinistra" ma di persone che hanno nomi e cognomi, tra essi senz'altro anche il mio. Poi non si vuole affatto cambiare tutta la toponomastica, ma soltanto equilibrarla, anche per presentare ai visitatori della capitale europea della Cultura, una città anche storicamente davvero multi e pluri culturale.
Perché questo accanimento? Perché bastano un paio di numeri per accorgersi della sproporzione. Delle 90 vie più ricercate a Gorizia sul motore di google, 60 sono dedicate a personalità e vicende esclusivamente legate alla storia d'Italia (Risorgimento, prima guerra mondiale, ecc.), 23 sono toponimi locali sopravvissuti (tipo via Rastello, via delle Monache, Borgo del castello, ecc.), 2 sono riferite a sloveni (Tominz e Lasciac - scritti così), 5 a santi (Francesco, Antonio, Chiara, ecc.). Da notare le intitolazioni "al femminile", soltanto 2 (Santa Chiara e via delle Monache).
Insomma, se la capitale europea della cultura si caratterizza per la compenetrazione tra le realtà presenti sul territorio, il risultato di 60 a 2 nel computo delle vie dedicate a italiani e sloveni non sembra un tantino sproporzionato? Non sarebbe da dimenticare neppure l'importante componente storica friulana, praticamente inesistente tra le "prime" 90 vie. C'è di sicuro Zorutti, tra le vie minori, ma forse si potrebbe pensare a un Celso Macor, ad Anna Bombi e a tanti altri... E se si parla di parità di genere, un risultato di 62 a 2 anche per ciò che concerne il rapporto tra uomini e donne, non sembra un po' esagerato?
Ecco, tutto qua!
Tutto qua, non si tratta di stravolgere l'universo, ma di riequilibrare in modo equo la toponomastica.
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