domenica 12 marzo 2023

Fatal karaoke..

 

T.P.Schmalz, monumento ai migranti, Piazza San Pietro
Fu il karaoke del Papeete a segnare la fine dell'apparentemente irresistibile ascesa di Salvini verso le cariche più alte dello Stato.

E probabilmente il karaoke del trio Meloni Berlusconi Salvini, in occasione del 50° compleanno di quest'ultimo, segnerà l'inizio del declino della rampante Presidente del Consiglio.

Intendiamoci. Non si tratta di una critica al divertimento in sé, si è già visto un premier spassarsela in modi sempre ben oltre i confini della morale e ai limiti di quelli del diritto. E' invece la percezione della distanza abissale tra governanti e governati a generare perplessità e disaffezione nel proprio elettorato, soprattutto in quello più sensibile e razionale, quello per intenderci che determina - in tempi lenti ma inesorabili - i rilevanti e influenti ondeggiamenti dei sondaggi di opinione.

Inoltre, se procura un oggettivo fastidio vedere i propri beniamini mentre festeggiano come adolescenti un genetliaco, soltanto un paio d'ore dopo la celebrazione di una parte dei funerali delle vittime di una spaventosa tragedia, l'allontanamento progressivo dipende soprattutto dalla delusione.

Riguardo alla catastrofe di Cutro, il governo Meloni ha dimostrato una grave impreparazione, inaccettabile soprattutto per chi lo ha votato, oltre ovviamente che per l'opposizione. La presa di coscienza della gravità dei fatti è avvenuta troppo tardi, forse sollecitata dalla presenza quasi istantanea del Presidente della Repubblica nella camera ardente, davanti alle decine di bare allineate. La trasferta nel paese calabro è stata un disastro, con l'incredibilmente mancato incontro della capo del Governo con i parenti straziati delle vittime, l'evidente e inedito nervoso imbarazzo davanti alle pressanti domande dei giornalisti, le scelte operative scevre da qualsiasi analisi politica e culturale profonda e infine - dulcis in fundo - la fuga a Milano per cantare a squarciagola, quasi profanandola tra una risata e l'altra, la (bellissima) Canzone di Marinella. Insomma la sensazione di quell'"io sono io e voi non siete un c...." che tanto disturba i le cittadine e i cittadini semplici, siano essi di destra, di sinistra o di nessuna parte.

Tuttavia la sensazione più devastante è che le mirabolanti promesse di Giorgia Meloni versione guida di Fratelli d'Italia sono quotidianamente smentite dalle decisioni concrete, perfettamente allineate alle posizioni dei vituperati governi precedenti e, per quanto riguarda i migranti, clamorosamente sbagliate. I decreti "anti ong" approvati prima della tragedia non solo non hanno rallentato le partenze, ma le hanno moltiplicate fino a raggiungere i numeri record di questi giorni. Quelle che sono invece drammaticamente cresciute sono le morti in mare e le chiamate in soccorso da parte di natanti alla deriva, alcuni dei quali impossibili da raggiungere proprio a causa dell'estromissione delle navi salvezza dal campo dei soccorsi. Lo stesso inasprimento delle pene nei confronti degli scafisti è un contentino che non soddisfa nessuno, tutti coloro che seguono queste vicende sanno che il nocchiero della carretta del mare è solo l'ultima pedina di un gigantesco traffico gestito dalle mafie internazionali, talmente potenti che nessun Paese al mondo - per quanto potente - risulta essere in grado di contrastarle. E queste sicuramente non si spaventeranno nel continuare imperterriti ad avviare nel mare barchette sgangherate strapiene di poveri esseri umani.

Insomma, al di là di come la si possa pensare sulla questione delle migrazioni, a nessuno di coloro che hanno la responsabilità di governare un Paese, è lecito affrontare questi temi in modo raffazzonato, superficiale e impreparato. Di questo ne sono ben consapevoli anche coloro che hanno sostenuto con speranza la nascita del Governo Meloni e che ora vedono nel karaoke di Milano il simbolico inizio di una fine inattesa.

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