Molte sono le tradizioni legate a questo particolare periodo. Il calendario ebraico fissa in questo tempo la propria Pasqua, memoria del passaggio degli israeliti dalla terra della schiavitù nell'Egitto a quella della libertà nella Terra promessa. Le tradizioni precristiane del Nord Europa proponevano interessanti riti riguardanti la rinascita della vita e la fertilità, di esse sopravvivono le usanze relative alle uova e ai coniglietti. La colomba richiama la pace e la fine del diluvio universale.
Per quanto riguarda il paleocristianesimo, nota è la lunga controversia che ha portato alla fissazione della data della Pasqua, la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera. Per gli antichi la notte della Pasqua era la "nox magna", la grande notte, come ricordano ancora alcuni popoli, come quello sloveno per il quale la Pasqua è la "velika noč". C'è un'altra festa molto importante, anche se istituita qualche secolo dopo, che congiunge significativamente l'equinozio di primavera con il solstizio d'inverno. E' l'Annunciazione dell'angelo Gabriele a Maria, l'inizio cioè dell'incarnazione di Gesù, celebrata il 25 marzo, nove mesi prima della memoria della sua nascita, il 25 dicembre.
L'architettura della maggior parte delle prime chiese ha sottolineato simbolicamente il legame della nuova "luce per illuminare le genti" con il sorgere del Sole, collocando l'altare nella zona verso Oriente.
Ciò vale anche per la Basilica di Aquileia, dove le aule di Teodoro sono orientate, così come le strutture costruite successivamente, da Cromazio, Poppone e Marquardo. Ciò significa che i raggi del sole, intorno al tramonto, entrando dalla bifora collocata sulla facciata, illuminano la zona presbiterale e che un tempo, prima della realizzazione dell'abside romanica, raggiungevano i mosaici teodoriani qualche tempo dopo l'alba.Martedì 21, alle ore 5.45, chi lo desidererà potrà assistere all'inizio del nuovo giorno e della nuova primavera all'interno della suggestiva Basilica. Sarà aiutato a entrare nei "misteri" dell'equinozio dal racconto delle tradizioni culturali che sarà svolto in un dialogo tra Angelo Floramo e Andrea Bellavite. Saranno sommariamente interpretati i mosaici dell'inizio del IV secolo, cosicché le parole si intrecceranno con l'arte visiva, con la poesie spirituali lette da Mattia Vecchi e con la splendida musica dell'arpa, magistralmente suonata da Ester Pavlic. Si attenderà il sorgere del Sole e si affronterà, con la forza della fede e della cultura di chi ci ha preceduto nei secoli passati, l'avventura di un nuovo segmento di quelle meravigliose e drammatiche realtà che sono la Vita e la Storia.
Certo, per molti è un orario impegnativo, ma ne vale veramente la pena!
Bellissima iniziativa
RispondiElimina