domenica 5 marzo 2023

Gli avvenimenti interpellano la Politica: tra guerra in Ucraina ed elezioni regionali (2)

 

Lo stesso vale per le guerre, in particolare per quella che si sta combattendo in Ucraina. Non può essere un campo in cui scannarsi, prendendo una posizione piuttosto che un'altra per rimarcare il proprio territorio partitico. Chi crede nella Politica (sempre con la P maiuscola) non può dichiararsi per la pace e poi approvare l'invio degli armamenti a Zelensky. Deve invece proporre con tutte le forze la via del dialogo e della trattativa, compiendo anche gesti concreti per convincere le Nazioni Unite a costruire un'ineludibile tavolo di trattative. Non è giusto sorridere ai sostenitori del disarmo generale per ottenere il loro consenso e nello stesso tempo votare in Parlamento per risoluzioni che determinano l'incremento di armi micidiali sul campo di battaglia. Non si può servire a due padroni, in certi momenti decisivi della storia o si è da una parte o si è dall'altra, non esistono ragioni di Stato oppure opportunità di partito che giustifichino una deroga a tali principi. Poi, le due parti opposte, proprio in ragione della loro specificità, in democrazia sono chiamate a confrontarsi, per trovare una soluzione condivisa che sappia tenere conto della maggior parte delle questioni in ballo e non per suscitare tifoserie relative a un conflitto che tutto è meno che un gioco.

Un pensiero infine va alla Regione Friuli-Venezia Giulia e alla campagna elettorale che si è appena aperta, in vista delle elezioni del prossimo 2 aprile. L'auspicio è che il confronto non sia soltanto sereno e costruttivo, ma anche incentrato sui temi di fondo, sulla "visione" della Regione futura, nei prossimi dieci o venti anni. sarebbe opportuno anche in questo caso un confronto sulla posizione del F-VG in rapporto all'Europa e al Mondo. E' evidente che, anche se piccola e abitata da tanti abitanti quanto un terzo della sola città di Milano, la collocazione la rende una regione perno, luogo di confine tra diverse culture storiche e porta ideale per l'accoglienza di nuovi popoli in cammino. La campagna elettorale sarà in grado di portare al centro dell'attenzione il diritto al lavoro e alla giusta retribuzione, alla sicurezza minacciata dagli interessi dei colossi multinazionali? Sarà in grado di individuare e tematizzare le infiltrazioni mafiose a vari livelli dell'economia e della politica? Suggerirà percorsi di accoglienza per i richiedenti asilo, sosterrà lo smantellamento del campo di concentramento che è il CIE di Gradisca d'Isonzo? Sottolineerà le esigenze dei più deboli e dei più fragili, in particolare la necessità di sistemi sanitari efficienti ed efficaci? Valorizzerà la dimensione internazionale, costruendo relazioni di ampio respiro con i vicini Stati della Slovenia, della Croazia e dell'Austria, riproponendo come percorsi economico produttivi, oltre che culturali, gli assi est ovest e sud nord d'Europa che trovano proprio in questa zona il loro crocevia? Da ultimo e non ultimo - almeno per ora - saprà cercare risposte concrete e praticabili a queste e tante altre domande, non limitandosi alla denuncia o all'impegno morale, ma proponendo strade immediatamente e a lunga distanza percorribili?

Non sono affatto domande retoriche. Il desiderio profondo degli elettori è che la risposta sia, da qualunque parte provenga, un convinto e deciso "sì!"

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