domenica 5 marzo 2023

Gli avvenimenti interpellano la Politica: Cutro (1)

 

70 morti accertati, un numero imprecisato di dispersi, a due passi dalla costa calabra.

In altri tempi i giornali avrebbero titolato a nove colonne per almeno una settimana, ci sarebbero state analisi, controanalisi, proposte, controproposte.

Forse anche in altri tempi, chi è stato scelto dai cittadini per rappresentarli, si sarebbe comportato nello stesso modo. Da una parte c'è il governo, che utilizza la tragedia per rafforzare la propria posizione contro il diritto dei migranti di fuggire da fame e guerra per approdare in terre più sicure, dall'altra l'opposizione, che ne scruta i terribili particolari, dando l'impressione di farlo soprattutto per indebolire la maggioranza.

Razionalmente parlando, occorre ridare dignità alla parola Politica, con la P maiuscola, dando a essa una profondità che possa influenzare e aiutare a confrontarsi tra loro le legittime e a volte necessarie posizioni di parte. Per fare questo, di fronte alle bare allineate degli annegati di Crotone, occorre cercare delle ragioni e trovare delle soluzioni, a breve e lunga distanza.

Perché queste persone hanno perso la vita? Perché erano convinte di poter trovare una situazione migliore rispetto a quella in cui erano costretti a stare. Perché volevano - i padri e le madri per i propri figli, ministro Piantedosi le sue parole sono state davvero indegne! - un futuro migliore e per questo hanno deciso che fosse meglio rischiare la pelle attraversando il Mediterraneo su una carretta piuttosto che continuare a soffrire in silenzio. E perché non stavano bene "a casa loro"? Perché il sistema capitalista ha diviso il mondo in due parti, una straricca e abitata da pochi, una strapovera nella quale trascorrono i loro giorni cinque miliardi di esseri umani. La Politica europea e mondiale deve prendere atto di questa situazione e mettere a tema immediatamente una riforma del sistema di cooperazione e partenariato internazionale che possa, almeno in parte, riequilibrare lo spaventoso divario. Gli sbarchi non si potranno fermare, né con i blocchi navali, né con la creazione dei campi di concentramento in Libia, in Turchia e nelle isole greche. E' inutile stracciarsi le vesti contro il governo di destra, quando le soluzioni proposte dai precedenti sedicenti di centro sinistra non erano molto dissimili. Si deve piuttosto ripartire dall'asserto filosofico e antropologico fondamentale, quello che apre la Carta dei Diritti dell'Uomo, tutti gli umani hanno uguali diritti su questa Terra. Di conseguenza, il problema non è cercare di impedire la fuga da altri Continenti, qualunque sia il motivo che la provoca, ma di trovare il modo di garantire per i nuovi venuti viaggi sicuri e controllati dagli Stati verso i quali sono diretti, un lavoro sicuro, un'abitazione confortevole e la possibilità di ricongiungersi con i propri familiari. Tutto ciò, in attesa del passo successivo e decisivo, lo studio e la realizzazione di un nuovo sistema, alternativo a quello attuale, più consono alla coscienza dell'Uomo e più rispettoso delle esigenze della Natura. E' un percorso lungo e mastodontico, ma se mai si inizia mai si arriva. E i tempi si sono fatti brevi, il solo agitarsi di una possibile ripresa della minaccia nucleare fa comprendere quanto si è fragili e impotenti di fronte a una possibile catastrofe generale. (continua)

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