Oggi una notizia per sorridere un po'.
Tra una glaciazione e l'altra, oltre 20.000 anni fa, sulle pendici delle Alpi di Kamnik gironzolavano degli enormi mammuth. Con il loro forte pelo si sentivano molto potenti, dall'alto della loro impressionante mole guardavano tutti gli altri animali dall'alto in basso.Purtroppo per loro, quod non fecerunt barbari fecerunt barberini, in altre parole, ciò che non riuscì alle rigide temperature e ai (quella volta) lenti cambiamenti climatici, riuscì al più pericoloso di tutti gli animali, tal "homo sapiens, impegnato in quei tempi anche nell'eliminazione dell'ultimo dei suoi concorrenti, il buon "homo neanderthalensis". Ma si sa, allora come oggi, tempi duri per i troppo buoni e così in breve tempo i mammuth incontrarono i primi cacciatori che usavano lance quanto mai rudimentali, ma in ogni caso più efficaci delle zanne ricurve dei poveri mastodonti.
E così uno di loro restò incagliato da qualche parte, nella zona di Nevlje, vicino a Kamnik, sotto la stupenda Velika planina. Alcuni operai hanno trovato il suo scheletro perfettamente conservato, scavando la terra sotto un ponte nel 1938, periodo in cui l'Europa era preoccupata per ben altri motivi, alla vigilia del tragico secondo conflitto mondiale. C'è stato comunque il tempo per raccogliere con delicatezza il tutto e per ricostruirlo con cura, offrendo così a tutti la possibilità di immaginare cotal possanza - come direbbe l'Alfieri - a partire da un'ordinata catasta di ossa rilucenti.
C'era bisogno di ricordare l'evento, non tanto della triste fine del mammuth un paio di decine di millenni fa quanto del suo ritrovamento nella prima metà del XX secolo. E così, un bravo scultore ha provato a ricostruirne con il bronzo la carne e la pelle, donando la sua opera al Comune di Kamnik che, come ogni amministrazione che si rispetti, ha impiegato un'altra manciata di anni per ragionare, discutere, emettere ordinanze e prescrizioni. Ma alla fine il risultato è stato ottenuto.
Da ieri (sabato 25 marzo), giorno dell'inaugurazione, il mammuth in carne e ossa, o meglio in bronzo e rame ma con dimensioni rigorosamente reali, non è più soltanto il simbolo stilizzato del Museo di storia naturale di Ljubljana, ma anche un suggestivo monumento, ben visibile dalla grande strada che unisce la capitale slovena con la bella e antica cittadina di Kamnik. Molti abitanti sono di sicuro orgogliosi di ricordare in questo modo l'originale ritrovamento del 1938, ma i più felici di tutti sono i bambini che senza alcun timore reverenziale tentano invano di scalare il bisnonno degli attuali elefanti, si appendono alle sue zanne ricurve e fanno vibrare il tutto colpendo la struttura con i pugni.
Povera bestia, se ci si fosse trovati nella stessa situazione 22mila anni fa, non ci sarebbe stata tanta voglia di ridere e scherzare!
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