martedì 25 gennaio 2022

Un intenso giorno di gennaio

 Molti sono i temi che caratterizzano questa giornata.

Il più importante riguarda i sei anni dal rapimento di Giulio Regeni. A Fiumicello l'evento viene ricordato con un importante meeting, nel corso del quale personaggi noti e meno noti del mondo giornalistico, culturale e sociale porteranno la loro testimonianza e la loro attiva adesione alla lotta per la verità e la giustizia. La famiglia Regeni, insieme all'avvocato Alessandra Ballerini, ha coinvolto ormai milioni di persone in Italia e in Europa, denunciando incessantemente i terribili soprusi che si compiono in Egitto (e non solo!) e invocando che sia fatta piena luce sui fatti di fine gennaio 2016. Hanno insegnato che non ci si deve stancare o demoralizzare mai, quando si è schierati nella lotta appunto, per la verità e per la giustizia.

A proposito, si torna a parlare di venti di guerra, anche se la preoccupazione per la grave crisi tra Russia e Ucraina sembra - almeno in Italia - soffocata da quella per la diffusione del coronavirus e naturalmente dalla curiosità riguardo al prossimo Presidente della Repubblica. In realtà la situazione è particolarmente difficile, sospesa tra rivendicazioni territoriali russe, possibilità di accoglienza dell'Ucraina nella NATO, tutela dei diritti delle persone, spaccatura dei Paesi dell'Unione europea e posizione quanto meno confusa del presidente USA Biden. E' auspicabile che il tutto non degeneri, ma occorre particolare delicatezza e attenzione. A volte una guerra scoppia a causa di qualche piccolo errore dell'uno, dell'altro o di entrambi i contendenti. Nel mondo globalizzato, il rischio è quello di un effetto domino che potrebbe trasformare un fragile accordo diplomatico in scintilla dagli effetti imprevedibili e devastanti. Molto interessante e istruttivo, riguardo questo argomento, è il film Monaco. Sull'orlo di una guerra, del regista tedesco Christian Schwochow (2021), sulla preparazione, svolgimento e conseguenze del Patto di Monaco. sia pur in una situazione totalmente diversa, a livello di metodo si possono individuare inquietanti similitudini.

Infine si sta arrivando al momento decisivo per ciò che concerne l'elezione del Presidente. Dando per scontato la necessità di oltrepassare i primi tre scrutini che richiedono i due terzi dei votanti, le singole operazioni di voto per il momento non interessano molto. E' più importante osservare l'altalena dei nomi che vengono posti uno dopo l'altro sul tavolo della trattativa. Draghi, entrato in conclave papa, sembra ormai certo che ne uscirà cardinale, essendo troppo difficile il nodo della sostituzione del Presidente del Consiglio, senza sciogliere il quale si andrebbe direttamente alla tanto temuta (da deputati e senatori) fine anticipata di un anno della Legislatura. Se non il "Migliore" - tanto amato dal neoliberismo europeo e mondiale targato Goldman Sachs - chi potrebbe salire al Quirinale? Molto difficile prevederlo, anche perché la scelta è demandato esclusivamente ai Mille grandi elettori, non sempre inclini ad ascoltare i numerosi suggerimenti provenienti dalla base, che tendenzialmente vorrebbe finalmente come Presidente una donna, possibilmente non troppo avanti con l'età, impegnata nella società civile, con una buona conoscenza del funzionamento delle istituzioni e delle dinamiche della democrazia rappresentativa. Non dovrebbe essere così difficile trovare una persona così!

Si conclude infine oggi, data in cui il calendario cattolico ricorda la Conversione di san Paolo, la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. La situazione della cristianità e quella più in generale del mondo sono talmente complesse da porre in secondo piano quello che fino a qualche anno fa era ritenuto una delle maggiori urgenze, ovvero il dialogo ecumenico tra le diverse forme del cristianesimo storico. Sono solo piccole ma rumorose frange tradizionaliste a rimanere ancorate all'antico detto "extra ecclesiam nulla salus", intendendo con "chiesa" soltanto quella cattolica. Chi, se non qualche ben preparato studioso di storia oppure qualche fanatico fedele "filomedioevale" si interessa alle sottigliezze teologiche che differenziano il cattolicesimo dall'ortodossia e dal protestantesimo? Si è ben più preoccupati dalle minacce globali, da quelle legate al riscaldamento globale alle guerre già in corso, dalla fragilità di fronte alle esplosioni di potenza della Natura alla debolezza risocperta nell'epoca del virus pandemico. In questa situazione, un vento di crisi infuria sulla Chiesa di Roma, indipendentemente dagli entusiasmi, ma anche dalle delusioni suscitate da papa Bergoglio. Viene tirato in ballo perfino il cosiddetto "papa emerito". Dibattendo sul sesso degli angeli e su questioni di lana caprina, alcuni ritengono che non si sia realmente dimesso e che quindi il suo "successore" sarebbe un antipapa usurpatore del trono di Pietro. Più drammaticamente, il mite Ratzinger, nonostante la debolezza e la malattia, viene esplicitamente accusato di aver coperto situazioni di pedofilia e incappa - lui o chi per lui - in un clamoroso errore, costretto a smentire sé stesso. La questione degli abusi realizzati e sottaciuti, è ormai arrivata ai piani alti del Vaticano, mescolandosi a quella degli scandali finanziari e dei (molti) gialli irrisolti, primo fra tutti quello di Emanuela Orlandi. Insomma, c'è da aspettarsi di tutto! 

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