lunedì 17 gennaio 2022

Quando le normative diventano inquietanti...

Un gruppo di cittadini italiani - certamente minoritario, anche se la lotteria dei numeri e delle percentuali rende difficile farsi un'idea precisa - decide di non ricevere il vaccino, ritenendo che tale scelta sia garantita dal dettato della Costituzione. Dalla loro parte hanno - anche in questo caso in numero minoritario, ma non insignificante - alcuni scienziati, personale medico e infermieristico, giuristi, filosofi, oltre a comunicatori più o meno originali. Sono oggettivamente marginalizzati, i vari decreti governativi li hanno estromessi dalla maggior parte dei luoghi di lavoro, coloro fra essi che hanno più di 50 anni, a partire dal 15 febbraio, se non interverranno altri fattori, dovranno di fatto restare chiusi in casa per evitare verbali e multe. Anzi, si dice che neppure in casa potrebbero stare tranquilli, perché una discutibile collaborazione tra Agenzia delle Entrate e Aziende Sanitarie potrebbe perfino "stanarli" nella propria abitazione.
Dall'altra parte la maggioranza degli italiani - compreso il sottoscritto - ha deciso di ricevere la prima e la seconda dose, ora la terza, il famoso richiamo detto all'inglese "booster". Lo hanno fatto ritenendo di tutelare meglio in questo modo la propria e l'altrui salute, senza per questo rinunciare all'umano esercizio del dubbio, ma ritenendo la propria scelta maggiormente rispettosa del bene comune. Era stato detto che il vaccino sarebbe stato efficace con percentuali vicine al 100%, che una dose sarebbe stata sufficiente ma due avrebbero garantito l'immunità a vita. Di fronte all'evidente generalizzato contagio nonostante il vaccino - anche dopo la terza somministrazione - si è detto che comunque il virus risulta depotenziato. Pro vax e no vax producono decine di statistiche e testimonianze più o meno credibili, , ciascuna a favore della propria posizione, rendendo pressoché impossibile capire cosa stia realmente accadendo.
Nel frattempo un autentico diluvio di trasmissioni televisive, salotti di giornaliste e giornalisti, articoli sui giornali producono una vera e propria criminalizzazione non solo di chi non si fa vaccinare ma anche di chi osa esprimere qualche minimo dubbio. Emergono notizie di sentenze che di fatto contraddicono i protocolli di cura dei primi giorni della pandemia, quelli con impressionanti stragi e numero di morti esorbitante. Chi si permette di osservare che qualcosa non va e che forse bisognerebbe almeno ascoltare alcune più "fondate" obiezioni, viene tacciato di "rincoglionimento" o di "perdita di senno", soprattutto se si tratta di personaggi finora osannati e universalmente stimati. In alcune trasmissioni, chi pone problemi non viene più invitato a parlare e sempre più viene dato spazio a un'unica, indiscutibile Verità.
C'è da dire che spesso i cosiddetti "no-vax" ci mettono del loro e l'esasperazione di alcuni di loro non giustifica atteggiamenti come minimo discutibili, paragoni insostenibili e soprattutto inaccettabili azioni violente e sistematiche contestazioni di operatori sanitari, politici, operatori della comunicazione e perfino degli stessi cittadini vaccinati. Tali posizioni e soprattutto tali gesti sono del tutto controproducenti e contribuiscono a creare un'opinione pubblica sempre più diffidente e sempre meno disposta a sopportarli.
In ogni caso, quello che sta accadendo è preoccupante. Oggi, leggi e decreti succedono gli uni agli altri per costringere i renitenti ad allinearsi e a obbedire, spiegando tali imposizioni con la salvaguardia della salute di ciascuno. Sarà forse così, ma domani questi stessi metodi potrebbero colpire indiscriminatamente altri gruppi di oppositori alla volontà di chi comanda, sempre naturalmente in nome della sicurezza e della tutela degli interessi pubblici.
Ribadita la "bontà" della decisione di farsi vaccinare, come impedirsi un po' di sana inquietudine?

1 commento:

  1. Per impedire un po' di sana inquietudine, basterebbe fare come in tanti paesi europei e in USA, e cioè non tartassare i cittadini con trasmissioni no stop che parlano sempre e solo di covid, lo stesso dicasi per i quotidiani. Ho modo di vedere TV austriache e tedesche, ebbene mai si sognerebbero di dedicare tanto tempo a notizie che, spesso, si contraddicono. Riguardo ai vari Bassetti e compagnia, sempre presenti, farebbero meglio a farsi vedere meno. Non sono personaggi televisivi. Basta con questo tartassare continuo, ne va della salute mentale delle persone.
    Patrizia Socci

    RispondiElimina