sabato 1 gennaio 2022

Razmišljanja na Sveti gori. Pensieri sul Monte Santo, all'inizio del 2022...

Monte Santo (Sveta Gora), ultimo tramonto del 2021.

Sotto un cielo colorato dalla rapida discesa del Sole, oltre la linea dell'orizzonte, si intravvede la nebbia che dalla pianura si insinua dolcemente nella conca delle "Gorica/Gorizia".

La lunga cresta del Trstelj non nasconde del tutto l'Ermada e ovunque dall'invasione del soffice manto si salvano le colline, il Panovec, Stara Gora, perfino il Castello. Lo scuro versante orientale del Sabotino impedisce allo sguardo di raggiungere il mare, ma è la/le città ad attrarre soprattutto l'attenzione. Si scorge una colonna di fumo e si accendono le prime luci nelle case, è vigilia importante. Si può immaginare la gioia dei piccoli che aiutano in famiglia a preparare il cenone e si domandano se ci saranno a mezzanotte i fuochi artificiali. I giovani si organizzano per qualche festa privata, il covid permette solo qualche petardo qua e là, non ci saranno i gruppi chiassosi di sempre. Laggiù, i palazzi, le ville, gli ospedali e le residente per gli anziani, ospitano l'eterno mistero dell'amore e del dolore che si svela a chi sa scrutare il profondo del cuore. 

La nebbia sembra voler partecipare alla danza dell'essere, riempiendo con un vapore misto di acqua e fumi chimici le strade che non oppongono resistenza. Tutto sembra sprofondare progressivamente in un silenzio che acuisce la distanza, mentre le campane annunciano festosamente la Messa del Ringraziamento. Te Deum laudamus... per la salute e la malattia, per la pace e per la guerra, per il piacere e per la sofferenza, per la luce e per le tenebre. Te Deum laudamus, è finito un altro anno.

Dall'altro versante si vede la pianura friulana, un mare di cotone che lambisce il Collio e dal quale emerge la punta del Quarin. Il Monte Cavallo, sopra Pordenone, invita ad alzare ulteriormente lo sguardo, dialogando con il Pramaggiore e il resto della Catena Carnica. Senza curarsi dei destini di chi sta in basso, mostrano con orgoglio le loro creste luminose e si proiettano verso le prime stelle della sera. "V začetku je bila Beseda...", "in principio era il Verbo", proclama dall'altare del santuario l'amico frate e invita all'attenzione perché se la "Božja Beseda" era da sempre e ha creato tutte le cose, le nostre umane parole possono generare pace o guerra, amicizia o inimicizia, unione o divisione, giustizia o iniquità... Il bambino, nella luce intensa del presepio monumentale, sembra approvare, allargando le piccole braccia in un abbraccio che coinvolge tutto il mondo.

Si volta pagina e inizia un nuovo anno, ne sono passati 2022 dal convenzionale inizio nell'oscurità della grotta di Bethlehem, la città il cui nome significa "Casa del Pane". L'augurio è quello di sempre, srečno novo leto, buon anno nuovo. Ma la coscienza della responsabilità di ciascuno è più grande di un formale saluto. Sì, sarà un ottimo anno se ognuno si impegnerà affinché lo sia. Sarà un "buon nuovo anno" se chi bussa troverà chi è disposto ad aprire, se chi in passato ha cercato vendetta si lascerà vincere dal perdono, se chi è sicuro della sua Verità si aprirà al dialogo con chi la pensa diversamente, se chi ha cercato il proprio interesse si convincerà che la società può reggere solo se ogni cittadino si deciderà a lavorare per il bene e per i beni comuni, cioè di tutti, soprattutto dei più piccoli e dei più deboli.

E' finita la Messa, la nebbia si sta diradando, la Natura partecipa al transito dell'anno. E oggi, al posto del Te Deum, si canta "Veni Sancte Spiritus". Sì, venga in ogni vivente lo Spirito dell'Amore, comunque lo si voglia chiamare, forza di Dio o potenza di un'Umanità, Totalità e Infinito oppure Frammento Contingente. 

Se il 2022 sarà "buono" dipende dall'intelligenza, dalla creatività, dalla passione per la Vita di tutti e di ciascuno. In questo senso allora sì, BUON 2022 alla nostra pallina inquieta, rotolante in una zona periferica della Galassia e all'immenso Universo intero.

1 commento:

  1. Sarà un ottimo anno se i potenti della terra la smettessero di sostituirsi a Dio.
    Patrizia Socci

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