Da una parte infatti rendono possibile ciò che altrimenti non lo sarebbe, la realizzazione di tanti bei progetti che portano un valore aggiunto alla qualità della vita di un territorio. Dall'altra spesso si riducono a una pioggia di denaro che irrora campi non sempre ben coltivati oppure, a volte, in possesso di amici ed amici degli amici.
Così è anche per il bando, o meglio per i bandi Cultura 2022 della Regione Friuli-Venezia Giulia. Centinaia di realtà - enti pubblici e privati, associazioni di varia tipologia, ecc. - si gettano a capofitto nell'imbrogliata matassa burocratica per grattare i fondi del barile e recuperare i fondi per realizzare questo o o quel sogno nel cassetto. Quest'anno si aggiunge il plusvalore del riferimento alla preparazione dell'evento Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura 2025. E così, decine di richiedenti - con esplicita soddisfazione dei referenti culturali del Comune di Gorizia - alcuni dei quali molto lontani dal territorio, vanno a caccia di partenariati "forti", da una parte e dall'altra del vecchio confine e propongono percorsi innovativi costruiti e sperimentati nella bellezza di un paio di settimane.
Naturalmente non tutti sono così, ci sono realtà ben strutturate e gruppi associativi che da decenni portano avanti proposte artistiche e culturali di altissimo livello, procedendo da contatti già esistenti tra le due città e non inventando il tutto all'ultimo momento. La mancata valorizzazione dell'"esperienza" e della "direzione artistica" dei richiedenti - novità di quest'anno! - penalizzerà proprio queste esperienze a favore di altre, appena imbastite sostanzialmente con lo scopo primario di ottenere il contributo.
E' proprio questo termine, "primario", a fondare la perplessità. Fatta salva la straordinaria proposta culturale di prestigiose case della cultura che costruiscono quotidianamente rapporti di amicizia e collaborazione fra le diverse componenti della zona, in molti casi sembra che ci si affidi al "progetto" per costruire relazioni, quando invece solo le relazioni già esistenti potrebbero giustificare l'esistenza stessa del progetto.
L'urgenza del momento, procedendo verso il 2025, è quella di costruire importanti rapporti di base tra le persone, valorizzando maggiormente, come dei perni fondamentali, le istituzioni che da più anni e con maggiore efficacia perseguono con passione e non senza difficoltà questi obiettivi. Da una parte infatti occorre che il percorso verso la capitale europea veda impegnati - a costo zero! - tutte le cittadine e tutti i cittadini nel moltiplicare la loro presenza, i loro affetti, i loro momenti di quotidianità, rendendo assolutamente "normale" vivere le/la città realmente senza confini. Dall'altra, piuttosto che far piovere a cascata contributi su miriadi di piccoli richiedenti, sarebbe meglio canalizzare i fondi su quelle poche ma molto competenti realtà che da ormai tanto tempo hanno tessuto e continuano a tessere la tela della cultura inter-nazionale.
In conclusione, non sono i progetti a fondare relazioni al momento inesistenti, ma sono le relazioni già in atto a esprimersi attraverso progetti condivisi, pazientemente costruiti e realizzati insieme, giorno dopo giorno. Naturalmente questo è solo uno spunto offerto alla riflessione, non certo un dogma indiscutibile e insindacabile.
.... certo, la LR n. 16/2014 sulle attività culturali, di configura come uno strumento mediocre per cogliere la complessità di un mondo in continua evoluzione: ha cercato di contenere le dinamiche culturali del FVG, in una fase di vivace cambiamento, in una stretta gabbia burocratica ...
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