domenica 1 maggio 2022

Un ricordo dell'estate 2017. I richiedenti asilo nel freddo del tunnel.

Richiedenti asilo a Gorizia, settembre 2017

Premessa indispensabile, visti i tempi, per questo e per i prossimi interventi, fino al 26 giugno. Questo post viene scritto su un blog giornalistico individuale, da libero cittadino non iscritto ad alcun partito e non candidato alle prossime elezioni comunali. (ab)

Sono passati quasi cinque anni, ogni volta che si attraversa Galleria Bombi a Gorizia, non si può non pensare alla scandalosa situazione di tante persone migranti, costrette a soggiornarvi per un paio di mesi.

Non c’erano andati per piacere, ma perché non si era saputo affrontare la questione, proponendo altri alloggi confortevoli. Non erano in città per creare problemi, meno che meno perché invitati da chi poi ha cercato di dare loro una mano, ma perché in quel periodo era presente proprio a Gorizia una delle tre commissioni che in quel tempo – correva l’estate 2017 - erano dedicate alla verifica dei requisiti della richiesta d’asilo.  

Senza l’intervento del volontariato nella galleria Bombi, gli “ospiti”, privati perfino della possibilità di attingere acqua alle fontanelle della piazza, avrebbero concretamente rischiato di morire di fame o di freddo, abbandonati completamente a sé stessi. Sarebbe stato opportuno ringraziare, se non premiare, coloro che, mossi da molte e diverse fedi civili e religiose, hanno investito tante energie fisiche e materiali per dimostrare umanità e solidarietà. Essi hanno evitato a Gorizia una vergogna di livello mondiale.

Le commissioni sono state moltiplicate e trasferite altrove per esigenze logistiche dovute all’aumento delle richieste in quegli anni e anche grazie all’intervento di tanti esponenti dei mondi associativi, culturali e politici regionali. Peccato per Gorizia, dimostratasi incapace di affrontare la situazione e di accogliere in modo degno – nelle sue tante strutture e nelle migliaia di alloggi sfitti dalle finestre serrate - un centinaio di persone. Bene per i nuovi venuti che, nel bene o comunque nel meglio, hanno trovato altrove quelle risposte alle loro domande che il mondo goriziano non ha saputo o voluto dare.

Non dimentichiamo che l’Europa ha scelto Nova Gorica e di conseguenza Gorizia, come capitale della Cultura proprio immaginando l’originalità e la specificità di un territorio unito nella diversità, pluriculturale e plurilingue, dove sperimentare autentici percorsi politici orientati all’amicizia fra i popoli, alla solidarietà, all’accoglienza fraterna e alla condivisione dei problemi del mondo, all’autentica giustizia e alla pace.

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