Quanti pensieri oggi, ascoltando musica rinascimentale nella stupenda chiesetta di Sant'Andrea a Vrhovlje pri Kozbani! Dopo l'ottima illustrazione degli affreschi proposta dalla storica dell'arte Andrea Bojic, Alessandra Cossi, Fabio Accurso, Marco Ferrari e Fabio Tricomi hanno incantato tutti i presenti. Si sono mescolati voci e suoni di un'altra epoca, magistralmente spiegati dagli artisti che hanno svelato i segreti di composizioni difficilmente comprensibili nel loro insieme senza una guida. Il Progetto di Dramsam vuole far conoscere piccole cappelle, situate ordinariamente fuori dalla città o comunque dagli ordinari giri turistici, accomunate da rappresentazioni pittoriche che presentino angeli musicanti, con strumenti in uso negli anni tra la fine del '400 e l'inizio del '500.
In questo modo vengono sollecitati sia la vista che l'udito. Nel caso di Sant'Andrea gli affreschi coprono tutto il presbiterio e narrano la gloria di Dio con tanti angeli che presentano con orgoglio gli strumenti con i quali innalzano la loro lode a Dio. C'è una bella Annunciazione, sopra l'angelo la gioia di Abele che vede la mano di Dio chinarsi a raccogliere l'offerta gradita di un capretto. Sopra una Maria meditativa che riceve le parole di Gabriele è invece rappresentata la rabbia di Caino che scopre, guardando il cielo a lui precluso, che il dono delle sue messi non è accettato da Dio. Un grande mistero e forse una grande ingiustizia divina, dalla quale secondo il mito biblico sarebbe scaturito il primo omicidio/fratricidio della storia. Per chi vuole un'interpretazione avvincente e riabilitante del figlio reietto di Adamo ed Eva, si consiglia la lettura dell'intramontabile
Caino di José Saramago.
Ci sono poi teorie di santi e di sane, gli immancabili apostoli e le martiri della prima chiesa. Tra un testimone e l'altro, compaiono i simboli dei quattro evangelisti e soprattutto tanti angeli multicolori che non sembrano tanto far parte di un'orchestra, quanto di un insieme di solisti, ciascuno intento a suonare o ad accordare il proprio strumento. Ci sono i tamburi, le trombe marine, le vielle e anche un salterio, suonato da un messo celeste dal volto simpatico. Sembra sia stato disegnato un piccolo occhio, nella parte mediana del corpo, forse un invito a rendersi conto di come no sia possibile vedere veramente, se non con il cuore. Tutto sembra voler concorrere nell'aiutare le persone a guardare in alto, verso il volto del Redentore che costituisce la chiave di volta degli archi gotici. Insomma, una meraviglia!
La musica degli affreschi ha preso vita attraverso il concerto, eseguito in parte con gli stessi strumenti raffigurati. Il canto e il suono si sono diffusi anche al di là del tempietto, sposandosi con il paesaggio suggestivo della Goriška Brda, vigneti, ulivi, boschi a perdita d'occhio e verso sud, oltre il Quarin, la campagna friulana e lontano, il sottile scintillio del mare. Una meraviglia! Guardando verso le verdi colline e intuendo i paesini disseminati tra le valli, ascoltando la musica celestiale proveniente dall'interno, è stato naturale chiedersi perché la Bellezza non appartiene a tutti, perché mentre il cuore gioisce davanti all'esplosione della primavera e alla dolcezza della musica, tante persone soffrono e muoiono, molto spesso nell'atroce dolore della tortura e della guerra. Perché questa incredibile ingiustizia, una piccola parte dell'umanità può godersi una splendida domenica mattina di pace mentre in tanti altri luoghi del mondo la terra brucia e la gente muore nella guerra? C'è forse un rapporto tra il "troppo bello e troppo bene" riservato ad alcuni e il "troppo brutto e troppo male" che attende la stragrande parte degli altri?
Sì, c'è di sicuro un rapporto, non tanto perché qualcuno si può permettere il creativo lusso di contemplare l'arte e di godere della Natura, quanto perché la società del cosiddetto benessere capitalista ha creato questa insanabile divisione tra i pochissimi privilegiati straricchi e la stragrande moltitudine degli umani, alle prese con la fame, i conflitti, le persecuzioni ideologiche o religiose provocate dagli stessi pochissimi che gestiscono le sorti del mondo.
Divisione "insanabile"? Forse anche no. Gustando l'estrema bellezza, un po' ci si sente in colpa perché non è per tutti, ma un po' rinasce nel cuore la speranza e soprattutto il desiderio di impegnarsi. Questo mondo può essere equo, giusto e solidale, non l'ha voluto così ingiusto un qualche dio. Siamo noi, ciascuno di noi, nei piccoli o grandi gesti di ogni giorno, che dobbiamo colmare l'abisso, l'enorme distanza. Solo così si elimineranno le guerre e non ci sarà più bisogno delle armi, quando ci renderemo conto che la Bellezza deve appartenere a tutti, nessuno escluso e che solo a questa condizione "la Bellezza salverà il mondo". Altrimenti altro non sarà che l'ennesima merce di consumo.
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