sabato 21 maggio 2022

Con Dramsam, a San Martino di Terzo e a Vrhovlje pri Kozbani

Terzo e quarto appuntamento, nel fine settimana, della rassegna Rammenta chiaro Isonzo/Takrat se spomni, bistra Soča, proposta da Dramsam per far conoscere splendide poco note gemme artistiche del Goriziano, in Italia e in Slovenia e per gustare da vicino la musica rinascimentale.

Sabato 21 maggio, alle ore 18, ci si incontra nella chiesa di San Martino di Terzo.

Il 16 luglio 1036 il patriarca Popone donava alla chiesa e al monastero di Aquileia una decina di agglomerati, chiamati ville, tra i quali Terzo e san Martino. Da quel momento inizia la storia ufficiale di questo territorio, sicuramente abitato anche prima e dedicato a un santo che, con san Michele e san Giovanni Battista, è stato particolarmente venerato dai Longobardi, il che spiega la grande diffusione del suo culto in tutta la zona. 

Gli affreschi della chiesa, rigorosamente orientata, sono stati realizzati in tre fasi, relativamente recentemente riscoperti in quanto in precedenza erano stati nascosti dagli intonaci e dai rifacimenti barocchi.

I primi, nella navata sinistra, abbastanza mal conservati, risalgono al XII secolo e rappresentano Maria in trono circondate da sante e santi. I secondi, in parte staccati e collocati di fronte per poter far vedere quelli più antichi, sono del XIII secolo, con soggetti legati al mistero pasquale, la crocifissione e la discesa agli inferi, l'ascensione. Manca, ma era certamente presente, la scena della risurrezione. Al centro della navata c'è un monumentale san Cristoforo, rappresentato secondo la tradizione del centro Europa con il bambino Gesù sulle spalle, in atto di attraversare un fiume. Seguono gli affreschi del presbiterio e della navata destra, con cicli iconografici ben riconoscibili. Ci troviamo a cavallo tra la fine del '400 e l'inizio del '500 (lo stesso periodo di Sant'Acazio in Duomo e di Sant'Ulderico/Urh a Tolmin che abbiamo visitato nella precedente occasione) e l'impianto iconografico è in questo caso facilmente decifrabile. Oltre alla Trinità e ad alcuni santi abbastanza riconoscibili (Santo Stefano con i sassi in testa e sulle spalle o San Lorenzo con la solita graticola), si ha una significativa scelta di episodi biblici. Ci sono Adamo ed Eva, con il famoso frutto, il sacrificio di Isacco da parte di Abramo e, interessante, sotto l'arco trionfale, la scena dell'Annunciazione, da una parte Maria con sopra il sacrificio (pastorale) gradito a Dio di Abele, dall'altra l'angelo (purtroppo deteriorato) con sopra il sacrificio (agricolo) rifiutato da Dio di Caino. E' una tipologia che si ritrova un po' ovunque, segno di contatti stretti tra le varie maestranze al servizio di una concorde committenza (in zona troviamo lo stesso schema a Sveti Urh, a Vrhovlje pri Kozbani, a Britof nella valle dello Judrio, ma anche a Gris di Bicinicco). Dietro l'altare, si possono riconoscere le scene evangeliche della nascita di Giovanni Battista, della visitazione di Maria a Elisabetta, della natività di Gesù e dell'arrivo dei re magi. Negli spazi creati dagli archi ci sono i quattro evangelisti, annunciatori terreni della salvezza cristiana e tanti angeli musicanti, con gli strumenti musicali che ci saranno illustrati dopo, annunciatori celesti della gloria di Dio. Nella volta a crociera sopra l'altare coram populo siedono i quattro grandi padri della chiesa occidentale (Gerolamo, Ambrogio, Agostino e Gregorio). Vi sono poi gli apostoli, quasi colonne che stanno alla base del presbiterio, i volti di molti martiri e soprattutto martire, tra le quali si possono ben riconoscere Lucia, Apollonia, Caterina d'Alessandria, Ursula e Lena, figure molto amate nella fede popolare tra la fine del Medioevo e l'inizio del Rinascimento.

Diverse sono le maestranze che hanno lavorato nella chiesa. Il rialzo delle mura delle navate è molto più tardo, come evidente soltanto a un primo sguardo. probabilmente si può intravvedere la mano di scuole note come, nel caso dei dipinti del XIII secolo, quella ispirata a Vitale da Bologna. In generale però il valore di queste opere sta proprio nella loro apparente semplicità. E' arte popolare e non di élite, destinata a istruire le persone più semplici, a proporre delle vere e proprie catechesi audiovisive, dove presentare l'alta teologia biblica in un linguaggio iconografico immediatamente comprensibile ai fedeli (un po' forse come accade nell'ambito musicale in quello stesso periodo).

Ci sono anche i due santi cui è dedicata la Chiesa. Nel presbiterio, sulla sinistra, si riconosce San Martino, ancora soldato, quando vede in sogno Gesù che lo ringrazia per il mezzo mantello donato al povero e quando compie uno dei suoi tanti miracoli. Nato in Pannonia, a Savaria, Martino percorre più volte, avanti indietro, la strada verso la Gallia, passando anche per Aquileia. La sua è stata una vita straordinariamente avventurosa narrata dal biografo Sulpicio Severo. Lungo il suo cammino sono innumerevoli le chiese a lui dedicate, così celebre forse anche per la concomitanza della sua festa con quella per eccellenza dell'autunno, con la chiusura dell'anno agrario e l'inizio del riposo invernale della Natura. Il compatrono, meno noto, è Dionigi l'Aeropagita. Lo si vede in trono mentre insegna. la tradizione lo riconosce come un discepolo convertito da san Paolo nel suo famoso discorso all'Aeropago. Fino al tempo dell'umanesimo si riteneva fosse autore di scritti patristici, in realtà composti intorno al VI secolo da un altro autore, più correttamente definito successivamente lo "pseudoDionigi". Difficile comprendere il perché di una dedica in questo caso molto originale e rara se non unica nel territorio Goriziano preso in esame da questa rassegna.

Domenica 22 maggio, alle 11, ci sarà l'incontro artistico-musicale nella stupenda chiesetta di Vrhovlje pri Kozbani, nel cuore del Collio sloveno. E' collocata su un'altura, con vista mozzafiato fino al mare e custodisce preziosi affreschi, sempre del periodo tra il XV e il XVI secolo. Altre pitture, altri angeli musicanti, altra meravigliosa musica. Da non perdere!
 

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