E' bello correre anche nei dintorni, si raggiunge facilmente il parco periferico, dove ci si può sbizzarrire tra percorsi solo per bici, sentieri da affrontare a piedi tra i boschi, perfino salite mozzafiato sui colli circostanti. E' un'esperienza da non dimenticare, possibilmente da riportare nella nostra "stara" Gorizia.
Un po' come questi ciclisti che dal parco si dirigono verso il cuore della capitale. Che invidia, vero? Beh sì, ma...
Il paesaggio è attraente, particolarmente in questo momento di improvvisa irruzione dell'estate. Cosa meglio di una scavallata nell'ombra di alberi gentili? Il selciato è ordinato, senza buche o sconnessioni dei cubetti di porfido, è un vero piacere pedalare. La città attende e apre le sue braccia accoglienti, da una parte la splendida Galleria d'arte moderna, dall'altra si intravvede la chiesa ortodossa dalle tante cupole. Eppure? Eppure qualcosa stride, una punta di disagio, un pensiero opprimente che si vorrebbe allontanare ma è sempre lì...
Cosa c'è che non va? Un rumore, c'è un treno che passa, sopra il breve tunnel ciclabile. Che cosa trasporta? Se riuscite a ingrandire la foto forse lo scoprirete. E dove sta andando? A questo punto si fa chiaro il perché del disagio. E il malessere cresce, si trasforma in protesta e in speranza di pace.
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