Tre sono i livelli narrativi, tutti ispirati alla celebre tragedia di Sofocle.
La storia della sfortunata figlia di Edipo, condannata dallo zio Creonte per aver osato seppellire il fratello Polinice morto in battaglia, è raccontata con tre possibili diversi finali. Nel primo, tradizionale, Antigone muore nell'antro nel quale è stata rinchiusa e il figlio di Creonte, innamorato di lei, si uccide dopo aver sputato in faccia al crudele tiranno. Nel secondo Creonte si impietosisce e libera Antigone, recuperando l'affetto del figlio, ma viene ucciso in un colpo di stato, conseguenza dell'anarchia seguita alla cessazione dello stato di diritto. Nel terzo è un tribunale del popolo ad assumere il potere, condannando sia Creonte che Antigone a una morte certa, in quanto nemici dell'ordine sociale.
Il secondo livello è la lezione di Žižek che offre una visione del tutto alternativa a quella tradizionale. Antigone non appare come l'eroina della libertà che obbedisce alle leggi della coscienza e muore per aver sfidato il Potere. E' invece l'emblema del tradizionalismo, dell'ottuso rifiuto di qualsiasi forma di novità. Creonte incarna invece la necessità della Legge, in un certo senso è il simbolo della burocrazia e di un Potere incentrato soltanto sulle forme. E' il coro che offre uno sguardo innovativo, dando voce alle istanze del popolo. Senza alcuna semplificazione e con un senso di disincanto che caratterizza l'attuale fase del suo pensiero, il filosofo sembra coinvolto nel fascino di una liquidità contemporanea che confina con il caos.
E il caos è il terzo livello narrativo, una sapiente silloge di documenti post-moderni. La tragedia della guerra si coniuga con la fine delle ideologie, il Parlamento europeo sembra costituirsi come nuova corte della città di Tebe, l'inquinamento e i cambiamenti climatici sembrano sul punto di soffocare il mondo, ma c'è sempre la possibilità di fuggire dalle sue minacce imbarcandosi su qualche improbabile astronave da dove si può contemplare la Terra dall'alto, stringendosi all'inverosimile nella cabina di pilotaggio. I personaggi si mescolano vorticosamente e tra Putin, Juncker, Merkel, Lagarde, papa Francesco e Greta Thunberg si rischia di annegare in un oceano di dubbio e di incertezza, dal quale solo una Rivoluzione sembra in grado di affrancare.
Rivoluzione sì! Ma quando, come e quale Rivoluzione potrebbe cambiar effettivamente le cose, senza limitarsi semplicemente a sostituire una forma di Potere con un'altra?
Comunque sia, un film da vedere, in un tempo in cui sembra assai difficile trovare parole e immagini che consentano il nobile esercizio del pensiero.
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