mercoledì 9 febbraio 2022

Giornata del Ricordo. Il Dolore non abbia colore...

Podnanos, ponte e casa Premrl
La Giornata del Ricordo, così come è, non può che essere ogni anno un'occasione di scontro e divisione. Non è la memoria a causare disagio, ma il suo utilizzo strumentale che sottolineando a senso unico le sofferenze di una parte provoca la dimenticanza di quelle dell'altra. Si innesca così una macabra evocazione di episodi ed eventi, raccontati con un metodo che ha poco a che fare con la storiografia e a volte sconfina nella propaganda. La Giornata del ricordo dovrebbe essere invece la Giornata del Dolore, accomunare tutti coloro che in qualsiasi modo hanno perso la vita, soprattutto le vittime innocenti di una violenza cieca e disumana. Il Dolore innocente non è italiano, tedesco, ebraico o sloveno. E' solo e semplicemente "umano", per questo l'unico modo costruttivo di "ricordarlo" è lasciarsi interrogare da esso, conoscerne le cause e radici profonde, disinnescare l'odio che lo ha provocato, trasformando l'ingiustizia subita in fondamento di una nuova civiltà. In questo spirito, nella "Giornata" del 2022, si propone alla riflessione un altro di quei racconti che ci riportano all'ultimo tragico capitolo della seconda guerra mondiale, il terribile conflitto scatenato dalla criminale ideologia nazifascista.

Il luogo è Podnanos, suggestivo paese nell'alta Vipavška dolina. Lasciando la strada maestra, fino alla costruzione dell'autostrada principale collegamento tra Gorizia e Lubiana, si scoprono interessanti particolari. La bella chiesa dedicata a san Vito, fino a qualche decennio fa dava il nome al paese. L'impostazione barocca non deve ingannare, all'interno l'antica abside del '400 è stata trasformata in cappella laterale e consente di ammirare splendidi affreschi di sante e santi martiri, padri della chiesa e vicende bibliche.

Quella dietro al ponte medievale è casa Premrl e ha visto nascere personaggi importanti, il musicista Stanko, compositore della musica dell'inno nazionale sloveno, il nipote Janko - Vojko, comandante partigiano ucciso in battaglia a soli 23 anni sui monti di Idria e tanti altri.

In un villaggio così ricco di storia e così accogliente, la guerra ha seminato tante sofferenze, come ovunque, prima durante e anche dopo la sua ufficiale conclusione. La vicenda da ricordare è quella di un'altra Premrl, Božena. Nata il 25 luglio 1926, è vissuta sempre a Podnanos. Dopo un'infanzia trascorsa sotto l'occupazione italiana e il regime fascista, è costretta a subire l'onda violenta del conflitto. Il fratello Janko, chiamato alle armi con l'esercito italiano, riesce a raggiungere i partigiani divenendo per loro addestratore e punto di riferimento ideale. L'intensa religiosità della famiglia si accompagna a una forte coscienza di appartenenza al proprio popolo e in questo contesto diventa naturale schierarsi, offrendo per quanto possibile sostegno ai combattenti per la libertà della Nazione. La famiglia è costretta anche all'esilio, più di un anno a Omegna, in provincia di Novara. La morte del giovane Janko non attenuta la volontà di riscatto, anche se l'impegno per la giustizia e la libertà porta un'ulteriore conseguenza, la devastazione e l'incendio della casa da parte delle milizie italiane fasciste. Purtroppo non è l'ultima delle tragedie. A guerra ormai quasi finita, tra gli eserciti sconfitti in disordinata fuga verso la terra d'origine, ci sono anche i cetnici, collaborazionisti serbi delle forze nazifasciste. Un gruppo si ferma per una notte a Podnanos e un soldato, meglio dire un criminale, si avvicina a Božena con cattive intenzioni. Di fronte al suo deciso rifiuto si infuria e la trapassa a fil di spada, lasciandola morire nel proprio sangue. Non ci sono vie a lei dedicate, non sono stati girati dei film sulla sua vita. Dei suoi diciotto anni rimane soltanto la tomba, al centro del cimitero di Podnanos e il dolce, immutato ricordo dei suoi cari, di coloro che l'hanno conosciuta e dei loro discendenti. Tra essi c'era e ha scritto parole commoventi su Božena e Janko, anche la sorella Radoslava Premrl (1921-2009), maestra e scrittrice, moglie del famoso autore sloveno Boris Pahor.

Il dolore non ha colore, o meglio ha tutti i colori dell'arcobaleno dell'umanità. Forse per questo, invece della Giornata nazionale del Ricordo che, così come è, nella giusta memoria di chi ha perso la vita in circostanze terribili, rischia di equiparare vittime e oppressori, sarebbe molto più opportuno celebrare la Giornata internazionale del Dolore, nella quale piangere tutti coloro che sono morti innocenti, senza per questo dimenticare le cause storiche della guerra e della violenza che hanno provocato la loro fine.

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