martedì 15 febbraio 2022

15 febbraio, tra dubbi e timori

E' arrivato il fatidico 15 febbraio. Qualche milione di italiani, dopo essere stati esclusi da una parte importante della vita sociale, seguendo la sorte di coloro che sono al servizio diretto delle persone, da oggi non possono più lavorare e stanno per ricevere una cartella esattoriale con una "sanzione" di 100 euro. Si può pensarla come si vuole riguardo ai vaccini, da sufficientemente convinto trivaccinato ritengo tuttavia questa situazione incongrua, pericolosa e inefficace.

E' incongrua perché in assenza di un obbligo vaccinale, in questa fase la moltiplicazione di restrizioni appare come un vero e proprio ricatto e la multa comminata a chi di fatto non ha trasgredito una legge sarà la fonte di un immenso fiume di ricorsi che paralizzerà il già asfittico sistema burocratico italiano. Del resto l'obbligo avrebbe creato ancora più complessi problemi, dovendo trovare una giustificazione in grado di aggirare le chiare norme della Costituzione. Sarebbe stato meglio insistere sui mezzi di protezione individuale, sul rafforzamento dei sistemi di cura, sulla gestione degli spazi pubblici e anche su un'informazione molto meno confusa e molto più convincente riguardo all'importanza e alla validità del vaccino "per il bene proprio e altrui".

E' pericolosa perché contribuisce a innalzare ulteriormente un clima di divisione tra vaccinati e non vaccinati che non aiuta certamente ad affrontare e a risolvere gli innumerevoli problemi legati al post pandemia e alla contingenza internazionale. Tutto ciò sulla base di notizie contradditorie e posizioni di parte che, di qua e di là della barricata, ormai sono molto difficili da controllare dal punto di vista sia politico che scientifico. Ciò che oggi di fatto si impone a chi legittimamente, anche se certo discutibilmente, decide di non vaccinarsi, domani potrà essere imposto con lo stesso metodo a chiunque esprima un dissenso nei confronti del Governo di turno, tanto più se onnicomprensivo e garantito dall'"uomo forte" come è quello attuale.

E' inefficace, perché perfino la pluriinvocata Scienza indica un allentamento abbastanza prossimo della pandemia e molti Stati hanno iniziato il percorso di revoca delle varie restrizioni. Difficilmente chi ha ritenuto di non vaccinarsi e di sfidare il virus "a proprio rischio e pericolo" cederà ora non tanto per obbedienza al ridicolo slogan "non si molla mai", quanto perché ormai si intravvede la linea del traguardo. Finito lo stato d'emergenza, il permanere di simili penalizzanti restrizioni sarebbe assai problematico in qualunque sistema di governo sedicente democratico.

Lungi dal sostenere le tesi dei cosiddetti no-vax, condannata senza esitazione qualsiasi forma di protesta violenta contro il green pass, prese le distanze da ogni assurda equiparazione con tragedie spaventose del passato, preso atto del generale miglioramento della situazione attestato dai numeri sulla diffusione della pandemia, ci si chiede se questo innalzamento al massimo livello delle misure di contenimento abbia effettivamente un senso. Invece di inasprire gli animi con una coercizione che sa più di punizione che di prevenzione, non sarebbe meglio affrontare i temi con maggior serenità, valutando con saggezza, scienza e coscienza come proseguire insieme - non gli uni contro gli altri - fino alla piena cancellazione del Covid-19?

1 commento:

  1. Da oggi numerosi lavoratori saranno sospesi, molti altri dovranno cedere al ricatto. Impensabile in una democrazia costituzionale. Ritengo che i "preziosi" vaccini vadano dispensati su prescrizione medica dopo un'attenta anamnesi da parte del medico di base. Poi sarebbe necessaria una concreta azione di farmacovigilanza per evidenziare non solo i benefici ma anche le criticità al fine di migliorare il farmaco. Infine, prima di procedere a successive inoculazioni sarebbe opportuno testare la risposta anticorpale per non sprecare "vaccini" laddove non ce n'è bisogno. In questo modo molti avrebbero più fiducia.

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