Se è vero che gli addobbi natalizi nel Travnik sono costati diverse decine di migliaia di euro, c'è da chiedersi veramente il senso di questa operazione.
Da un'amministrazione che fa realizzare nei palazzi municipali sontuosi presepi, ci si aspetterebbe un forte rispetto della tradizione, delle cosiddette e spesso a sproposito invocate "radici cristiane dell'Europa".
Nella maggiore parte delle città, in particolare nelle piazze principali, si elevano veri alberi, piacevolmente addobbati, in alcuni notevoli e lodevoli casi ben radicati nel terreno per consentire loro di sopravvivere alle festività. Quello dell'albero è un bel segno che accomuna credenti e laici, popoli del Nord e del Sud, uniti dalla celebrazione annuale della Vita, della Luce, del Sole che rinasce verso nuovi orizzonti di speranza.
Invece, mentre l'associazione che vuole far rivivere via Rastello propone interessanti vetrine molto intonate al periodo, la piazza Vittoria propone al posto del solito abete, una specie di cono elettronico rovesciato, con accanto il penoso simulacro elettrico di un pupazzo di neve (d'accordo, qua il de gustibus ci sta, è vero che molte persone - bimbi e adulti - non resistono alla tentazione di una foto ricordo). Per dirla in altri termini, al kitsch non c'è limite, tanto più se pagato con il denaro di tutti!
Già che ci si è, perché non dare un'occhiata alla collina del castello? Come non ricordare i bei tempi antichi, quando il verde ricopriva l'erta e gli animaletti selvatici, felici, potevano scorrazzare liberamente su e giù? I caprioli con i cuccioli, il tasso barbasso e perfino qualche orsetto avventuroso avevano eletto quella boscaglia come il loro piccolo paradiso sulla terra...
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