L'inclinazione dell'asse terrestre è responsabile di queste variazioni, grazie alle quali gli emisferi terrestri godono dell'alternarsi delle stagioni. Infatti oggi termina l'autunno e inizia l'inverno.
E' la "stagione del freddo", quella nella quale tutto sembra paralizzato dal gelo, la neve scende a trasformare i paesaggi, creando magie di bellezza e provocando terribili disagi a chi è costretto a vivere senza una casa o a percorrere con vestiti troppo leggeri strade ghiacciate.
Eppure è proprio sotto la forma dell'apparente paralisi che la vita germoglia e inizia l'avventura misteriosa della rinascita. Per ora non si vede nulla e sembra di assistere al dominio del non-essere, ma sotto la terra gelida si sta già realizzando il miracolo della risurrezione, la Pasqua della Natura già accade ogni anno, nel nascondimento dell'inverno incipiente.
Gli antichi sapevano e sperimentavano il fascino del rinnovamento. I popoli del Nord hanno celebrato riti meravigliosi per salutare la ripresa del vigore del Sole, i Romani celebravano la vittoria della luce e del calore sulle tenebre e sul freddo, il Sol invictus. I cristiani lo sostituivano con l'"astro del ciel", collocando la festa di Natale proprio in questo periodo dell'anno e circondandola con molte altre dal significato simile, dalla memoria di santa "Lucia" (ancora una volta la "luce") fino alla "manifestazione della Luce di Cristo" al mondo, nell'Epifania dei Magi - che non erano re e non erano tre - guidati, guarda caso, dalla "stella che avevano visto in Oriente".
Nonostante il progressivo soffocamento del "naturale" nell'epoca del trionfo della tecnologia e delle suggestioni effimere del Capitale, il giorno del solstizio mantiene ancora il suo fascino. Consapevolmente o meno, ci si apre alla speranza che l'impossibile diventi possibile. E si auspica per tutti un inverno che non sia per nessuno tempo di morte, ma sia per tutti attesa vigile e costruttiva di una nuova primavera.
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