giovedì 9 dicembre 2021

Indietro a tutto vapore! Ma perché?

Cioè, solo per capire...

Qualche mese fa il Comune di Gorizia decide di investire un mucchio di quattrini per portare la pista ciclabile di Corso Italia dai controviali alla carreggiata principale.

La scelta deriva da vari motivi, tra i quali la realizzazione dei nuovi controviali tra Via Nizza e Via IX agosto senza alcuna considerazione per i poveri ciclisti e la giusta preoccupazione degli esercenti, favoriti nel poter moltiplicare i tavoli dei bar e con essi le possibilità di incontro e socializzazione, particolarmente necessarie dopo la pandemia.

Nel breve tempo della sperimentazione le "reazioni" non sono mancate, anche per la necessaria cura di alcuni particolari, soprattutto il parcheggio al centro della strada che rende obiettivamente pericolosi alcuno spostamenti. 

Per comprendere l'umore dei cittadini, una volta avviato l'esperimento, sarebbe bastato da parte del Comune commissionare un sondaggio, per avere qualche dato scientifico sulla base del quale tirare le conclusioni. Invece niente di tutto questo, l'Amministrazione è sembrata particolarmente sensibile a una raccolta di firme ufficiosa, si dice anche con  numerose sottoscrizioni di non residenti, mentre il quotidiano locale ha lanciato una lodevole iniziativa privata che ha consentito almeno di accendere i riflettori sul tema.

A causa della mancanza di qualsivoglia riscontro oggettivo, un gruppo di Goriziani ha pensato di proporre un referendum consultivo, come previsto dallo Statuto Comunale. Si stanno impegnando con grande entusiasmo e sono vicini al raggiungimento del numero di firme necessario per "celebrare" la partecipazione dell'intera comunità alle scelte che riguardano tutti, non solo i membri di specifiche associazioni di categoria.

Nel momento in cui la richiesta di tale espressione di democrazia partecipata, ampiamente ripresa dai media, è giunta con grande anticipo rispetto ai due mesi prescritti a un passo dal suo punto di arrivo, compaiono i cartelli di divieto di sosta che annunciano il ripristino della situazione precedente. In pratica, meteo permettendo, dalla prossima settimana i ciclisti dovranno occupare la carreggiata centrale del punto più trafficato del Corso Italia (vicino al Teatro Verdi), nel frattempo ritornato a doppio senso di marcia. Inoltre, se non vorranno rischiare la pelle rimanendo sulla carreggiata, dovranno zigzagare tra i tavolini dei bar, da via IX agosto o XXIV maggio verso la stazione, con grave disagio per gli esercenti, i clienti, i bambini, i disabili e, non ultimi, ovviamente i ciclisti stessi.

Attestata l'assenza di riscontri oggettivi, avviato ormai con certezza l'iter del referendum consultivo, espressa la necessità di migliorare leggermente la situazione esistente, preso atto della mancanza totale di percorsi per ciclisti nel punto più trafficato e pericoloso del centro città, ha senso ritornare immediatamente sulle decisioni prese e riportare le ciclabili sulla parte dei controviali non ancora restaurata?

Perché buttare al vento tanti soldi pubblici per riportare il tutto allo stesso punto da cui si era partiti?

Perché?

1 commento:

  1. La risposta è semplice: la maggior parte dei politici, fanno politica per mestiere, maneggiano danari pubblici allegramente, tanto gli sperperi e la malagestione o i buchi di bilancio, non avranno ripercussioni nelle loro tasche, come invece accade a chi detiene un'impresa e ci mette e rimette del suo.
    Lo sperpero di danari pubblici è un malcostume di questo paese, cattedrali nel deserto, opere iniziate e mai finite. Di esempi ne abbiamo a profusione, lungo tutto lo stivale. Anche da queste parti.

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