Leggendo l'ottimo settimanale sloveno Mladina, sono saltato giù dalla sedia. Ho scoperto che a qualche decina di metri da casa mia, è cresciuto un genio dell'arte contemporanea!
Il Concorso Pianistico internazionale Fryederyk Chopin, nella sua fase finale si svolge ogni anno a Varsavia, la città del celebre compositore polacco. E' il più importante concorso per giovani pianisti e si è svolto nello scorso mese di ottobre. Il goriziano Aleksander Gadžijev si è piazzato al secondo posto, ma ha ottenuto il primo premio speciale "Zimerman", per ciò che concerne l'esecuzione della Sonata in si bemolle.E' un grande onore per Gorizia annoverare fra i suoi illustri cittadini questo giovane astro della musica classica. Nato nel 1994 nel capoluogo isontino, è cresciuto in una famiglia di importanti musicisti, frequentando fra l'altro la scuola di musica "E.Komel", collegata al Centro Culturale Bratuž di Via XX settembre.
Al di là del genio artistico ed evidentemente anche filosofico, nell'ampia intervista che Mladina gli dedica, Aleksander Gadžijev (ma il nome, sui media italiani, è scritto anche Alexander Gadjev o Gadjiev, su quelli russi in caratteri cirillici...), risponde anche a domande riguardanti la cultura del territorio in cui è nato. Il padre, famoso pianista, è originario dall'Azerbaigian, la madre, anche lei musicista e insegnante presso la Glasbena Matica di Nova Gorica, è slovena di Bilje, figlia di un combattente partigiano che ha partecipato anche alla battaglia di Tarnova. Ha studiato al liceo scientifico italiano "Duca degli Abruzzi", dove si è diplomato presentando un lavoro sul filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein.
E' stato un problema per lui crescere parlando tante diverse lingue? Ovviamente no, anzi, è stata una scuola per imparare a conoscere gli altri, sentendosi ovunque a casa propria, in particolare adesso, quando gli impegni sempre più intensi lo conducono in tante diverse nazioni.
Nell'intervista gli viene chiesto come, vivendo a Gorizia, ha percepito le relazioni tra italiani e sloveni. Mentre le cronache del Concorso di Varsavia, rivendicano la sua identità di pianista "italiano" sui giornali italiani e "sloveno" su quelli sloveni, Aleksander risponde sorridendo di "appartenere a un terzo Stato che non è né questo né quello ed è Goriška", cioè "il Goriziano". In ogni caso, si riflette su questo aspetto solo quando si cresce e qualcuno chiede se ci si sente più "italiani" o "sloveni".
Leggendo le sue parole e scorrendo la biografia, ci si rende davvero conto di quanto in realtà la sperimentazione della bellezza delle diversità sia una vera e propria "università delle relazioni". Ed è interessante che tanto più ciò si verifica, quanto meno lo si problematizza, come accade naturalmente nelle relazioni familiari, amorose, amicali e affettive.
Aleksander Gadžijev non è solo uno straordinario talento, un personaggio del quale certamente sentiremo parlare ancora molto, ma anche un autorevole testimone della "Gorizianità", cioè di quella naturale e istintiva internazionalità, frutto di quel lungo e sofferto lavoro di tessitura che è stato riconosciuto dall'Unione Europea nella scelta di Nova Gorica e Gorizia, capitale europea della Cultura nel 2025.
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