mercoledì 29 dicembre 2021

"Festina lente", il vero progresso della lentezza

Posteggi bici: a quando il raccordo con Nova Gorica?
Il deludente grande passo indietro che ha cancellato il lodevole piccolo passo avanti, sta già producendo le sue previste conseguenze. 

Si parla ovviamente della pista ciclabile in Corso Italia, dove le tante polemiche e prese di posizione hanno dimostrato quanto i cittadini desiderino partecipare alle decisioni che riguardano il presente e il futuro di Gorizia. Ne è prova la straordinaria raccolta di firme per ottenere il diritto di esprimersi in un referendum, che ha raggiunto il numero di sottoscrizioni previsto in meno di metà del tempo regolarmente richiesto.

L'azione di un piccolo, ma molto rappresentativo, numero di proponenti ha avuto anche lo scopo di accendere il più ampio dibattito sul piano del traffico cittadino. I disagi che ora i ciclisti, ma anche i commercianti che hanno collocato i tavolini sui controviali, devono affrontare zigzagando tra auto che corrono in ogni senso di marcia, rischiando di momento in momento la classica e assai pericolosa sportellata dell'automobilista distratto, sono una parte importante del problema.

Ancora più da rimarcare è la necessità di discutere sull'intera viabilità, ricordando che ovunque nel mondo si sta investendo sulla mobilità lenta, sia come contributo al miglioramento della situazione sanitaria generale e alla qualità della vita, sia come eccezionale potenzialità turistica e imprenditoriale. Ne sanno qualcosa i paesi che si trovano sulla linea della ciclabile Alpe Adria o anche dei numerosi "Cammini" locali e internazionali. Ovunque le migliaia o centinaia di persone che giungono a piedi o in bicicletta da ogni parte d'Europa e del Mondo, portano cultura dell'accoglienza e dell'incontro, vogliono conoscere le caratteristiche storiche geografiche enogastronomiche, cercano alloggio confortevole o spartano. Solo per portare un esempio clamoroso, nel 1990, dopo la visita di papa Wojtyla a Santiago de Compostela, il governo spagnolo, nello scetticismo se non nella derisione generale, decise di investire sulla sistemazione del principale "Cammino" medievale e delle sue varianti. In quegli anni i "pellegrini" a piedi o in bicicletta si avvicinavano alla comunque cospicua cifra di 10.000 (diecimila) nei dodici mesi. Attualmente, almeno prima della pandemia, i dati riferiscono circa 300.000 (trecentomila!!!) camminatori o ciclisti che hanno percorso rispettivamente almeno gli ultimi cento o duecento chilometri. Interi paesi sono rinati dalla rovine, decine di migliaia di persone hanno trovato un posto di lavoro, sui sentieri verso la Galizia si realizza ogni giorno la vera "unità nella diversità" proclamata solennemente come ideale dell'Unione Europea.

Il richiamo a Santiago è per sottolineare che anche nella nostra zona tante sono le potenzialità. E se non si andasse un passo avanti e due passi indietro come purtroppo sembra accadere, si potrebbe davvero finalmente mettere mano definitiva alla "pista dell'Isonzo/Soča", dalla foce alla sorgente o viceversa, realizzando i tratti ancora non sistemati. L'anello di congiunzione decisivo è proprio l'attraversamento di Gorizia e Nova Gorica. Si potrebbe arrivare da Sant'Andrea, realizzare il famoso ponte già progettato venti anni fa sopra la ferrovia, raggiungere la stazione sud e da lì proseguire sulla ciclabile dei Corsi (quella, si spera solo momentaneamente, cancellata), collegandosi attraverso il Rafut alla bella ormai antica ciclabile slovena, fino alla Transalpina. Dalla stazione nord non dovrebbe essere difficile il collegamento fino alla passerella di Solkan, la cui tormentata costruzione dovrebbe essere a breve completata, entrando poi nella già realizzata e frequentatissima ciclabile verso Plave, Anhovo e Kanal. Insomma, una vera manna dal cielo, per schiere di ciclisti e camminatori sulle sponde del più bel fiume d'Europa.

Prima della realizzazione di questi che non sono sogni ma concreti indicatori di autentica crescita ecologica e sociale di un territorio, in vista della capitale europea della Cultura 2025, si potrebbe compiere finalmente un minimo passo che non richiederebbe quasi nessun investimento, essendo già tutto pronto per "partire"? Si parla cioè della più volte promessa come imminente ma non ancora realizzata condivisione del sistema di affitto delle bici "comunali", a Gorizia e Nova Gorica. Quando sarà possibile prendere una bici dal posteggio della stazione sud e lasciarla in quello davanti alla stazione Transalpina, da quello di trg Bevk a quello di piazza Municipio? E' così difficile adeguare i sistemi informatici in modo che, almeno in questo piccolissimo particolare, le città siano veramente "unite"?

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