sabato 18 dicembre 2021

La nave dei sogni dei migliori politici si infrange contro lo scoglio della Pubblica Amministrazione in crisi

Il vero problema è la Pubblica Amministrazione. Il sistematico attacco agli sprechi e ai privilegi che hanno caratterizzato il recente passato - in relativamente piccola parte purtroppo anche il presente - ha provocato la classica espulsione del "bambino con l'acqua sporca". A fronte di una burocratizzazione sempre più spinta e di un progresso informatico non sempre accompagnato da adeguata formazione, i diversi organi di gestione, a tutti i livelli, hanno subito una drastica riduzione di personale.
Il sostanziale blocco delle nuove assunzioni ha inoltre portato a un'insoddisfazione generale dei dipendenti "sopravvissuti", oberati quanto mai di lavoro, impossibilitati a rispondere adeguatamente alle esigenze dei cittadini, progressivamente invecchiati senza poter preparare giovani successori. Ciò rende impossibile un completo rinnovamento dell'impegno tecnico - tra l'altro dopo la legge Bassanini caricato di enorme responsabilità giuridica e finanziaria - nonché della conseguente sinergia con il settore politico.
In questo modo si realizza un paradosso. In un periodo in cui non mancano i finanziamenti, anzi la situazione in tempi di pandemia rende disponibile cospicui contributi a tutti i livelli, sono invece insufficienti le "risorse umane" che non possono, neppure con la più buona volontà, portare avanti progetti regionali, nazionali o europei che richiedono sempre maggiori competenze, tempi ed energie per poter essere completati in tempo. Tra l'altro, il momentaneo ma forte rallentamento della produzione provocato dai frequenti lockdown ha reso complessa la fornitura di materiali, ponendo notevoli freni soprattutto nell'ambito dei lavori pubblici. Si aggiunga il codice degli appalti, con regole che favoriscono ancora eccessivamente i "massimi ribassi" e i prevedibili fallimenti di ditte quanto meno non coscienti delle proprie forze, quando non criminosamente consapevoli delle proprie azioni. 
Insomma, la nave dei sogni varata da ogni partito o lista che si propone di amministrare un ente locale di qualsiasi livello, si infrange sullo scoglio delle debolezze intrinseche della Pubblica Amministrazione. Questa sì, è una carenza politica e non certo attribuibile ai suoi dipendenti, la maggior parte dei quali è costretta a salti mortali per salvaguardare almeno la propria salute psichica e fisica. Per compiacere a un elettorato incline alle crocifissioni dei Barabba di turno, non si investe sulle assunzioni di giovani nuove leve e sulla (contestuale!) formazione tecnica, informatica, giuridica, economica, politica. E' facile pensare che dietro a tutto ciò ci sia anche un disegno più o meno chiaro, quello di impoverire in tutti i settori il ruolo "pubblico" a tutto favore dell'intervento "privato". Il disagio dei cittadini costretti a tempi lunghi e interminabili attese per vedere risolte le proprie istanze, potrebbe portare a un'accelerazione dei processi di privatizzazione, un altro tassello nel percorso verso la vittoria del capitalismo liberista e la sconfitta dello Stato sociale.
Forse sarebbe il caso di rifletterci un po'! Invece di vantare i vergognosi "tagli" del personale, si riaprano concorsi e bandi per nuove assunzioni, si adeguino gli stipendi e si tutelino i responsabili tecnici da eventuali, quasi inevitabili errori e si offrano ai cittadini servizi efficienti ed efficaci. Investire sulle assunzioni è il vero modo di risparmiare, il tempo attualmente perso da chi la necessità di risposte immediate (imprenditori, lavoratori, famiglie, singoli utenti...) è il vero scandaloso spreco da contrastare.

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