domenica 26 dicembre 2021

Prospettive natalizie rosso-verdi, in Slovenia e nel Goriziano, in vista del 2022

Uroš Macerl ad Anhovo
Qualcosa si muove in Slovenia. 

Stanno nascendo nuove formazioni politiche, con interessanti punti di vista e posizioni. A destra, in vista dell'anno elettorale 2022 (presidenza Repubblica, presidenza Governo, Sindaci di tutti i Comuni), nascono raggruppamenti finalizzati sostanzialmente a favorire l'attuale situazione che, nonostante le crescenti manifestazioni di dissenso e l'evidente scollamento tra sistema di Potere e cittadini, premia ancora la coalizione che sostiene il Governo di Janez Janša. A sinistra la realtà è maggiormente diversificata e sembra più caratterizzata da visioni e prospettive eminentemente culturali.

La tradizionale Levica (Sinistra) riesce a raggranellare quasi il 10% dei consensi e, preso atto degli ottimi attuali referenti, a livello nazionale e nei territori, si può prevedere che possa crescere ancora. L'obiettivo di cambiare l'attuale compagine governativa non sembra impossibile da raggiungere, tenendo conto dei buoni rapporti con altri partiti con i quali sono già stati costruiti i primi ponti per la costruzione di una coalizione diversificata ma coesa, incentrata su alcuni irrinunciabili punti programmatici.

La vivace "base" che da ormai quasi due anni riesce a portare in piazza ogni venerdì migliaia di persone che esprimono pacificamente ma con decisione il loro dissenso, propone una specie di vademecum a tutte le forze in campo, chiedendo impegni precisi sull'economia, la tutela dell'ambiente, la libertà di stampa, la de-privatizzazione. Non si sa se questa grande e molto visibile forza popolare si tradurrà in diretto impegno partitico, al momento pare più probabile la funzione di efficace pungolo nei confronti del Potere costituito.

Il mondo ambientalista vede invece la nascita di un vero e proprio partito, con il nome di Vesna (nell'antico slavo significa Primavera). Ufficialmente non schierato, come un po' di moda, "né a destra né a sinistra", annovera tra i fondatori Uroš Macelj, agricoltore biologico, uno fra i più noti ambientalisti europei. Il programma è quello della tutela ambientale e si radica nel clamoroso successo referendario nella consultazione nazionale relativa ai corsi d'acqua nonché nella motivata contestazione di interessi privati contrastanti con la pubblica salute. L'impegno contro gli ecomostri, tra i quali non ultimi il cementificio di Anhovo e gli scarichi industriali riversati nel bel fiume Soča/Isonzo, consente di prevedere come assai difficile, nonostante le dichiarazioni di principio, una collocazione in qualche modo compatibile con quello che viene ordinariamente chiamato "janšismo".

In questo orizzonte politico, si apre una possibile prateria anche per ciò che concerne la realtà di Nova Gorica, insieme ai Comuni delle Valli dell'Isonzo e del Vipacco, con Gorizia e la sua antica area cosiddetta "ex austro-ungarica". Ricorrendo anche l'originale caso delle elezioni comunali nello stesso anno in Slovenia e in Italia, diventa sempre più realistico immaginare una formazione che, sulla base di alcune linee programmatiche concrete, possa presentare liste con lo stesso simbolo a Gorizia, come a Nova Gorica e Vrtojba. Chi potrebbe realizzare questo obiettivo? Di sicuro si potrebbe procedere dal costruire un tavolo di lavoro tra Sinistra storica e civica (l'invito iniziale della goriziana lista Unica!), ambienti dell'ambientalismo di qua e di là del confine e movimenti culturali. Ciò consentirebbe di realizzare un formidabile strumento di studio, ricerca e azione in vista dell'appuntamento del 2025. Se poi il tutto procedesse anche verso la costituzione di liste condivise, tanto meglio. In ogni caso, a prescindere dalle elezioni, sarebbe garantita una presenza efficace ed efficiente delle istanze popolari sul territorio. I temi caratterizzanti non sarebbero certo pochi, dal fondamento culturale basato su una visione contrario a ogni forma di fascismo all'urbanistica, ai piani regolatori comuni e alla viabilità lenta, dall'welfare di comunità alla difesa ambientale, dalla riconversione delle attività produttive al turismo sostenibile fino alla cultura dell'accoglienza in una visione in grado di proporre percorsi di reale integrazione soprattutto per i profughi, per i più piccoli e per i più deboli.

Solo un sogno suscitato dai colori di Natale o una possibile realtà?

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