venerdì 12 novembre 2021

Incontrarsi a Monte Santo, srečati se na Sveti Gori

 

C'è una radura, sul sentiero che dalla sella di Grgar conduce alla vetta del Monte Santo. Le rocce carsiche si sono create uno spazio tra gli scotani resistenti alla bora frequente. 

Si apre la scena e lo sguardo è attratto dalle città, così uniche nella loro diversità, dall'evidente serpentina argentea, l'Isonzo/Soča che abbandona la via dei monti per proeittarsi verso il mare che brilla lontano, dal sole che si avvicina alla costa del Sabotino per sprofondarsi nel tramonto imminente.

Si intravvedono controluce i ponti di Solkan, l'arco di pietra su ferrovia più grande del mondo, il cemento della strada verso il Collio/Brda, la nuova fragile passerella sospesa che attende paziente il collaudo.

E' bello camminare nella luce tiepida dell'estate di San Martino, tanto più se la meta è così bella e significativa. Ci si può arrivare in auto, ma chi se lo può permettere può provare il gusto del cammino o della salita in bicicletta. Sveta Gora/Monte Santo accoglie tutti e ciascuno, in un contesto di profonda spiritualità, legata alla fede, alla bellezza della Natura, all'intensità delle relazioni.

Si vive ordinariamente immersi nel quotidiano e lo sguardo nella pianura consente una maggior vicinanza ai problemi del presente, ma anche una minore capacità di allargare gli orizzonti. L'osservazione dall'alto, all'opposto, permette di cogliere l'insieme individuando processi del passato e prospettive verso il futuro, anche se può far dimenticare la maestà del particolare.

C'è bisogno di questo e di quello. E se la Capitale europea della Cultura pone in primo piano la necessità di vedersi e di parlarsi al di là delle reti ormai obsolete, Sveta Gora/Monte Santo è il luogo ideale per consentire un allargamento di sguardo, un'offerta di visione complessiva, la scoperta di un'"anima", laica o religiosa, filosofica o teologica, teorica o pratica, materiale o artistica.

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