Atlantide, del regista Yuri Ancarani, è un bellissimo film.
Ambientato nella spettacolare Laguna di Venezia, racconta storie ordinarie di vita. Protagonisti sono alcuni giovani, dei quali vengono rappresentate poeticamente le quotidiani aspirazioni e soprattutto un inespresso, immane desiderio di vivere. Gli attori sono bravissimi, i volti, gli occhi, i gesti, i suoni, suppliscono e sostituiscono la Parola, una volta tanto rarefatta, ridotta ai minimi termini e proprio per questo maggiormente significativa e valorizzata.
Non mancano scorci sulla storia di altri tempi che si prolunga nel tempo. Il contadino taglia le stoppie su una terra arsa dal sole d'estate. Il frate lavora infondendo una serenità distante, irraggiungibile al di là delle reti che invocano il decoro che corrisponde al "luogo sacro". I turisti sembrano far parte di un altro Pianeta, mentre lo sguardo dell'obiettivo indaga esistenze che sembrano trovare il loro senso nella gioia effimera dell'istante, nell'ebbrezza di una velocità faticosamente raggiunta, nella musica sfrenata che invita a danzare e a fare l'amore.
C'è molta pace, negli sprazzi di isolotti abbandonati nella Laguna. C'è un senso di radicale estraneità, nelle scorribande dei piccoli motoscafi dei protagonisti lungo i ben noti celebri viali della Città. E c'è lo stupore della parte finale di 2001 Odissea nello Spazio nella lunga corsa finale che unisce con effetti speciali il passato al presente e il presente a un futuro tutto ancora da scoprire.
E' un film da vedere, da chi Venezia la conosce bene e può scoprire dietro alle luci e ai suoni del turismo globale, qualcosa di moto più somigliante all'autenticità della Vita. Ma è da vedere soprattutto da tutti, come una specie di guida interiore che invita ad andare al di là di ciò che si vede e di ciò che si percepisce con i sensi, per scoprire che accanto e anche dentro di noi esiste un mondo nascosto, l'enigma di una soggettività che non si svela nella distrazione che troppo spesso soffoca la passione. Un mondo nascosto, fuori di noi e dentro di noi, un mondo sommerso. Atlantide, appunto.
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