Sono lontani i tempi nei quali si guardava alla Polonia come un Paese cattolico. Come lontani sono i tempi nei quali molti osservatori (non tutti, certo!) guardavano con speranza a papa Woytjla, giungendo a riconoscere in lui uno dei protagonisti del crollo del muro di Berlino.
La grande maggioranza (anche qua, non tutti, certo!) di coloro che inneggiavano gioiosi alla fine del simbolo per eccellenza della divisione tra le nazioni, non avrebbe mai immaginato che il mondo capitalista, apparentemente vincente, avrebbe edificato altre reti per "difendere i propri confini".
Difendere da chi? Forse da eserciti potenti in marcia per conquistare con le nuove armi tecnologiche il "vecchio mondo"? O da feroci persecutori spinti da ideologie imperialiste a soffocare la libertà e il benessere dell'Occidente?
No, la Polonia "semper fidelis" mobilita l'esercito e si vanta di aver respinto l'attacco di centinaia di poveri, donne, bambini, uomini disarmati alla ricerca di un futuro migliore. Il regime bielorusso cerca di sbarazzarsene favorendo le lunghe marce fino al confine, che - è da ricordare bene - è quello dell'Unione europea.
Del resto, come dimostra la foto scattata tra Croazia e Slovenia, le barriere contro i migranti che fuggono dalla guerra e dalla fame, esistono anche all'interno dell'Unione, tra Paesi membri che non solo impediscono i transiti, ma anche respingono al mittente i pochi che riescono in qualche modo a valicare le frontiere.
Del resto anche l'Italia attua, più o meno silenziosamente, le illegali "riammissioni" in Slovenia, senza particolari sanzioni da parte di una Comunità europea che purtroppo non appare soltanto sonnecchiosa, ma anche complice. I droni inviati al confine con la Bosnia, infatti, risultano utili non a rilevare violazioni dei diritti delle persone, bensì a segnalare alle autorità le colonne di profughi alle prese con il famigerato "game".
Mentre papa Bergoglio, con accenti sempre più accorati e preoccupati, richiama tutti a un sussulto di umanità di fronte alla tragedia della non accoglienza, molti osano ancora rifarsi alle "radici cristiane" dell'Europa per difendere in realtà l'incredibile egoismo della piccola parte straricca del Pianeta.
Paradossalmente, ma forse neanche tanto, chi ha esultato partecipando idealmente allo smantellamento del muro di Berlino, ha usato poi le stesse pietre per ricostruirlo, ma dalla parte opposta. Una vergogna, della quale la Storia ci chiederà conto.
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