Ecco il comunicato, in lingua italiana e slovena, del Kulturni dom che "annuncia" l'intervista con don Alberto De Nadai, il 9 dicembre alle ore 18. Assolutamente da diffondere, un incontro da non perdere!
Per ricordare i suoi 90 anni
appena compiuti e per ripercorrere la storia della Gorizia dal dopoguerra ai
nostri giorni attraverso gli occhi e il cuore di don De Nadai, il Kulturni dom
di Via Brass 20 e la coop. culturale Maja, propongono un momento di incontro e
riflessione che si terrà venerdì 9 dicembre, alle ore 18, sotto la forma
di un’intervista a don Alberto, introdotta dal direttore Igor Komel e condotta
dal giornalista Andrea Bellavite.
A Sant’Anna si prodiga per anni,
vicino a ogni parrocchiano, credente o meno, povero o ricco, con una netta
predilezione per i più fragili e per i più deboli. Alcune scelte, decise
insieme a una delle prime comunità di base d’Italia, portano don Alberto a una
vera e propria defenestrazione. Gli anni del Concilio hanno ormai esaurito la
loro forza propulsiva e manca il coraggio di incentivare una delle più
originali forme di realizzazione comunitaria dei dettami del Vaticano II. Don
Alberto viene rimosso dalla parrocchia, non insegna più la religione nelle
scuole e si trova costretto a guadagnarsi da vivere svolgendo le mansioni di
operaio presso un amico gommista. Prima vive in ricoveri di fortuna, poi riceve
un appartamento, in Via Canova 11, che diventerà il suo quartier generale per
le grandi imprese sociali che grazie al suo apporto saranno realizzate in
città.
Scoprendo con stupore quante persone vivevano tra gli anfratti del monumento demolito al centro del Parco della Rimembranza, fa, per quanto possibile, della sua casa un centro di accoglienza e di conforto. Comprende quanto sia necessario un “luogo” ospitale per tutti coloro che sono senza dimora e fonda la Comunità Arcobaleno, per dare riparo e prospettiva di vita. Avvia poi la Cooperativa Arcobaleno, per favorire l’inserimento lavorativo di quelli che don Milani definiva “gli ultimi”. E’ poi la volta della Tempesta, originale comunità terapeutica per l’uscita dalle dipendenze, autonoma e autogestita. Da instancabile fondatore propone l’apertura dell’Oasi del Preval, per una particolare attenzione ai problemi legati alla salute mentale. Non rigetta mai la scelta di essere nel sacerdozio, la cui dignità difende in ogni modo, anche quando la chiesa diocesana sembra emarginarlo in una sorta di nebbiosa dimenticanza. Esercita il suo ministero sulla strada, incrociando con una parola e con un sorriso ogni cittadina e cittadino, partecipando delle gioie e dei dolori che ogni umana esistenza porta con sé. Questo “servizio sulla via” lo ha portato a essere forse il “goriziano” più conosciuto e apprezzato della città, nonostante una naturale ritrosia alle lodi e alle celebrazioni che lo ha sempre contraddistinto.
In tutta la sua storia, c’è un luogo che non ha lasciato mai, ed è la Casa Circondariale di Via Barzellini, una sorta di seconda casa per lui. Ogni giorno, anche ora che ha varcato la soglia dei 90 anni, don Alberto è “dentro”, per ascoltare, sostenere, aiutare, confortare, ma anche consigliare e se necessario rimproverare. E’ un lavoro culturale e autenticamente spirituale, esercitato volontariamente e gratuitamente, con il solo obiettivo di aiutare i detenuti a riscoprire il senso della vita e la speranza di un ritorno nell’ordinario scorrere dei tempi della società. Il suo è un importante servizio, non tanto alla Chiesa, quanto alla realtà civile del territorio, il richiamo costante alla sofferenza di chi vive nel palazzo più centrale di Gorizia, nel massimo oblio da parte della stragrande parte dei cittadini.
Come in ogni umana avventura, anche in quella di don Alberto non ci sono soltanto rose e fiori, ma anche spine e cardi che hanno segnato il suo percorso, rendendo ancora più forte e più vera la sua esperienza e la sua testimonianza.
L’incontro (ad ingresso libero) è
promosso dal Kulturni dom di Gorizia e dalla cooperativa culturale Maja di Gorizia, nell’ambito del
progetto “Čedermaci našega časa” (I protagonisti del nostro tempo), in
collaborazione con l’associazione “1001” di Gorizia e con il patrocinio della
Regione FVG e l’Unione economica culturale slovena (Skgz) di Gorizia
V petek, 9. decembra 2022 ob 18. uri, bo v Kulturnem domu v Gorici (ul.
Brass, 20), srečanje z goriškim župnikom
- delavcem Don Albertom De Nadaijem, ob njegovi 90-letnici. Z njim se bo pogovarjal goriški novinar in pisatelj Andrea
Bellavite, medtem ko bo uvodno misel podal predsednik Kulturnega doma Igor
Komel.
Don
Alberto De Nadai je na Goriškem stvaren simbol solidarnosti in vzajemnosti, saj
je vse svoje življenje dobesedno »daroval« bližnjemu, oziroma »zadnjim« na
družbeni lestvici: revežem, zapornikom, emigrantom, itd. V letih ’80 je bil med
osrednjimi pobudniki ustanovitve socialne zadruge Arcobaleno v Gorici, ki se je
v naslednjih desetletjih izkazala, kot nadvse pomembno in dobrodošlo zatočišče
mnogim, ki jim življenjska pot ni bila posejana s cvetjem. Don Alberto je pri
raznih socialnih, mirovnih in solidarnostnih pobudah redno sodeloval z mnogimi
goriškimi ustanovami, kamor gre prišteti tudi sodelovanje s Kulturnim domom v
Gorici in kulturno zadrugo Maja (Sonce miru, »Kdor takoj pomaga, dvakrat pomaga«,
Manifestacija za mir »6. avgust – Hirošima '45« itd.).
Svojevrstni večer prirejata Kulturni dom v Gorici in kulturna zadruga Maja iz Gorice, (v okviru projekta »Čedermaci našega časa»), v sodelovanju z goriškim Odborom za mir, združenjem Apertamente, zadrugo Arcobaleno in združenjem »1001« ter pod pokroviteljstvom Dežele Fjk.
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