Un bambino, solo e in fasce, adagiato sul fondo del mare. I pesci, uno diverso dall'altro, lo circondano. Qualcuno è un po' incuriosito, si avvicina, gli altri sono del tutto indifferenti. Vicino c'è un mostro marino che vuole inghiottire tutto ciò che sembra muoversi. Si avvicina al bimbo, minacciosamente, non sembra esserci via di scampo, le acque profonde o le fauci della bestia avranno la meglio sul piccolo, sorpreso e impaurito, in attesa.
Quanti bambini in carne e ossa sono nella sua stessa situazione? Circondati dalle acque del mare e dei fiumi impetuosi, sprofondati per sempre nell'oblio cosmico o rigettati pietosamente su qualche spiaggia d'Oriente. Riusciranno, come Giona a Ninive, a risvegliare le coscienze sopite? Torneranno dalla morte a una vita totalmente nuova, in un mondo emancipato dall'egoismo e dalla violenza? Apriranno la strada della giustizia, della fraternità universale, dell'autentica Pace?
Di anno in anno il "Buon Natale" viene augurato con sempre maggior cinismo e inconsapevole ipocrisia. Il venditore di almanacchi di Leopardi lo aveva detto in modo incontestabile, non c'è alcun motivo razionale per immaginare che un nuovo anno possa essere migliore di quello appena trascorso. E allora, ha ancora un senso gioire nel tempo del Sole rinascente, cercare di sfuggire alla morsa nauseante del consumismo imperante che vorrebbe far dimenticare la stragrande parte di un'umanità che vorrebbe fuggire dalla fame, dalla guerra, dall'analfabetismo, dall'odio ideologico o religioso?
La statuina del presepio collocata nel cuore del mosaico del mare di Giona ad Aquileia, sembra voler rispondere di sì. Sì, ha ancora un senso, ma solo se si esce dalla logica fatalistica della ripetizione incessante dei medesimi schemi e si entra in quella dominata dalla Speranza. Non c'è nulla di logico, neppure di etico e di estetico nella fede in un Dio che condivide l'oceano del dolore umano e che proclama - senza alcuna possibilità di dimostrazione razionale - il trionfo del bimbo sul mostro marino e la liberazione di tutti i pesci dall'incombente e apparentemente inevitabile destino di morte. E' questa Speranza, quasi sempre inconciliabile con la ragione, una forza interiore che può rinsaldare l'imperativo morale, l'impegno nella quotidiana lotta contro il male, nel diuturno servizio affinché ogni essere vivente sia rispettato nella sua essenziale e irriducibile dignità.
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