Molto interessante è stato mercoledì sera il racconto di
Roberto Tomat ad Aquileia. Chi è Roberto Tomat? E’ un simpatico signore di 71
anni che nella vita ha fatto molte cose, tra esse il custode nel Museo
Archeologico Nazionale, nonché anche il sindaco di Aquileia. Dopo il
raggiungimento della pensione, ha iniziato a dedicarsi allo sport da sempre
amato ma raramente praticato. E così ha iniziato a correre, a piedi e in
bicicletta. Si è talmente impegnato da diventare un campione nazionale della
sua categoria d’età, si è dedicato alla maratona e alle corse con lunghe
distanze, con risultati straordinari. In bicicletta, ormai da nove anni,
percorre distanze e dislivelli incredibili, con un lungo viaggio ogni anno, con
sempre lo stesso punto di partenza, la sua abitazione ad Aquileia. Ha iniziato
ad andare fino alla Puglia per partecipare alla festa della taranta, poi si è
fatto in bici il cammino di Santiago, il giro della Grecia, la Sicilia e ha
raggiunto tante altre mete, portando con sé il messaggio di pace, di unità
nella diversità delle lingue e delle culture, si amicizia tra i popoli che
deriva dalla lunga storia della città friulana.
Quest’anno Roberto ha voluto percorrere la Via dell’Ambra,
alla ricerca dei luoghi di origine di questo prezioso materiale fossile che ha
consentito la realizzazione di tanti meravigliosi gioielli custoditi nel museo
aquileiese. Inforcata la sua bicicletta, preparato un carico del peso che si
addice a chi vuole percorrere tanta strada fidandosi della forza delle proprie
gambe, è partito verso la sua meta, Tallin, la capitale dell’Estonia, sul
lontano mare Baltico. I primi giorni sono stati faticosi, prevedendo il
superamento di alcune catene di montagne, quelli successivi meno impegnativi
dal punto di vista delle salite, ma sempre molto per ciò che concerne le
distanze. Il “cammino” è stato costellato di incontri, favoriti dal carattere
molto estroverso del bravo corridore, capace di farsi capire e di dialogare con
il linguaggio delle mani e con le espressioni degli occhi con chiunque. Del
resto, come non essere ben disposti nei confronti di chi viaggia munito
soltanto di una bicicletta e di uno zainetto, tanto più se con una barba bianca
che inevitabilmente fa pensare a Babbo Natale. Le porte sono sempre aperte e lo
scambio di pensieri, di racconti e di complimenti è quasi inevitabile.
Il Tomat si è sciroppato ben nove Stati, attraversando
contesti linguistici, culturali, religiosi, storici alquanto diversificati.
Partito dall’Italia, ha oltrepassato di seguito i confini con la Slovenia, con
l’Austria, con la Slovacchia, con la Repubblica Ceca, con la Polonia, con la
Lituania, con la Lettonia, infine con l’Estonia, oltre duemila chilometri di
sforzo fisico, relazioni interpersonali, piccole e grandi avventure, memorie
storiche, monumenti bellissimi e architetture diversificate. Nove frontiere,
senza mai mostrare una carta d’identità, sarebbe molto bello se questo
privilegio non fosse riservato solo ai cittadini dell’Unione europea e se chi
arriva da altre parti del mondo, fuggendo fame, guerre e persecuzioni, non
fosse rifiutato e rinviato senza complimenti nel Paese d’origine.
Nella serata aquileiese c’è stato lo spazio anche per la generosità. Roberto non corre soltanto per sé stesso, ma anche per promuovere la conoscenza e il sostegno di iniziative umanitarie, in particolare quelle dell’associazione “Gli amici di Federico” che aiuta famiglie in difficoltà. Oltre a ciò, diffonde un importante certezza. Ognuno, se lo vuole, può raggiungere gli obiettivi che si prefigge, in armonia con il proprio stato fisico. Non ci si deve fermare davanti alle inevitabili difficoltà e occorre uno sguardo sempre simpatetico nei confronti di un’umanità che, nella sua essenza, è accogliente e aperta all’incontro con l’altro. Ciò non significa dimenticare, al contrario vuol dire intensificare l’attenzione nei confronti di tutti, soprattutto di chi soffre nella povertà o in qualche guerra, come quella assurda che si combatte in Ucraina, “sfiorata” da Tomat nella sua lunga corsa. Un grazie a Roberto per aver reso tutti compartecipi della sua intensa esperienza.
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