lunedì 12 dicembre 2022

L'urgenza di un'Aquileia universalmente "accessibile"

Ogni opera d'arte è un dono e un messaggio. Con essa altri esseri umani, contemporanei o vissuti prima di noi, vogliono comunicarci bellezza, armonia o comunque un particolare aspetto della loro vita e pensiero.

Per questo la parola "accessibilità" non è legata all'attenzione nei confronti di persone che vivono particolari forme di disabilità, ma è una vera e propria forma di rispetto dei diritti universale dell'Uomo. Non ci sarà una vera giustizia sociale in questo campo, fino a quando le opere d'arte non saranno pienamente fruibili da chi povero quanto da chi è ricco, da chi è vedente quanto da chi non lo è, da chi può udire e da chi non lo può, da chi può camminare e da chi è costretto su una sedia a rotella.  

E' questa consapevolezza che ha portato a Roma, all'inizio di dicembre, una delegazione della Basilica di Aquileia, alla ricerca di spunti e di idee da sviluppare, per rendere totalmente accessibile, anche ai più poveri, ai disabili, ai profughi, ai carcerati, il più insigne monumento del Friuli Venezia Giulia. Si sono scoperte agenzie territoriali che formano al lavoro di guida turistica coloro che non hanno il senso dell'udito e della vista. Si è cenato - benissimo fra l'altro - nella trattoria "Degli Amici" a Trastevere, dove sono impiegati dodici tra operatori della cucina e camerieri disabili. Si sono conosciuti pionieri dell'accessibilità, come suor Veronica Donatello, incaricata nazionale della Conferenza Episcopale Italiana per le disabilità.

Tutto questo non era nuovo e l'impegno per Aquileia - non solo la Basilica ma anche i meravigliosi musei e le suggestive aree archeologiche - è che questo diritto elementare della persona umana sia rispettato ovunque, cercando le forme migliori affinché nessuno mai si senta escluso da ciò che radicalmente gli appartiene.

Marzia accessibile, foto Mattia Vecchi
Quello che forse ha portato ulteriore acqua a questo mulino è stato visitare una piccola parte dei Musei Vaticani, avendo come guida Debora, una studiosa di storia e di arte non vedente. Con lei abbiamo riscoperto alcune opere già ben note, ma mai "viste" con gli occhi di chi può comunicare solo con gli altri sensi. La composizione di Atena e Marzia, copia romane del I sec. d.C. di originale greco del V a.C., ha rivelato mille nuove sfumature, mai precedentemente rilevate, grazie non soltanto alla guida nel tatto, ma anche alla sapiente parola dell'accompagnatrice. La "Deposizione" di Caravaggio si è rivelata densa di particolari, quasi infinitesimali ma importanti, grazie alla descrizione resa possibile da un plastico tridimensionale delicatamente toccato. Lo stesso si è ripetuto con la Trasfigurazione di Raffaello e con gli angeli musicanti del Carracci. E' stata un'esperienza unica, nella quale si è scoperto concretamente quanto "l'invisibile sia nascosto agli occhi" e quanto sia indispensabile collaborare insieme, ciascuno portando il proprio dono e anche le proprie cosiddette mancanze.

Un'altra esperienza si è svolta nei Giardini Vaticani, sotto l'ombra del cupolone, dove Mara, una guida turistica non udente, ci ha permesso di scoprire l'importanza della vista e degli altri sensi. Così come ci ha fatto percepire quanto sia importante la comunicazione, senza la quale si viene progressivamente emarginati, in una solitudine relazionale che annichilisce il desiderio di vivere. Lo scopo del percorso formativo dovrebbe essere quello di aiutare chi custodisce i beni comuni a farli percepire come "proprietà" di ciascuno, nessuno escluso, utilizzando anche gli strumenti formidabili che la tecnologia oggi ha escogitato, per far sì che ciascuno possa essere fino in fondo riconosciuto come portatore di diritti e di doveri.

Su questa strada ci si è incamminati ed è necessario procedere ovunque, con coraggio e determinazione. La presenza di guide turistiche professionali non vedenti e non udenti sarà un plus valore in questo progetto che ha una radice e un fondamento di giustizia sociale, non certo di mero assistenzialismo. Si riuscirà a raggiungere questo obiettivo? Aquileia potrà essere un centro pilota nella sfida dell'accessibilità universale? 

1 commento:

  1. Bellissimo progetto Andrea, anche a Bologna c'è un piccolo museo per non vedenti con riproduzioni di opere d'arte

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