Sono lì, in Via dei Cordaioli, vicino alle sponde dell’Isonzo. Hanno condiviso con Gorizia gli ultimi anni del fascismo, le tragedie della seconda guerra mondiale, il complesso dopoguerra, l’espansione un po’ disordinata del quartiere di Straccis e sono fieramente sopravvissuti. Hanno offerto ombra in estate, purificato l’aria e offerto sensazioni di armonia e di bellezza.Foto Nevio Costanzo
Oggi hanno rischiato di essere sradicati, senza pietà, nonostante le sacrosante proteste di tantissimi cittadini che hanno prospettato mille soluzioni alternative alla distruzione di un simile patrimonio naturale. Per fortuna tanti oggi si sono opposti, hanno recepito il messaggio trasmesso come un tam tam sui sociale, hanno circondato gli arbusti e li hanno salvati, almeno per ora. Resta l'amarezza del fatto che si continui ad agire in modo da non coinvolgere mai il popolo che secondo la Costituzione dovrebbe essere sovrano, da costringerlo ad essere sempre con le orecchie attente, per attuare, in caso di necessità, azioni clamorose e visibili, senza le quali si ascolterebbe soltanto la voce del padrone di turno. Del resto, qualche giorno fa, in un incontro pubblico, era stato detto che "opporsi al taglio di un paio d'alberi era una sciocchezza" e che se questo era ciò che è stato previsto, "è necessario obbedire agli ordini".
Per i ciclisti ciò che è accaduto e che è stato momentaneamente sventato, è una duplice offesa. Da una parte, in quanto amanti della Natura e sostenitori di un’urbanistica rispettosa dell’ambiente, soffrono nel vedere questa inutile strage. Dall’altra, si sentono coinvolti, in quanto il taglio degli alberi sarebbe giustificato dalla costruzione della pista ciclabile transfrontaliera. Si tratta di una spiegazione assurda, che soffoca i sogni di chi da sempre vorrebbe una città a misura di ciclista e di pedone, di chi ha proposto piste sostenibili ed ecologiche non solo nelle periferie ma anche nel centro.
Questa “ciclabile” ha già prodotto una vittima illustra, la rete storica della Transalpina e ora gli olmi siberiani di Via Cordaioli rischiano la stessa sorte. I ciclisti denunciano una totale contraddizione. Da una parte condividono la buona idea di collegare Gorizia e Nova Gorica con un percorso in grado di far conoscere le meraviglie paesaggistiche e storiche del nostro territorio. Dall’altra non riconoscono alcun segnale positivo in questo senso nella concretizzazione di progetti che calpestano la storia e la natura che appartengono a tutti. Ciclisti e non.
Poveri olmi siberiani e poveri cittadini Goriziani!
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