Rudi, firmatario dell'orribile volantino |
Pur ovviamente avendole, non ho esternato spesso idee sull'amministrazione uscente, da sindaco so quanto sia difficile tenere insieme la propria maggioranza, gestire nel modo migliore possibile le relazioni con gli uffici, navigare tra i meandri della burocrazia. Anche in campagna elettorale, non essendo candidato con nessuna lista, non ho fatto mistero del mio voto a Laura Fasiolo e Noi Mi Nualtris, per stima profonda nei confronti della prima e per piena condivisione delle proposte e dei programmi dei secondi. Ma non mi sono mai permesso di criticare le altre idee e posizioni, rispettando la volontà e la capacità di discernimento degli elettori.
Ma in questo caso non si può tacere, perché il volantino firmato Rudi tocca le corde più profonde della sensibilità, spero di tutte e tutti i cittadini goriziani, indipendentemente dalla loro opinione politica. Ridicolizzare problemi molto seri come quello dell'accoglienza e del dramma dei richiedenti asilo, ribadire in modo ossessivo menzogne relative all'eliminazione dei simboli italiani dalla città di Gorizia, mai sognata da nessuno e meno che meno dalla candidata sindaco, generalizzare la straordinaria varietà della coalizione che ha sostenuto Fasiolo portandola sotto l'inesistente bandiera con la falce e martello, inviare accuse di "non ascolto" della popolazione proprio da parte di chi ha deciso il senso unico in Corso e lo ha poi cancellato in barba a qualsiasi seria consultazione... Tutto ciò è segno non solo di abissale ignoranza e malafede, ma soprattutto di incredibile stupidità.
Come è caduto in basso Rudi! Ma anche tutte e tutti coloro che lo hanno sostenuto e si sono candidati nelle sue liste. E' impossibile che oltre 150 persone si riconoscano in simile schifezza. Conoscendone e stimandone molte, mi auguro che ci sia una dissociazione pubblica di tanti da questo modo di fare politica e un loro richiamo a ritornare nell'alveo della normale e intelligente dialettica democratica. Altrimenti toccherà tristemente prendere atto di un imbarbarimento generale della classe politica cittadina.
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