Come evidenziato dalla dedicazione, il sacello di Strassoldo è collocato fuori dalle mura del bel paese friulano, in un piccolo borgo che un tempo doveva essere coperto da vigne. Del resto, la tradizione vinicola non si limita all'antichità, ma è tuttora ben attestata nella zona.
La chiesa è orientata, un relativamente piccolo edificio costruito probabilmente tra i secoli XI e XII, ma affrescato nel XIV da ottime maestranze, probabilmente di scuola bolognese.
Il tessuto iconografico è particolarmente interessante, dedicato naturalmente a Maria. Tenendo presente che l'abside è stata ricostruita in tempi relativamente recenti e che quindi sono andati perduti gli affreschi che la ornavano, è curioso notare come non sia rappresentata alcuna scena relativa alla vita adulta di Gesù o al mistero pasquale.
Come caratteristico nella tradizione medievale, la parete nord è dedicata a ciò che era prima della nascita di Gesù, quindi alla storia della nascita di Maria dai genitori Gioacchino e Anna. E' una vicenda che, pur richiamando esplicitamente simili situazioni effettivamente presenti nei racconti biblici, racconta la storia di due personaggi del tutto assenti dal dettato del testo sacro. Vediamo Gioacchino che viene cacciato dal Tempio perché la sterilità condanna lui e la moglie all'emarginazione, subito dopo si descrive il miracoloso concepimento e la nascita di Maria. In una terza scena si trova una bellissima Madonna con il Bambino, circondata da san Nicola, santa Maria Maddalena, santa Caterina di Alessandria e san Giovanni Battista.
Ai lati dell'arcosolio, la classica rappresentazione dell'istante del passaggio tra il vecchio e il nuovo testamento, l'Annunciazione a Maria e l'inizio effettivo della storia della Redenzione attuata da Gesù. C'è anche un'altra bella immagine di Maria Maddalena, rappresentata con i capelli lunghi e fluenti, cioè nel momento della bellezza e dell'incontro con Gesù, prima della vita di penitenza seguita alla morte e alla risurrezione.
Nella parete sud, quella di solito dedicata al nuovo testamento (verso il sole), sono rappresentate le scene classiche della nascita di Gesù, dell'adorazione dei magi e della fuga in Egitto, ma con alcune caratteristiche che non si trovano nei testi evangelici. Tra coloro che si avvicinano per venerare il bambino, c' anche chi cerca di spillare un goccio di vino da una botticella, immediatamente ripreso da un altro personaggio che lo rimprovera per il gesto sacrilego, davanti al luogo della nascita del Salvatore. Nella scena della fuga in Egitto, si nota la palma che si inchina per offrire i suoi frutti a Maria.
Nella parete occidentale, come accade quasi sempre, là dove tramonta il sole si immagina anche il tramonto della vita individuale e del mondo intero. È il momento del giudizio universale, con la valutazione della vita di ogni persona, inviata alla destra o alla sinistra del padre a seconda dei comportamenti tenuti in vita. E' evidente la contestualizzazione delle pene, con l'accento posto sui peccati compiuti dalla povera gente, una bevuta in più del necessario, il lavoro domenicale o qualche piccolo gesto di blasfemia.
I temi delle scene non sono un'invenzione degli autori o dei committenti medievali, ma si ritrovano nei Vangeli apocrifi. Sono testi suggestivi, composti fra il II e il V secolo, con una duplice finalità. Alcuni hanno accenti fortemente filosofici, gnostici e offrono un'interpretazione molto diversa da quella codificata nei vangeli canonici della vita e delle parole di Gesù. Tra essi, lo si nota visto che la santa è protagonista di ben due affreschi, è molto interessante il vangelo di Maria Maddalena. Altri apocrifi invece hanno lo scopo didattico di rendere più comprensibile e attraente il dettato evangelico di Matteo e Luca, nella loro sostanza molto essenziali nella descrizione degli eventi. Nel nostro caso, la storia di Gioacchino e Anna ricalca lo scritto del Protoevangelo di Giacomo, reso celebre dagli affreschi di Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova. Le vicende della nascita di Gesù sono ampliate dal riferimento al vangelo dello pseudo Matteo che ricalca in parte il testo canonico dell'evangelista, ma inserisce in esso elementi nuovo e sorprendenti, tesi a dimostrare l'eccezionalità e la natura divina di Gesù, manifestate già nella più tenera infanzia.
Non mancano anche in questo caso gli angeli musicanti, soprattutto nelle scene riguardanti la Natività e il giudizio finale. I loro strumenti ispireranno la musica che chi parteciperà all'incontro avrà il piacere e il gusto di ascoltare.
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