Quando voteremo insieme, Gorizia e Nova Gorica? |
Monfalcone rimane alla destra, con un risultato che premia oltre ogni aspettativa Anna Cisint. A destra rimane anche Cormons, un bis meno sorprendente rispetto a cinque anni fa ma non meno doloroso. In entrambi i casi, si è assistito a una campagna elettorale innovativa da parte rispettivamente dei sostenitori di Cristiana Morsolin ed Elena Gasparin, due volti nuovi e sorridenti che permettono, nonostante la bruciante sconfitta, di guardare con fiducia al futuro. Cambio di guardia a Ronchi dei Legionari, con la vittoria del candidato di area PD e grande soddisfazione nella sinistra di Duino - Devin Aurisina - Nabrežina per l'elezione dell'esperto Igor Gabrovec.
Una riflessione a parte merita la Bassa Friulana. Fino a due anni fa, quella che allora si chiamava UTI agro-aquileiese est, era formata da sette comuni tutti di area centro sinistra e sinistra. In poco tempo sono stati persi prima Aquileia, poi Aiello e ora Cervignano. In questi tre casi, a differenza di quanto accaduto a Monfalcone e Cormons, non si può continuare a sorridere e semplicemente prendersela con il destino cinico e baro oppure con l'onda lunga della politica nazionale. Le tre sconfitte devono costringere a una profonda riflessione sulle scelte e sulle strategie elettorali che hanno suscitato malumori tra i militanti e perplessità tra la popolazione. Quando prevalgono i personalismi sulla visione ideale e sui progetti comuni, si perdono clamorose occasioni e si "bruciano" ottime risorse.
E ora Gorizia. Il sindaco Ziberna ha concluso il suo mandato nel peggiore dei modi, senza maggioranza qualificata nel voto sul bilancio e addirittura senza maggioranza semplice nell'ultima delicata fase, con (non) decisioni che graveranno moltissimo su chi risulterà eletto il 26 giugno. La sua campagna elettorale è stata scialba, molto nervosa e spesso volgarizzata da cadute di stile impressionanti, come nel caso delle false accuse sulla toponomastica o nel (letteralmente!) grottesco vanto sul superamento della drammatica emergenza richiedenti asilo nella Galleria Bombi. Ha contro buona parte della tradizionale destra goriziana, in particolare molti suoi sostenitori nella precedente consiliatura. Nonostante tutto questo, ha ottenuto un discreto risultato, superiore alle aspettative, primo con circa il 42% dei voti. Quelli sono e quelli con ogni probabilità resteranno, testimonianza della presenza a Gorizia di uno zoccolo duro di elettori che votano ancora a destra per affinità ideologiche, indipendentemente dal candidato che le dovrebbe rappresentare.
La sfidante al ballottaggio sarà Laura Fasiolo. Dopo una serena e decisa campagna elettorale, ha raggiunto un buon 30%, tenuto conto delle molte altre liste presenti, alcune delle quali con percentuali significative. Martina supera la soglia del 10% e Zotti "contro tutti" arriva clamorosamente quarto, superando con i suoi voti personali l'intera lista della Lega Nord dalla quale era stato allontanato alcuni anni fa. Fasiolo è sostenuta da sei liste, una praticamente scomparsa dall'orizzonte, quella dei 5 Stelle, un'altra lontana dai fasti di altri tempi ma in grado probabilmente di trovare comunque una significativa rappresentanza in consiglio, Gorizia è tua. La Slovenska skupnost fa la sua parte, anch'essa con risultati che consentiranno una presenza sicura nell'assise consigliare. La lista Noi Mi Nualtris apparentemente ha raccolto meno di quanto non abbia seminato. Tuttavia la vivacità della presenza e delle bellissime iniziative proposte, nonché lo straordinario curriculum dei candidati, fanno pensare che se ne sentirà parlare ancora molto, dopo questo vivace periodo elettorale. Restano la Lista Fasiolo e quella del Partito Democratico, anch'esse con discrete percentuali e con la possibilità, in caso di (probabile) vittoria al ballottaggio, di una nutrita presenza in Consiglio Comunale.
Le previsioni sono ragionevolmente ottimistiche. Laura Fasiolo raccoglierà buona parte dell'elettorato che si è riconosciuto nei cinque candidati esclusi dal ballottaggio. Rodolfo Ziberna si riprenderà gli stessi voti del primo turno. L'unica variabile che potrebbe cambiare le sorti del secondo turno è quella relativa all'astensionismo, che ha sfiorato il 50%. Una partecipazione ancora minore potrebbe effettivamente rendere difficile qualsiasi sostenibile previsione.
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